Critica Sociale - Anno VII - n. 15 - 1 agosto 1897

226 CRITICA SOCIALE narclelli, entrerebbe fra non guari a far parte del IL D o MI e IL I o e o A T T o Gabinetto. I pr·ocessi bancari. farti e da farsi, le mangerie venute in luce-,che inquinano l'alta burocrazia sino alla soglia dei gabinetti dei ministri, formano lo sfondo del quadro. * * * Di fronte a tutto ciò i socialisti sarebbero grulli se non sentissero quanto cresca, di giorno in giorno, l'importanza della loro funzione, quanto le loro forze siano avvalorate dalle paure e dagli spro– positi dei loro nemici. Certo non è per loro me– rito - ma ben dev'essere a loro pro - se, per la fiacca costituzione delle classi medie in Italia e per l'apatia dei partiti liberali, è esso, il partito socialista, che riassume quasi in sè solo la difesa attiva della legge, della probità, dei diritti del la– voro, se il malcontento e la rovina d'ogni onesta operosità nazionale cercano in esso l'interprete e il vendicatore. Bene s·avveggono del pericolo taluni mep.o ciechi giornali della borghesia; e, tratto tratto, guaiscono le solite giaculatcwie. Ma il destino economico, che ha consegnato l'Italia ai ladri ed ai violenti, è più forte di. loro e la loro voce esce a mala pena dalla strozza. Serriamo dunque le file : facciamo nostro motto ii carpe diem dell'antico savio epicureo. Il momento è nostro. Sfringiamoci sopratutto attorno al nostro gior– nale quotidiano, questa gran forza morale, che ha fatto suo l'antico non tace/Jo ! di CampanelJa. Ogni suo numero è una f,irte battàglia. è, quel che è più, è sempre una battaglia vittoriosa. Più oltre pubbli.'hiamo anche noi il manifesto del Comitat9 milanese. per l'abolizione del domicilio coatto. E quella che esso inizia una campagna della più alta importanza pel proletariato italiano e per noi. Già le adesioni piovono frequenti e il lavoro è co– minciato nelle principali città. Telegrammi da Roma informano che il Rudinì, impressionato dall'agita– zione, pensa a non insistere sul disegno di legge. Ma i socialisti non disarmeranno di fronte a questa, che ben potrebb'essere una maliziosa manovra ad– dormentatrice. Se le forze popolari, dimenticando le sterili e set– tarie rivalità di partiti e di uomini, sapranno unirsi in quest'impresa e condurla con sagace accortezza, l'importanza morale del successo eccederà di gran lunga il risultato immediato. Noi consideriamo que– sta campagna come una prima mobilitazione delle forze popolari italiane a concreta difesa delle ele– mentari libertà. Superata questa prova, acquistata con essa la coscienza del proprio valore, sarà facile ad esse procedere oltre. E il giorno - immancabile - che il Governo attenterà a quel che ci rimane di suffragio popo– lare amministrativo o politico, i Comitati contro il domicilio coatto, trasformati in Comitati per il suf– fragio universale, guideranno il popolo italiano alla battaglia campale per la conquista del diritto dei cittadini. · Pel regim~ della frode e della violenza sarà il principiò della fine. LA CRITICA SOCIALE. Chi ci ha mandato da Bologna, 19 luglio, la cartolina-vaglia di L. 4, n. 185-861, senza indi– cazione del mittente, è pregato di farsi conoscere alla nostra Amministrazione. BibliotecaGino Bianco I I. L'appello del Comitato Milanese. Il 25 giugno scorso, una numerosissima as– semblea milanese, nella quale erano rappresen– tate 118 associazioni fra operaie e politiche, deliberava: essere il caso di iniziare una viva agitazione in tutta Italia a fine di prevenire la eventuale approvazione del disegno di legge sul domicilio coatto ed ottenere l'abolizione di questo istituto; ed eleggeva all'uopo una Com– missione, con facoltà di aggiungersi altri mem– bri, e di eleggere corrispondenti in altre città, onde, 1nediante Comizii, pubblicazioni speciali e con ogni altro 11iezzo adeguato, abbia a rea– lizzare lo scopo. D·epositarii di cotesto mandato, noi iniziamo il lavoro, confidando nella cooperazione dei coscienti e dei liberi. Il domicilio coatto - triste privilegio del– l'Italia fra gli Stati civili - è bestemmia giu– ridica e strazio funesto dei principii su cui poggiano la civiltà e la giustizia; esso viola lo Statuto che proscrive i giudizii di Commissioni straordinarie (art. 71), esso spezza la vita di migliaia e migliaia di cittadini, che han da presumersi innocenti poichè niun fatto punibile è accertato in loro confronto. Una denunzia segreta; una procedura occulta, timida della luce, schiva di ogni vero controllo;. indi la relegazione in un'isola, fra malvagia compagnia di gente o bestiale o imbestialita dall'iniqua condanna; cinti dal disprezzo e dalla diffidenza degli isolani; sommessi alle più odiose vessazioni, muniti di sussidii irrisorii, con l'ob– bligo di procurarsi un lavoro troppo spesso impossibile; -cose, non uomini, nella sconfinata balia di mercenarii aguzzini. Tale fu sinora (e nella realtà fu anche peggio) il domicilio coatto. Se umanità e dottrina lo ripudiano, l'espe– rienza, ormai lunga, decisamente lo condanna. Documenti nfiìciali pongono fuori di controversia che esso, anzichè il sanatorio, diventa di ne– cessità il focolaio di ogni fermento criminoso. Non vi fu ministro che, chiedendone la tolle– ranza in via provvisoria, non dichiarasse di averne in cima dei pensieri l'abolizione. Questo ripete il Di Rudinì; intanto, sotto co– lore di migliorarlo, tende a perpetuarne l'impero. Ma il disegno, che attende ancora l'appro– vazione della Camera, cela nelle sue pieghe ben altro veleno e prepara ben maggiori pe– ricoli. Con l'estendere la minaccia della legge; oltre l'àmbito dei sospetti di delinquenza comune,· ai

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