Critica Sociale - Anno VIII - n. 7 - 1 aprile 1898

()8 CRITICA SOCIALE non si debbono vendere. Nave venduta, nave ri– messa in costruzione è nave mancante alla difesa del paese. 'l'utlo ciò dal punto di vista del conservatore or• todosso. Ma pei socialisti! E che importa ad essi dell"llalia grande nazione militare! Non hanno essi combattuto tutti i bilanci della guerra e della ma• rina? Non ,ogliono essi disarmare e convertire i cannoni in aratri e le corazzate in navi mercan– tili 1 scuote.-e di dosso al paese la cappa di ferro del militarismo che gli comprime il respiro 1 E potevano essi rinunciare all'occasione che loro si porgeva di porre il Ministro in contraddizione con sè stesso! So il Governo dà ragione a noi, dovremo noi votare contro noi stessi1 Questo hanno detto io sostanza i deputati socia– listi; e non fu abile trovata di opportunità, come pretende, nel Co1·1•fere, il Torraca. Volete vendere Io navi! Eh! vendetele, e non due sollanto. ma metlete all"asla la flotta, se così vi piace: non noi ci scandolezzeremo. E se fili ammiragli e gli um– ciali non posaono !Cinders1 dal loro amato naviglio (come gemeva un oratore), ,,endete col naviglio aucbo fili ufficiali e gli ammiragli. ~la non ci sec– cate poi col chiederci nuovi milioni per i vostri folli arma1nenti; non venite a piangere sulla deca• denza della nostra marina da guerra. Lasciatela decadere, in sua e ,,ostra malora. Molte e più utili cose, con quei milioni che oggi affondate nel mare, rifioriranno sulla terra! . .. Ma.... e il lavoro nazionale! e la sorte dogli operai! Fu questo l'argomento principe onde si empirono la bocca il Ministro e i suoi difensori, compresa, anzi in prima linea, la Sinistra estrema. E - com– movente armonia! - rispondevano gli operai dei cantieri di Genova, manifestanti per le vie, auspici i fratelli Ansaldo e la Regia Questura; scambiavano strette di mano col signor prefetto; spedivano a noma telegrammi, saturi di riconoscenza. IJOptnione, per scusare il Go,erno d'essersi· sal• vato anche coi voti socialisti, lira in ballo an– ch'essa il lavoro nav.iouale. « Si osservò che al ri– sultato della votazione contribuirono i socialisti, in cui nome parlò l'on. Turati; ma chi avrebbe po– tuto supporre disdicessero le loro idee sulla necessità dello sviwppo del lavoro na1.ionale ! Sarebbe stato, in verità, strano che i socialisti avessero votato la mozione, contro la quale tante e si efficaci erano sta te le obbieziooi, attinte specialmente alctnle- 1·es11e t otllimp ctelle etassl tavo,·atrtct. » Ebbene, anche questo no, consorella lusinghiera. Per bandire queste frottole al paese, cèrcati altri compari. La dichiarazione di voto, che tu mostri di dimenticare, era anche su questo punto espli– cita abbastanza per toglierti ogni illusione. I deputati socialisti sono tutti troppo giovani ancora por avere dimenticato la loro economia politica. Il lavoro nazionale! Sanno bene che cosa significa, sulle labbra dei Ministri, questa bella parola. li lavoro nazionale sostenuto colle sovveozioni agli armatori, colle imposte spogliatrici, sostenuto coi bilanci della guerra! Quale sanguinosa ironia! Alt1·e, ben altro provvideuze ha bisogno per ri– norire il lavoro nazionale. Sopratutto che il Go– verno non se ne immischi. Esso, dove tocca, uccide. Dopo aver levato al lavoratore anche la camicia, quaudo questi tumultua o minaccia, gli dà, è vero, talora il tozzo di pane di un poco di lavoro, ren– dendogli a stento !"interesso del capitale che gli ha tolto. Ma questo pane di polizia non è allro, in ve– rill\, che il premio di assicurazione degli spo– gliatori. 1 umo B1ar o E volete ,•edere, o ingenui operai di Liguria, come le sorti del lavoro nazionale stanno a cuore a quei signori I Domandatene ai vostri fratelli filatori di Valle Sessera; domandatene alle contadine del basso Bolognese. Proprio in questi giorni quelli e queste ve ne potranno dare qualche interessante novella! LA CRITICASOCIALE. RIVISTA INTERNAZIONALE Gli St.uU Unlt.i o Cuba. I.Ondra, ~Il ma,·.:o ll/98. Qual ò la ragiono por cui gli Stati Uniti, 1>01>0l0 o Governo, si preoccupano cosi vin,menlo della questione cubana, preparandosi perfino, in favore degli insorti, art uscire dalla. loro larga agevole strada di conquista industrialo o commerciale per entrare noi tortuoso sen– tiero della guerra1 Si tratta forse di cupidigia territo– riale1 Non pare: poichè la grande società americana ha. territorii a. dovizia; o se essa. pure fosso im·asn. dalla fames terree, avrebbe dO\'e cercare ben altri pasti poi suo stomaco colossale. E come si può credere allo. spiegazione utllcia.loamericana, che cioè l'anarchia. o In. guerra. di Cubo.esercitino uni, influenza malefica. sulla vita. economica, sul movimento di affari degli Stati Uniti1 Ma sul mercato giornalistico, oltre che queste ingenue della. diploma.zio,corre un'altra spiegazione: quella. so– ciologica. I sociologi della e teoria della razza:. ravvi– sano in quest'ngitaziono un nuovo e1>i~odio del miste– rioso intrinseco antagonismo dogli anglo-sassoni contro i latini. E la spiegazione sarebbe giusta se, invece di una antipatia fisiologica di razza, eEso.assegnasse uno. causa ben più potente e profonda: l'antipatia d·origine o di carattere sociale, che può sorgere anche entro i limiti della razza stessa quando in ossa si sviluppano due tendenze di vita sociale Opposto. Da questo punto di ,,ista l'episodio cubano conlomporanco si riattacco. a tutta la. grande epopea combattutasi quarant'anni or sono negli Sta.li Uniti fra la società agricolo-aristocra– tica. e la società. democratica industriale. La controversia fra lo duo scuoio di sociologia ò così viva, e cosi importanti teoricamente sono le conseguenze della. sua soluziono, che motte conto di gotta.re uno sguardo addietro su questa storia pass ata., in cu i si possono sludiaro meglio, su linee maggiori, lo cause dell'episodio contemporaneo. Che cosa.erano gli Stati Uniti del Nord e quelli del Sud originariamenlot Donde venivano lo diJferonzo rra gli uni o gli altri: di(Terenzocosì orgo.nichee profondo da generare una <lollepiù colossali guerre del mondo 1 Dal punto di vista della razza, gli Stati del Sud: la Georgia, la Luigiana, la Pensilvania non differivano in nulla dal gruppo nordico della Nuova Inghilterra. Gli uni o gli altri si erano svilup1>atidai germi dello co– lonie anglo-sassoni, misti di clementi olandesi. svet.lesi, francesi o spagnuoli. La prcdomin(lnza dell'elemento nnglo•sassone era identica negli uni o negli altri, come ò mostrato dal fatto che la. lingua inglese, le leggi cd i costumi dcm10sticiinglesi trionfarono tanto all'estremo Sud, quanto all'estremo Nord. Le differenze dei due gruppi erano non di razza, ma sociali; erano la conseguenza del fatto cho i coloni del NorJ, qunntunquo partiti corno quelli del Sud dallo

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