Critica Sociale - Anno XI - n. 1 - 1 gennaio 1901

CRT1'TCASOCIALE in patria? 11 capitalo non ha ])ntria, ò internazionale pe1· ccccllcuzn! Co.~l cli gioruo in ftiOrno guadagna tcl'• reno una situazione economica iutern11zio1111le JJiì1equili– brata; la lotta r•mla dal continente curOl)CO1>ersferrar.iii nelle lontane colonie. . . . !.'America, però, troYasi ad liii bh·io ~peciale. Prote– ;doni.sta nell'interno, neces~ita del libero .~f'ambionll'l'– !-tcrno, al tontr:\l'iO dell11nghilter1·a che, liUei·o-scamhistn, sotto i colpi clcllil concorrenza uclla quale altra YOltn tro,•nxa In sua. snlnte, si rivol~C' orn nl protPzionisn10 ammantato <li imperialismo. !.'America :-i trorn quasi uelln ro1ulizionc dell'lnµ-hil– tcrra del HHS, q,wndo l'nristocrnzin fondiaria. cadde ~opraffatbt sotto i rolpi clei mngnoti indn:::triali inglc>~I :-.\'entohrnti la linndil•ra di CrAxlen. Infatti il protn.ionbmo, che seni co:-,ì IJC-n('in quest'ultimo t-renfa~nnio nllo svi– lUJ)J)O clell:t inclu~trin. amcl'icana., è dh•enuto ora. un ostacolo. Siamo "icini ad una grande lotta. CJ)ica,dovuta nl fatto che l'America ò sull:t ,•ia di dh·eutare libero– c;;cambiida. E per quanto il protczionb.mo sia una ,•ite ::ienza flne, complicato com·(l dai premi di que:::ta.o quella. industria, e non si sa.J)pin ma.i come sbarn1.zar;;ene 1 il IJi– sogno urgente <lcl \il)ero sca.mhio, per iiìfognre i prodotti :;:ovralJbondanti, far/\, saltal'c alla. lunga ogni ostacolo. Ba.c;;ti ri<'ordnre come Engels gift n('I 1889 si tlicevn con,·into che, se l'America inaugurava il libero scambio, in dieci anni a,•rc!Jbc IJattuto l'Jnghiltcrra sul merf'ato mondial<'. Invero, molti ~intomi negli Stati l"niti ammoniscono che il protezionismo yj ha ormai esnnrito la. propl'in. azione; ne fnnno folle i l'iugs ed i fl'llsfs colossali, for– nuitisi nel S('llOrncde,,i1110 delle industrie llrotctte, miranti a. ~fruttare piì1 profondamente il loro monoJ>olio. I.a protezione loro IH'C'Ordata,quindi, contro la C'Oncorren1.1l straniera, si ò trn~rormata in un dO))pio obbrobri0$0 111onOJ}Olio c ntro il consumatore indigeno, cioò contro la stessa nazione protettriçe. La ciuta. daziaria intcmn– zionale Yenne dnlla. onnipoten:r.a <'ll.J)italista raft'orrnta con un'allm ciuti\ monopolizzatrice all'iutcrno. La. formaziouc di qucsli siuda<'ati ò il migliore segno che il protezioni--1110americano ha fatto il suo tem))o, ch'esso non prOt('l,:'geJ)ilt l'industrinle contro l'im1l0rtn– tore straniero, ma contro il con-:umatore del J>Jtese (Enyels). La situazione economica ò ~<'on,•olta, il ,terme <!('!libero senmhio maturerìt ine\'it.a.liilmcnte 1 qtmntu11qu(' il terreno sii\ co:-1par.iodi triboli f' SJline borghNi. l.1~ i-ovrnpJH'Oduzion<'ca))ibtli~tica chinma il libero scambio, <'Ome la. conco1·rcnza. straniera.-' a Jlllrità. di condizioui - fa. nascere l'imJ)erialismo economico. Sono due fenomeni legati strettamente rr:1 loro, il cn– pitalismo nei suoi due a..~petti cli Giimo Uifroute: da una J>arte, SYìlUllPOcolossale della produzione; dall'altra, hl forz;i armati~ niser\'ita. nlJa. l)orghesin per scacciare le l'iYali dai meren.li mondiali. li materii\lismo storico, come si vede, ci d(t semJ)ro la chiave elci mh,fcro; O.M. può dormire tranquillo nella sua specola mondiale. D'altronde 1 l'anta~nh,mo fra le borghesie delle Y11rie unzioni, se ))rOduce indirettamente 1111 antngonismo ••nche tra il J)rolctariato dC'ì <lifferrnti pa<'-;i, non <listrugg-e l'antagonismo profondo, irrimeilialJilc -- in 1·eglmc bor• ghese - tra. il capitale ed il lnvoro 1 tra la borgh<'sil\ e la cln...<:.se lavoratrice. Nella siturrnione economica. int('rn:u~ionale contempo– rnnea1 poi, in cui le di\•erse nazioni sì contrastano ,•a• lidamente il mercato del\'unh•cr.;;0 1 e l'egemonia inglese ò quasi del tutto i-comparsa, Pinerzi:l politica dei lavo– ratori inglesi nou fnrh imitatori. l1nn. prova lampnnto l'abbiamo nelle elezioni presidenzinli llmC'ricaue, dovo i \'Oti socialisti si qu:idruplicar0t10 1 e uclle ste~se elezioni i11glesi 1 condotte, in mezzo all'cntu.-:ia:-1110imperia\i5ta, dalla mano ferrea. e sJ)regiudicata di u11 Chambcrlain . Ora, ))iÙ che mai, farà strada il grido t,tidico: " Pro– letari <li tutto il mo,ulo, uni/ed! 11 l.i;rm :Kr.rrno. ~on dulJita\';11110punto che la frase n10Jto.....alata dC'l co1·ri:::J)Oncle11t<' londi11ese - ch·c noi ci limitammo n <.ottolineare con unn rapidL,sima nota - a,•rebbe susci– tata un:\ rh·olta nel campo dei no5tri collaboratori re– J.micoli. Fra i J>arccchi articoli dì J)rotesta. scegliemmo - non 1:iotendo far ))Osto a tutti - quello elci .Xcgro, pcrthè, :::enon il piì1 IJrillantC'meutc J)Olernico 1 ci pani' il piì1 temperato l!('lla forma e ìl pii, co1wettoso in;:cicmo ,wl!ii 1,oshrnzn. .'.\In gli fl.ltri non furono tutti cestinati; e di alcuno trancnio 11rolitto in uno dei ras,·icoli JH'OS~imi; lietissimi che l:t britanna. eresia clcll\1m ico O . M. nbhia dato la stura a. cosl baldanzosa re,•ivi~('(> nza.dì marxi:-mo snno ed autentico. .Xo1. PANE MUNICIPALE I. ('urlo Fourier - il più g-rnnde e il pili fantastico fra i:rli uto1>isti - nella sua 'l'eoria. clell'unitù 1t11i– VFr.r:rale, tlcriclc il nostro sistenlfl nlimentare a hAS<' di pane. li pnnf' 1 ei:rli flfl'erma, ò una. sostanza lii difficile falJhricazione; " ha 1>0C11 nttrazione incln– i;trialc ,,; lf' h1\'0razioni che richiede s0110 poco pia– rc,,oli; e 1 di piì1, esso è un il\irncnto poco gradc– \'Ole al palato. Così 1 per <1ucste tre> rugforri, tutti il'<' i se~si de,!!li Armonisti resping-f'rnnno il nostro panc; " non mangerirnno piit questa lordura, che è huoun. solo 1>er i ch·ilizzati .,. rn Armonia, l"Alimentt1zio11C' deve essere, come il lurnro 1 attraente; e Fouricr - osservando che i bambini sono molto ghiotti per i dolciumi - immagina per i suoi Armonisti prnuzi succulenti, ricchi di leccorllic, di conscn-c 1 <li màrm('l– ln.te, di Cl'OCCflllti,di Cl'Clllù .... M a., pur troppo 1 <111estezuccherine fantnsie del ge– niale mattoide di Bésançon non rbbero lfl.sortf' tli altre sue fantasie: non divennero realtà; cd il pane questa. " lordura ,, - continu:i ad essere per noi, poveri (: civilizzati n, !>1. ,·olicliawi manna. rnwce di scomparire tlHI nostro desco, esso vi rimnne im· mutato at.trnvcrso i tempi; il 1u1110di quattro mil– lc-1111ii fa, rifrov~ 1.to orn nelle toml>c c::i½iane, ò poco dìssimilf> dall'nthrnlc. :Ma non solo ò rimasto immutat.o questo nostro alimento; rim11sc-ro nuche, in pratica, 11uasi immutati i procedimenti tC'cnici ller la fahbricRzione. n pilne, in Italia almeno, è 1>repar1tto ancora quasi come nei tempi omerici, in cui Dodici donne con assidua curn Oira.vau cia~cun dì dodici mo e }: in llillllCf\ J)Ol\'e quei frumenti ed orzi neducean che dell'uom son ror1.a e \'ita. l nostri minuscoli panificii non sono moltO dissi• mili dal forno pompeiano. L:i seienza e le nuorn sco– perte tecnif'hc hanno prodotta. una rivoht'Zione in tutti i mmi dcllit produzione: il patlifìcio, invece, ò - crrnw disse l,icbiµ- - " l'unica industria rirnfh,ta. nl– l'inf'uori della. <'i\'ilt:\ ,,. I<: questi metodi lii pauifiC111.ione,non sono 80ltanto condannati tlntrgronomia politicn, che li trova. so– YCrchiamentc costosi, ma tmche dalla Chimica, la.

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