Critica Sociale - Anno VII - n. 16 - 16 agosto 1897

242 CRITICA SOCIALE qualche parte dell'opera romantica di quei messeri; ma è lungi dall'essere la principale. Questa è spe– cialmente diretta a tenere sottomesso il popolo, ad avel'lo docile strumento per le elezioni comunali e politiche, a farlo servire economicamente e poli, ticamente. In Sicilia quell'opera dei signorotti ricorda l'e– poca feudale, ed è ben nota per le molte cose che ne hanno scritto persino autori amici dei presenti nostri Ol'(linamenti; ma essa non manca nelle altre provincie italiane, ove ha luogo con pii1 o meno vigore, e persino. sebbene tenuta un poco in freno dalla stampa, si ritrova anche nelle grandi città. A me pare, salvo errore, che scopo principale della nuova legge del domicilio coatto sia precisa– mente di afforzare quel dominio dei signorotti e di permettere loro di sbarazza,•si di qualche troppo noioso avversario. Non credo che quella legge sa1·à. mai adoperata - salvo casi molto e ccezionali - contro ai capi socialisti, repubblica.ni. o anche solo liberali. Vedete che nemmeno il Cris pi, infine, ha avuto il coraggio di mandare al domicil io c oatto il Turali o il Ca\'allotti (I). La legge opere1· à.si contro le idee liberali, ma sa,-à coll'isolare i ca pi man– dando i semplici grega1·1 al domicilio coatto. Ap– punto pe1·ciò temo che la legge, sia pure modiO– cata nelle forme, finir;\ coll'essere approvata, perché e sa soddisfa gli interessi della maggior parie della classe go\•ernante. E se anche 11011 sarà app1·ovata, vi si supplil'à, come si é sempre fatto, coll'ar– bitrio. In Italia le leggi valgono presso a poco ciò che vuole il ministro. L'attentato dell'Acciarito, gli scio peri, tutto ò detto circostanza g1·ave ed eccezionale, ed i presenti ministri hanno detto chiaro nella Ca– mera ed in Senato che in tali circostanze non cre– dono dovere seguire strettamente la legge. Dicono, ò vero, che di ciò che fanno allora sono responsabili davanti al Parlamento; ma ò una canzonatura. Che responsabilità può essere quella dell'autore princi– pale di un delitto, se pe1· giudica1·lo sono chiamati i suoi complici? Le leggi ci sono appunto per tutela della minoranza, per toglie1·e che la maggioranza governi dispotiC<'"lmente. Ed è pur 1roppo per quell'arbitrio governativo assecondato dalla voglia di servire della nostra Cas– sazione e di altri giudici, che sono pericolosi certi articoli della legge, i quali altl'imenti non sareb– bel'O che ridicoli. . .. Vediamo, per esempio, la disposizione per la quale possono essere assegnati a domicilio coatto: colo1·0 che con alti prepm·ato1'i abbiano rnani/èslato il cteltbm·ato V'>"'0JJ0sito di attentare, con ·vie cli fatto, aU'o,•ainamento detta famiglia e delta JJ1'01n•ietà. Pat·e tale disposizione diretta confro i socialisti, e credo bene che cosi sarà in Italia, coi giudici che (') Non ai lusinghi troppo Il prof. rareto. Quanto al Turati, per e~empio, Il 1>en1iero el fu, e lungamente meditato; non è molto, un peuo grouo, di coloro nppunto <'he ,·e !"avrebbero do,·uto mandare, 1i race,•a bello, con noi che 1cr1,1amo, dei e l!enlimenti liberali» dimostrati coll'e1ser1i egli op1>O1to a quella misura. 1 ... , ,,uale, 1e non fu prei.a, Il Turali lo deve 1O1tnnto 111 ca&0 fortuito di dimorare In Milano; se v!,evn nel Veneto o in l.igurla o nel– l'Rmllla o nel meridionale, avrebbe toccato - e giustamente - parl ,orte coi Cabrlnl, coi vergnantnl, coi Gandolfo, ecc., ecc. Del resto e'è l!empre tempo per r1par11re. I~ in 1>ro,·lncia dl Ro– vlROnon ,·enne for1e formalmente denunciato per l'nnegnazione Il deJlutato Badalonif S'intende btne - e lo scrivemmo allora In quelle pagine - che, dato l'1alituto e dal! I criteri dell'applica– zione, noi rllerremmo assai più giuetiffcau, l'aHegnazlone di Ba– daloni, di Turati, di Prampollnl e loro aomlgllanll, che non quella di tulll gll altri eoclalìui meno noti e pertanto meno« maleftcl •· (Nota ~lla CRJTICA Socu,LB), B1bhotecd G1 o Bianco abbiamo; ma sono altresi sicuro che, se dovesse giu– dicare il Banco de11aregina inglese o il tribunale federale s,•izzero, non un solo socialista sarebbe colpito da quell'articolo. In quanto all'attentare con vie cli fatto all'ordi– namento della famiglia, mi pa1·e che fosse il 'l'u1•ati ad osservare che non ci sono che gli adulteri di cui ciò si possa rettamente dire. ton ho mai sen– tito nessuno più sfegatato fautore dell'amol'e libero dire che voleva separare con vie di fatto marito e moglie. Concedere facoltà di separarsi a coloro che ne mostrano desiderio, non ò davvero attentare con vie di ratto alla loro unione. F'o1·se si mira chi vuole abolire reredità. Già lo Stato, colle sue tasse, ne p1•endein certi casi una parte notevolissima. Se un ministro propor1•à.di accrescere quella parte, rara presisamente ciò che si vuole punire col domicilio coatto. 1\Ja si obbiettori\, è con una legge che il minisfro vuole porre in atto il suo divisamento. Ebbene, che dHlè1·euzac'è coi socialisti? Non ho mai sentito che nessun di loro volesse abolire l'eredità altrimenti che per legge. Se poi si mandassero veramente al domicilio coatto coloro cke attentano con vie di fatto alla proprietà. po,·eri protezionisti, sarebbero i primi colpiti! Un operaio, che ha ricevuto la sua paga, vuol comperare farina americana per farsi il pane. Viene un doganiere e gli impedisce colla forza di ciò fare. Ecco le vie di fatto. L'operaio è costretto a compe1·are la sua r,wi11ada certi mugnai che, in g1·azia della protezione, hanno un monopolio, e si fanno pagare carissimo; onde l'operaio è deru– bato ~i parte del suo salario. Ecco !"attentato alla proprietà. Anche qui forse si di1·à:tutto ciò è legale e quindi sfugge alle nuove disposizioni sul domicilio coatto. Ma si incappa anche nella risposta gi;\ data: anche i socialisti vdgliono operare in virtù di leggi. sicché nemmeno contro di loro varrebbe quella disposi– zione della nuova legge. Allora coutro chi è diretta? r socialisti vogliono che la propl'ietà dei capitali sia colletti va; nel che credo che abbiano torto, ed ò pe1·chòcosi la penso che non sono socialista; ma infine hanno sempre detto di vole1·e ottenere ciò COII le~gi. Facciamo un paragone: .\, B, C.... vogliono che, X, Y, l..... vogliono che mercò una legge doganale, che, mercè leggi dello Stato, sia costituito un monopolio questi abbia il monopolio di corto merci. I dei capitali. Domandasi corno può stare che, in quel mede– simo modo, X, Y, ½ .... abbiano manifestato il « de– liberato p1-oposito di attentare con vie di fatto allo ordinamento della proprietà », e come, invece, A, 8, C..., non abbiano lo stesso, identico, proposito. Che giustizia ò quella che mancia uno degli A, 8, C.... in Senato, e uno degli X, Y, ¼..•. a domi– cilio coatto 1 ,\, n,e... dicono che ope– rano poi bono del« lavoro nazionale >. X, Y, z.... dicono che ope– ra.no poi bono del « lavoro nazio nale >. X, Y, ;.,; .... meritano maggio1·e credenza di A• .B, C.... perché, infine, questi ultimi hanno pl'incipiato col fare ricchi sè stessi, e « al lavoro nazionale » toccarono solo i loro avanzi. Chi ciò nega, abbia la compfacenza di citare socialisti che col socialismo abbiano guadagnato milioni come i signori prote– zionisti colla protezione. A, 8 1 C•.. chiedono solo colla legge di recare in atto il loro « deliberato propo– sito >. X, Y, ½... chiedono pure unicamente alla legge di recare in atto il loro « de– liberato proposito >.

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