Critica Sociale - Anno XI - n. 4 - 16 febbraio 1901

CIU'l'[CA SQC[ALll 5ò Quale sarìt questa ragione esclu;;ivamente italiana? Evidentemente deve ricercarsi nell'aumento sproporzio– nato delle SJ>ese militari, aumento che, da un lato gra– vando sui contribuenti, dall'altro sottraendo le necessarie risorse ai servizi civili, doveva in brC\'Cesaurire il paese ccl arrestarne lo sviluppo economico. Ci si J>ermcttfl, anche qui, l'esposizione <li alcuno cifre che conrorteranno questa nostra induzione meglio di qualunque rngiona– mento. Dal 187Gal 1000 le ilpcse militari subirono un aumento notevolissimo. Se noi 1wessimo continuato a spendere 225 milioni a1- l'anno1 come spendevamo 1ml '7G, nei vcntiqun.ttro anni che corrono dal 1876 al 1900noi avremmo spesi 5400 mi– lioni; invece abbiamo !ò:JJesin questi ventiquattro a.uni milioni 8250. L'aumento di spesa è dunque da calcolarsi in 2850 milioni. · Ora l'aumento di tutte le spese, nei ventiquattro anni suddetti, fu di 7960 milioni, cosl ripartito secondo i con• suntivi di bilancio e l'allogato N. 1 della Relazione delln. Commissione di finanza del Sena,to, in data 6 giugno lS!Hl X. 42-A, 1Jer lo costruzioni rerrol'iarie 1)er le spese militari . . milioni 1300 2850 2280 H,30 J>ergli oneri del debito 1rnblilico . per altri servizi (') . . . . . . La spesa di milioni 1300 per costruzioni fcrrO\'iarie non fu coperta con proventi tributari, sibhene con ven• dite di J>aJrimonio, e d'altronde le rendite 1mtrimonia\i non diminuirono d!ll 1876 in avanti, ma crebbero di GO milioni, dovuti specialmente a.I nuovo reddito del ca– pitale tmsformato da demanio conrnne in demanio rer• roviario. Le costruzioni ferroviarie, clunque, no11 _hanno gravato sulla economia nazionale; 1tnzi, a differenza delle spese militari, ne hanno aiutato efficacemente lo sviluppo. Nelle cifra effettiva di 22S0 milioni, SJ>esiper gli oneri del debito publ)lico 1 bisogna tenei· sepnriita una grosfla cifra da aggiungere a quella già. altissima delle spc.ie militari. Infatti, nell'aumento del debito, ebbero capitale influenza non solo le obbligazioni fe1Toviarie ed i riscatti patrimoniali, ma ancora i disavanzi di liilancio, disn• Yanzi prodotti in gran parte dalle spese militari. -Xella Critù.:(t del 1° gennaio noi dimostrn\'amo che il massimo di quelle spese si ebbe nei quattro esercizi 1887-91 1 nei quali si tH'Ofusero 1818 milioni e con le pensioni HllS milioni, producendo un disavanzo di 460 milioni. Jn se• guito i disavanzi militari, verificatisi per 12 anni di se– guito, ammontarono comJ)lessivamente a iS5 milioni, o \'Cnnero COJ>Crti per 29 milioni con vendite patrimnujalì, J)Cr 424. milioni con titoH di rendita (emessi molto al disotto della Jlari) e con 305 milioni di deVito ftuttua.nte 1 che tutti sanno in qual modo va poi a terminare. · I clisJ)endii mitita.ri, dunque, non limitano il loro au– mento a 2850 milioni, ma po1-tano un nuovo e notevole aumento negli oneri ciel debito JJUblilico. se supponiamo che il carico 1>erinteressi ciel debito pubblico, ùovuto alle spese militari, sia, dopo l 'esercir.io 1885·86, di circa 25 milioni all'anno, noi avremo, ))er giungere al 1900, ossia nei quindici anni succeflsivi, 375 milioni di nuove spese sotto forma di 011erì. Così 1 nei ventiquattro anni ai quali abbiamo estesa. la. nostra indagine, l'aumento di spesa per l'ese1·cito e per la marina non si ferma a 2850 milioni, ma, sommandofli con i 375 or orn calcola.ti , giungo alla cifra spa.l'entosa di 3225 milioni! (') Sono qui compresi I :!GZmilioni pagati 111più per pensioni o:1opo Il 18715, e eioè 1215 11erpensioni eh1JI e Hl&per pensioni 1nllltt.rl . n r E si badi ancora. Dal 1876 a.I 1900 l'aumento tota.le delle spese fu di 7960 milioni; quello delle ::;pese mili• tari, dirette ed indirette, di 3225 milioni: cioè le mag• giori SJ>esemilitari l'aJ)J)resentano ii 40,50 °/ 0 di tutta la maggior somma. spesa nei 24 anni esaminati. Poteva un tale SJ)erp~ro enorme non influire sulla economia nazionale? La ris1)osta. è ovvia, ma la illustrn e la conferma la ~tol'ia. della nostra finanza. rncal:-:ata eia.sempre nuovi ed urgenti bisogni, esa.tu ·ite le vecchie fouti tributarie, arrestato l'incremento naturale dcllf' entrate, questa nostra. disgraziata fl.nanut dOYette esco• gitare nuove forme di tassazione, nuo,•i inas))rimenti di irnposte. t perchò la classe dirigente, alleata. del mili• tarismo, non do,,csse I>OiJ>entirsi della. Sua genero--ità: da Venero facile verso )larte dilapidatore, si inaugurb quella finanza. di classe che consiste nel riversare colle imposte indirette il maggior carico tributario sulle classi ))Ìll numerose, ossia sulle classi pili 1,overe. Abolita lo. imposta sul nH\Cinato, lo Stato gravò la mano sui con– sumi popolari. Poi, limib\te le impoiite dirette ai Comuni, sCiu'icò sulle 101·0SJ)alle delle spese che dovernno rima• nere a. lui solo. l (•omuni, !intende, ::;i rifecero ::;uicou• sumi popolari. Pili tardi, nel JSS6, .ii pensò a. togliere i due dc• cimi di guerra sui terreni e a diminuire il prezzo del sale. Vano tentativo! ~el 1S89 i ,1ue decimi vennero ri– pristinati, e sucJessi\tamente il gabinetto Cl'ispi-Sonni110 innalzò il prezzo del sale. ln quell'occasione il relatore Vacchelli ebbe a. dire elle " l'aumento del sale porta seco la necessità di ridurre le s1>esemilitari 11, ma bastò l'oppo;~izione del generale Pelloux, l'autore della legge dei 12 corpi d'esercito, perchè la voce del relatore ri· mane.i.se una voce nel deserto. J,a. finanza di cla.-isc proseguì allegramente nel 1887-SS, nel l89H)2 e nel '93·94, 1>roprio quando) fra la maggior de• pressione economica. del paese, le spese militari salivano ad una altezza vertiginosa. E non parliamo del dazio sul grano; in J4 anni esso ba fruttato allo Stato 470 mi• !ioni (la SJ)esa pressochè esatta 1 1>er 14 anni, cli due corpi d'esercito) ed ha costato ai consumatori di pane" qual– checosa come 200 milioni annui, qua.si tre mili;.ll'di in 14 anni,senza giovare alPo.gricoltura. ,,. C) :Xon si può dunque negal'C che gli aumenti di entrata, conseguiti dallo Stato, non rap))resentino la. pressione fino all'esaurimento su tutte le (orme di nttivit:\ econo– mica, la caccia tormentosa e inquisitoriale a tutte le ri• sorse del contribuente. Ora, quando !siricordi quello che abbiamo dimostrnto, essere cioè ·1e maggiori entrate ri• chieste dalle cresciute spese milita.ri , non si può a meno di concludere che è da queste s1>esemilitari eccessh·c che ))l'Oviene la miseria e l'esaurimento econOmico del– l'Italia. Nel prossimo numero pubblicheremo it_p1·imom·ticolo <li 1m giovane nosl1·0 amico, specialista in materia, su un problema che fin q·ui non ha interessalo punto i so– cialisti italiani, ment1·e dovn~b/Je intei·essm·ti al più allo g1·a<lo 1 se essi vei·a,ru.mtefondano la lo1·0 dolirina sul mate,.ialismo econumù.:o.Altudiamo al vi·obWma - es– senziale 01·mai pei· l' llalia - dello s/i·uUamento deUe forze uJ.raulic:he a beneji.c:iodello soilup'f!O industriale, sf,·uUamenlo assicurato ogni giorno pÙt dai meravi– gliosi 7wou1·essideU'elelt1·otecnù:a. Il leuo1·e inlelli{Jente inluisc:e da questo semplice an– nuncio tuua Cimporianza s,,ciale di uno studio di questo ,(Jenere, condotto con. compelenza tecnica e ispiralo alle vedute e alle /lnalità del soc,ialismoscientifico,

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