Critica Sociale - Anno VIII - n. 7 - 1 aprile 1898

Critica Sociale RIVISTA QUINDICINALE DEL SOCIALISMO SCIENTIFICO Nel Regno: Anno L. 8 - Semestre L. « - A.ll 'E•tero: Anno L. IO. Semestre L. 5,50. Lettere, vaglia, cartoline-vaglia ali' Ufficio di CRITICASOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E. 23 (1,' pino iOblll) Anno VIII - N. 1. Jfon. si vencle <t nunieri se1u1,1•aU. Milano,1. 0 aprile 1898. SOMMARIO Attualltà. Liquldau, w·,uidate pu,·e.' (I ... , CnlTICA SOCIAI.K). Rli:tsta h1Uraaito11ale: Gli Searl U11Hf e Cuba (O. M ), Contro le t :loten.re dei« oenwuomlltl » (O. B. IM.t'ALL0MENI e LA CRITICA). Studi sociologici. Soclau,mo e 1octall1tt in StcWa CO. UONAOIVSO). l>ue llbrt .rul .tOClall.rmo (U Sat:erlo MerU,10; Il (IVASOE BoS03.t1), SOCUlll.1momunicipale In h1ghtllernJ (G. MER:0:-1). /I ,octoll1mo tld Btf{JlO (OIUSKl'l'S RIINSI), Filosofia, letteratura e varietà. Jlolletth10 bibllogra/fco: « Discorrendo di 1oclali1mo e di ftlo1on:i • di A11to1tloLalwiola (i-:. I.OSCAO).- e fl'ill1lpO Buonarroti • di a. Roma,io cara,iia (g. .r.). Pubbll(:a.:Eo,ii Pt'l't:t'IIUtt' In dono. Liquidate, liquidate pure! Il voto dato sabato scorso (26) dai deputati socia• listi contro le mozioni De Nobili e Carmine, la prima recisamente avversa alla vendita cli navi da guerra in costruzione su privati cantieri, la seconda riservante sulla eventuale vendita il giudizio del Parlamento - voto .che concorse con quello della Estrema Sinistra a sorreggere il Miuistero barco!• !ante - non apparve chia1·0 a parecchi nostri amici, malgrado la dichiarazione che lo accompa– gnava e le spiegazioni sommarie date già dallo Avantt ! È opportuno dunque spender\'i intorno qualche altra parola. Come l'episodio nacque sarà ricordato. Volti in vergognosa fuga dal voto del 23, che imprimeva sul loro duce il marchio rovente, i masnadieri cri• spini, maestri d'imboscate, profittando dell'assenza del Ruclinì e della Camera spopolata, tentarono improvvisa riscossa tendendo al l\·Iinistrodella ma• rina la trappola a ooppio fondo di una interroga– zione, nella quale egli cadde con tutto il suo peso e colla goffaggine che lo distingue. sronclatala, si trovò in un trappolone più vasto, alle prese con una mozione di cui non potè ricusare la discussione immediata. La mozione - somiglianle io questo alla Divina Commedia! - offi·ha tre sensi all'interprete; si presentava sotto triplice aspetto. Il primo e il pii', superficiale era l'aspetto giuri– dico. Può il Governo vendere « navi dello Stato• senza autorizzazione del Parlamento 1 Co::,isuonava - e negava - la mozione. Questione sciocca, poichè la legge non lascia dubbio in proposito. li Governo non può. Rimaneva a vedersi, in concreto, se la Garibaldi e la I ·arese - le navi cui si alludeva - fossero navi dello Stato. Il che gli oppositori affermavano e il Ministro negava. Ma il problema giuridico - interessante senza dubbio per un'accademia di giuristi - diventava indifferente per la Camera, dove alla questione giuridica si sovrappose ben presto quella politica e morale. E conveniente che quelle navi siano vendute! E dietro a questo que– sito se ne appiattava un altro ancor piu sottile: è conveniente provocare, su questo tema, una crisi di Gabinetto, o totale, o parziale I Tali furono i due problemi che si trovarono cli fronte i deputati socialisti. . . . Quanto all'nltimo, nessun dubbio li poteva tur– bare. Bastava vedere chi la crisi provocava per sapere cui gioverebbe. Lanciare sassi all'hnpazzata per l'ipigliarseli sul capo sarebbe dar prova di ac• cortezza politica I E che altro avrebbero fatto i deputati socialisti, aiutando una manovra il cui effetto sperato e1·a di portare al Governo i piu turpi nemici della libertà del paese! Certo, il Go– verno presente non è affatto il Governo ciel nostro cuore: combatterlo e scalzarlo in ogni occasione ò nostro preciso dovere. Ma combatterlo e scalzarlo a vantaggio di un Gove1·no migliore, non a bene– ficio di una peggiore camorra, di un qualsiasi vice· Crispi in aspettativa. E finchò un Governo amico, non diciamo di noi, ma amico di libertà non sia possibile avere, la presente combinazione, debole, incoerente, incapace di un'azione reazionaria serrata, può apparire ancora un meno peggio. Per aiutarne la caduta, un partito, che non voglia essere anar– chico di fatto, deve prima vedere a favore di chi sa1'à per aprirsi la successione. D0\'0 insomma sce– gliere l'ora. Ma questi accorgimenti di tattica pal'lamentare sarebbero cosa meschina e dovrebbero cedere il campo di fronte a una questione di principii. La questione di principii si annidava nell'altro pro– blema: si devono vendere le navi I E qui vogliamo essere schietti: gli oppositori <lei Oover10 aveano scelto molto abilmente il ter1·eno. Dal punto di vista del Governo, dal punto di vista di qualunque sostenitore del presente regime regio e militaresco, quella vendila - anche messi a parte i sospetti di perroniane pastette - doveva appa– rire cosa mostruosa. Ma come 1 Avele appena finito di singhiozzare sulla decadenza della nostra marina da guerra: ci acete umiliati coll'esempio delle altre « grandi nazioni :t: ci avete estorti milioni su milioni - fatti della fame del popolo - perchò non vi sem– brava che le nostre coste fossero abbastanza difese: ed ora per un pugno di quattrini cederete le fre– gate pronte ad uscir dal cantiere I Ha un bel dire l'Opinione, che ci accusa di so– fisma: le uavi si ricostruiranno, e ritardo non vuol dire rinuncia. Il Ministro è forse uno stregone? Sa egli quel che ci preparano, nei quindici mesi di ritardo, le complicazioni internazionali? No, no, il dilemma vi attanaglia: o le navi non sono ne• cessarie, e non si dovevano fare; o lo sono, e

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