Critica Sociale - Anno VIII - n. 18 - 1 novembre 1899

CRITICA SOCIALE 283 c1asse; trasformando cosi la giustizia penale da in– granaggio di dominazione politica in clinica sociale preservativa. (') Sicché la teorica della difesa sociale come fon– damento del < magistero punitivo» - per usare il vecchio involucro verbale ormai prh•o di conte– nuto - mentre, integrata colla sintesi ora accen– nata, risponde alle condizioni positive e presenti della società. eoutemporauea, resta pure come mèta A criterio delle future, inevitabili - e già incomin– ciate - frasformazioni della giustizia penale in accordo coi dati dell'antropologia e della sociologia sulle cause e quindi sui rimedi della criminalità. ENRICO FERRI, ( 1) Analoga soluzione et deve dare alla funzione sociale della relifrlone, che il Kmo (Soclal Ri;olutio», l.ondon, t891ll nperta– mente 11O1tiene avere l'ufficio di reprimere e traltenere le aaivltà individuali in conftitto <'Ogli il1lcres11i sociali (cioè della classe dominante), Oli riSJlOSe, tra gli nitri, Il I.ORIA (La thjorte 1oclo– logique de M. Ktdd, nella Reo. o,tern.. de 8oclol., luglio 18991, che non solo cosi 11abbaesa la religione alla runzionf' ,ti allea1a d"l gendarme (cioè del ministero penale In quanto sen·e al dominio di classe) ma si disconosce a torto che tale funzione cel!serAquando l'antagonl1uno delle clMsi soclnli sarà eliminato dal più progre– dito ordinamento economico. LA QUESTIONE MULIEBRE Uinchiestc• Gmnbcwotta. - ll voto alle donne. - La lott« di se.,.•o. - L'em«n– cipctzione econ,01n"icct. Finisco in questo momento di leggere l'Inchiesta sulla do11.na di Guglielmo Oambarotta {'l'orino, Bocca, '99): è una miniera d'idee, un brulichio di fermenti sentimentali ecl intellettuali; ho bisogno di parlarne; e ne parlerò ripetutamente e lunga– mente, qui ed altrove. Già, io amo le inchieste, e rispondo sempre a tutte quelle cui mi s'invita, a solo patto che abbiano carattere di onestà e di sel'ietà nella sostanza, e di precisione e di sempli•• cità nella forma: poichè esse, dice bene in questo libro Alessandro Groppali, permettono di gettar lo scandaglio nell'oceano procelloso ecl oscuro della grande anima d'una nazione, e servono, se non altro, come indice e termometro del modo di pen- sare dell'élite intellettuale. · Il bravo Oambarotta ha infatti scelto i suoi nu– merosi collaboratori non già negli annuari ufficiali, ove sono, fregiati degli ambiti simboli cavallereschi, tanti nomi d'illustri nullità misconosciute e paten– tate; ma semplicemente e francamente nel libro d'oro ove il cuore e la mente del popolo imprimono i nomi a lui cari, i soli nomi, che, piaccia o non piaccia a1la critica in coda di rondine, andranno alla posterità: perché iu generale, pensa il Gam– barotta, ed io di gran cuore me gli associo, l'uomo noto vale più dell'uomo ignoto, od almeno nessun criterio individuale è, più della notorietà collettiva, criterio sicuro per giudicar del valore d'un uomo: del suo valore sociale, intendo, non del suo valor personale, che è tutt'altra cosa e che può e deve essere misurato a tutt'altra stregua. Per conquistarsi una larga e durevole notorietà, è necessario, infatti, e comprendere a fondo, inti– mamente, lo spirito del proprjo tempo, e l'anima della propria gente, ed esserne altrettanto com– presi: sentire, dunque, e pensare all'unissono coi nostri simili, e possedere l'arcano dei loro cuori e dei loro cer,•elli, e conoscere il verbo segreto al cui suono essi pulsano e pensano in ritmo coi nostri; l'uomo noto, sia o non sia un grand'uomo agli 810 1ote ri u no ts1arc u occhi dei bibliotecari, degli accademici e dei su– peruomini, è per lo meno «qualcuno»: è un in– dividuo direi quasi sintetico, vale a dire « rappre– sentativo»: è un vero eletto del popolo, è un potente leader della folla anonima e formidabile, è il de· putato spirituale di tutti queJli che lo ammirano e che !o amano. . .. Max Nordau, Teodoro Moneta. Guglielmo Ferrero, e, se non erro, vari altri, esprimono in questo libro, rispondendo alla quinta delle domande del questionario, un sacro terrore delle conseguenze che nascerebbero dal diritto elettot·ale amministra• tivo e politico riconosciuto giuridicamente alle donne: il loro voto sarebbe quasi sempre conser• vatore, anzi reazionario, secondo il Nordau, che pure non glie lo vorrebbe negare, in omaggio alla logica ed alla giustizia; sarebbe il colpo di g,·azia. al paese, ribadisce il Fe1·rero, perchè non s'ispi– rerebbe che al gretto spirito neofobo, al meschino egoismo di classe, alla stolida venerazione pel go– verno, alla morbosa passione per tutte le vanità della politica, che formano il fondo della psicologia sociale della gran maggioraaza delle donne ita– liane; tale riforma sarebbe insomma, conclude il Moneta, nei nosfri pae.si latini e dal punto di vista liberale, uno sproposito enorme. Non credo, non credo, non credo: pl'ima di tutto, perché oggi, dico oggi, tra le donne che realmente profitterebbero del diritto di votare, la proporzione tl'a progressiste e reazionarie sarebbe certo meno scoraggiante di quel che sia già. fra gli uomini; poi, perchè moltissime donne oggi sono reazio11a1·ie soltanto perchè noi (noi per modo di dire: cioè troppo gran pal'te dei sedicenti liberali) le abbiamo finora lasciate, anzi fatte educare e dfrigere, o me– glio incretin.ire e traviare, dai pedanti e dai preti, pausando stupidamente che, dopo tutto, ciò fosse in• diffe1·enteed iru1ocuo,e magari anche utile e sedativo per la quiete interna della famiglia e per• le vicende esteriori della pafria e della civiltà. Ma, quando anch'esse votassero e decidessero, allora sarebbe un altro paio di maniche, come lo fu e lo è già. per le masse operaie e pei contadini: catechizze– remmo, educheremmo, e: lavoreremmo» anche le nostre brave donnine: dico nostre, sempre per modo di dire, e rifel'endomi a quelle, e son molte, pur h'oppo, che ne avessero di bisoguo: l'uomo ha bene, sulla donua, anche senza picchiarla, dei mezzi meravigliosi di persuasione ... Alle u1·ue, alle urne! Ma..... se voterete pe1· i preti, per i forcaioli, per i militaristi, tenetelo bene a mente: niente carezze; niente baci; niente ..... di niente. Non dubitate: non ne andrebbe, nè a palazzo Marino, nè a Monteci– torio, nemmeno uno! . .. S'intende, che scherzo: questo sistema non s'ap– plicherebbe che alle donne:..bambole, come se ne applicano di consimili, e giustamente, agli uomini– fantocci; ma, per tutte quelle che sono capaci di pensare e di governarsi da sè, e in potenza son molte più che in effetto, noi vogliamo la più ampia, la più assoluta libertà, anche morale: la quale li– bertà, è superfluo notarlo, 11011 esclude, anzi implica e ne è essa stessa condizione slne qua non, la persuasione, la propaganda, l'apostolato, a base di fatti positivi, di ragioni evidenti e di concrete finalità., che noi uomini, insieme con le donne mi– gliori e più evolute, eserciteremmo in mezzo alle altre, elettrici nuove ed ancora inesperte. Alle urne, alle urne! Bisogna che le donne strap– pino agli uomini, magari coi mezzi stessi di cui dicevo poc'anzi, con un ammutinamento ostinata-

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