Critica Sociale - Anno X - n. 24 - 16 dicembre 1900

CRITICA SOCIALE Sii nell'adunanza della Commissione della spazzatura proporre una nnùta per lo spazzino addetto a quella strade, che non fa il sno do,•crc. .lnvece in una gross a amm inistrazione il si::;nor Assessore avri\ honc sot.to i suoi ordini u11 c:;crcito di spazzini, ma– gari con l'uniforme e coi bottoni d 1 ottone, e un altro esercito di sorveglianti; ma ch e ne sa J ui di <1ucl che n.vviene per le strade? gli spaz:f.ini terrano f)U– Jite le strade del signor Assessore, dei Consiglieri, dei pezzi grossi e lasceranno marcire il resto. I cit– tadini trascurati si lamentcr1rn110; ma a chi rivol– gersi? il palazzo municipale ò lontano e ci vuol mezza giornata per arrivarci; l'Assessore è sempre affaccendato; e poi si va a scomodare un ,!!alantuomo perchè si ò trovata una buccia di cocomero sulla propria porta? ci sarebbe dn far ridere i 1>olli.Co ì nell'amministrazione grossa si spende cli più e si ot– tiene di meno. Al>biamo accennato che ognuno dei Consigli par– ticolari ha. il suo bilancio spccinle. -~foigrossi bilanci Jo cifro non si possono controllare; uno storno di qualche centinaio di lire, un favore illegale, un sus– sidio segreto, sono piccoli incidenti impercettibili ; e a furia cli piccoli incidenti impercettibili il bilancio va in malora. Eppoi chi può perder il tempo a stu– diare il bilancio~ chi controlht se le spese son tutte reg-olari? un prirnto, che nndasse nella segreteria del Municipio a domandare che gli vengano mo– strati i mandati di pagamento, sarebbe messo nlla ])Orta. Delhi revisione del bilancio 11011 sì occupano nemmeno i Consiglieri comu1hlli: nominano dei re– visori dei conti, che fan le viste cli rivedere, trovan t.utto in ordine e chi s'ò visto s'ò visto. Jnyece, nei microscopici bilanci dei piccoli nuclei feclcrati,•i, lo spostamento di dieci lire è 1111 fl\"\'Cnimento, che non si può celare; con un 1 occhiat:1. ci si rende conto delle entrate e delle spese; i contribuenti, che hanno sem– pre interesse a. controllare il hilancio, possono quindi esercitare benissimo il loro diritto; e se <1ualche dubbio nasce, uou è necessario fare delle inchieste lunghe: a quattro passi c'è quello che dovrebhe aver ricevuti i quattrini 1 e si f11presto a farlo cantare. Al di sopra cli questi piccoli Consigli particolari c'ò poi il Consiglio comunale, che si occupa degli affari generali, coordina. l'o1>cra dei Consigli 1>artico– lari, distribuisce per ognuno di essi i fondi. Anche in questo caso i Consiglieri, essendo lilJeri da tutto il ciarpame delPamministraziono minuta, 1>ossonocon poca. fatica badare agli affari comuni o non han bi– sogno nò di molti irnpio~ati, nè di indennità. Del resto il Consiglio, invece cli nominare un Sindaco e degli Assessori incaricati di tutto mentre i Consi– glieri non fanno niente, si divide in tante Commis– sioni, ognuna delle quali si prende un campo del– J1ammini13trnzione1salvo il fttr 1:mnzionare i propri deliberati in seduta plenaria. Nello città di media grandez:1.a l'amministrazione non si complicherebbe pili. :Nelle grandi città, come Napoli, al di sopra dei Consigli rionali o sezionali, ci sarebbe necessariamente il ConsigJio cittadino, in– caricato di occuparsi degli affari generalissimi: uni– versità, linee tramviarie, porto, riscossìone del dazio consumo, ecc. e, evidente che gli amministratori del Consiglio cittadino, essendo liberi di tutti i piccoli affari locali, potrebbero occuparsi sul serio delle loro incombenze. Ogni Comune rionale sarebbe sovrnno nella. sun giurisdizione: imporrebbe e riscuoterebbe le tasse dirette, avrebbe, suJ provento del dazio consumo ge– nerale, diritto ad una ciuota in proporzione della. sua. popolazione, spenderebbe le sue rendite per sò di– stribuendo le spese fra. i ,·ari Consigli inferiori, con– tril>t1ircbbe per la sua parte alle s1>ese d'interesse generale, organizzerebbe i sen•izi locali secondo le necessità Jocali. 1~: evidente che in un tale sistema il numero dogli impiegati stabili \"Crrehbe ridotto ai minimi termini, gli elementi elettivi Rarebbcro dei ,·eri amministra– tori e non dell e macchine per firmar le carte scri– bacchiato dagli impiega .ti, la hurocrazia spMirebbC'. [ denari verrebbero s1lesi sul luogo stesso della ri– scoi;sione da. r1uelli stessi, che han pagato, sotto gli occhi e il controllo diretto de~li altri, che han 1>a– g-ato; il denaro non farebbe 1>H1 il giro Yizioso <:ho fa og-gi; 11ccorreda tutte le ()arti in una cassa sola, dove si rimescola t.utto in modo che ognuno non vi riconosca 1>iilil suo, o poi ritorna fuori, non verso cp1elli che l'hanno pagato, ma ver~o quelli che hanno le mani pili lunghe per 1>remlerlo. J I denaro del pubhlico non sarebbe pili il dcnnro cli nessuno, nel <111ale è lecito tuffar le mnni; continuerebbe ad esser sempre il denaro cli cittscuno, sul quale ciascuno ter– rebbe spalancati gli occhi per ottenere - giacchò ha. avuto la. clisgrazia di sborsarlo - che sia almeno spc~o bene e non rubato dai bricconi. Nel sistema fedcrntivo i ùiftadini esercitano tutti costantemente con poca. fatica una piccola porzione di sovra nit:,, fan parte di qualche Commissiono, par– tecipano all'amministrazione por mezzo del referrn– <lmn, sono chiamati molto spesso durante Panno, ora a rivedere un piccolo bihmcio, ora a eleggere i mem– bri di una Commissione, ora. quelli di un Consi~lio. :Xon sono piì:1gli automi moderni, che ogni t.re anni vanno a cacciare in una cnssettina. di vetro un pezzo di carta stampata, sommini13fr11tocon ~ran lusso di réclame da un Comitato di persone autorevoli - sono cp1este le pesti della vita pubblica moderna - poi as1>ettano a. bocca aperta che si sa1>pia quale lista ò uscita vittoriosa, come la sern del sabato si at• tendono i numeri del lotto, e se ne vanno a casa ad aspettare che i vincitori lo rendano felice. Nel sistema federativo il cittadino si educa alla Yita.pub– blica, ò lui che amministra sò stesso, si avvezza a contare solo sulla propria iniziativa e non su <1uella di un'autorità .lontana; e nello stesso tempo che si svilUllPll in lui il sentimento della propria individun– lith, si avvede che egli non ò un atomo avulso dagli altl'i atomi e unito con 1111 filo a somigli.rnza. degli altri a.tomi con un punto centrale, ma fa. parto di un sistema molto più complesso, nel quaJo egli ò strettamente solidale col suo vicino, e JlOicogli altri meno vicini, e poi cogli altri piìt lontani: il senti– mento dell'autonomia individuale si feconderà quindi in lui col sentimento della solidnrìeL.\ sociale. 11federalismo non si cIC\·oconfondere col decen– tramento . .n decentramento non ò punto contrario all'accentramento, ma ne ò la conseg uenza necessaria quando l'accentramento ò diventa.to assurdo. Napoli, per esempio, è u1ù1mministrnzio11e decentrata; non essendo materialmente possil,ilc sbrignre tutti gli af– fari, sempre accumulantisi al centro, anche dopo che sono passati attraverso al filtro delle raccomanch1- zioni o della camorra, l'amministrazione è stata ob– bligata a decent rarsi: cioè il potere centrale del Co– mune divide la cit.tà in sezioni, stabilisce in c1uestc delle amministrazioni inferiori e delega. a queste le 1wo1>riefunzioni; ,·i sono così in ciascuna sezione dei piccoli Sindachini nominati e comandati dal grosso 'inclacone. Ora, a ))arte il solito fi'\tto che questi Sindaci in– feriori non possono da. sè soli amministrare la. loro sezione, quand'anche essi creassero flila. loro volta. un numero infinito di Commissioni subordinate, che si dividessero il lavoro, IA. cattiva. amministrazione e la corruzione si avrehbero lo stesso: sarebbero scm1>re delle :1utoriti\ venute ùall'alto, inc,uicatc di go\"ernare i sudditi ; autoritìt le quali non debbono render conto del loro 01>erato ni cittadini, perchè non \la questi sono elette, ma nll1autorità. su1leriore, che li ha nominati; e, non potendo essere sorvcglinti

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