Critica Sociale - Anno VII - n. 9 -1 maggio 1897

CRITICA SOCIALF. che agli uomini uniti alle donne o ai fanciulli; agli uomini uniti ai fanciulli che non alle donne ed ai fan– ciulli insieme. Interessante è anche veùerc come si comportano i fattori <leisesso e dell'efa nelle varie regioni d'Italia.: negiont Donne Uomlnl t'anclulll Piemnnte 1237(6 scioperi) 1112(7 scioperi) 135 Liguria. 32 (I ) 200 (1 Lombardia 903 (8 . ) 1994(16 270 Veneto 220 (2 . ) 1179(3 40 Emìlia. 1047(6 Toscana. 1148 (1 1134(4 14 Marche 51 Umbria 60 Lazio 2550 Abruzzi 930 Campania 350 (1 569 (1 50 Puglia 50 Basilicata Calabria Sicilia 8890 3430 Questa tabella ci 1.fa un quadro curioso della distri– buzione del lavoro delle donne e dei fanciulli nelle varie regioni; perchè la distribuzione geografica degli scioperanti corrisponde in massima alla distribuzione degli operai. Infatti, mentre la donna sta. a. pari con l'uomo, tanto per numero di scioperi (6 su 13)che per numero di scioperanti (12'.P su 2349) in Piemonte, non dà. più che 8 scioperi su 24 in Lombardia; l su 2 in Liguria; 2 su 5 nel Veneto; I su 5 in Toscana. Nel– l'Italia. meridionale la donna. non comparisce più nelle statistiche degli scioperi, fuorchè in occasione di uno sciopero casuale, e anche sciocco, in Campania. Quanto a determinare un rapporto tra l'esito, il sesso e la regione, abbiamo troppo poche cirre per potervi fare saldo fondamento. La. percentuale più alta di scio– peri fa.vorevoli per le donne è data. dal Veneto (2 su 2) e dalla. Liguria (I su I). In Lombardia e in Piemonte la percentuale degli scioperi fortunati di donne è al disotto di quella degli uomini. Bisogna però notare che nel Veneto e nella Liguria gli scioperi erano di donne sole: mentre in Lombardia e in Piemonte le donne scioperavano in unione con uomini e con fanciulli; per cui l'influenza del sesso e specialmente della mescolanza. dei sessi e delle età ò in questi casi più forte dell'in– fluenza. della regione sull'esito dello sciopero, mentre invece la regione ha una. forte influenza sul numero delle scioperanti. Anche per quanto si riferisce ai fanciulli c'è una gran differenza da regione a regione. Essi appaiono appena nelle statistiche delle regioni dell'Alta ltalia,specialmente in quelle della Lombardia e del Piemonte; ma anche in queste regioni essi non formano che 1 1 1 '! e 1 / 11 della massa lavoratrice. In Sicilia invece essi formt1.noda soli quasi 1 I, del totale dei solflltai. Questo fatto è mo\10 grave perchè, computata. pure la precocità. di sviluppo dei popoli meridionali, esso mette in mostra. lo srrutta• mento inumano colà. praticato dei fanciulli, ancor più doloroso e funesto di quello delle donne. 6. 0 Regioni. La conclusione a cui si viene subito, dopo un'occhiata. superficiale data alla tabella Il del Bodio (pag. 28), C che gli scioperi sono molto più frequenti nell'Italia set• ientrionale che nell'Italia meridionale. Intatti 4 sole regioni dell'alta Italia (Piemonte, Lombardia, Veneto ed . Emilia) danno più scioperi (56su 100)che tutte insieme le altre 12 regioni d'Italia. E la stessa differenza che nel numero degli scioperi si ritrova, tra Italia. del Nord e del Sud, nel numero degli scioperanti, nella durata, nel motivo e nell'esito. Secondo le cause il numero degli scioperi si distri– buisce in ciascuna regione così: turesisttrt Rt;ionl tu H■tllf Ptr li■iHliOM l Hltllf Ptr P!"ltll.l ftr u,rui ,iulUlt f.rari, l'trul, 11!1. 111hluit11 p11J.i liulari1 Piemonte 3 2 Liguria Lombardia 15 2 5 Veneto " 2 2 Emilia 1 Toscana 2 2 Marche 2 Umbria Lazio 5 3 Abruzzo 1 2 Campania 2 Puglie Sicilia 7 5 2 Si vede che nelrltalia meridionale due sole regioni, il Lazio e la Sicilia, fanno eccezione e sì riannodano all'Italia superiore, dando scioperi per rivendicazione di diritti calpestati. Invece una regione delle più indu– striali dell'Italia del Nord, la Liguria, si ravvicina al– ntalia meridionale, non solo por la.scarsità degli scioperi, ma anche per la categoria a cui questi appartengono, riguardo n.l motivo. Se si confronta poi l'esito degli scioperi col numero di essi secondo la. regione, ancor più chiara si vien de• lineando la differenza. tra le varie regioni. lltglonl Sciope,I Etito f""oruole Tran1u:ione >:1110 negativo Piemonte 13 6cioè 47·)/ 0 4cioè28¼ 3 cioè 25°/., Liguria 2 1 • 50 • 1 . 50 • Lombardia 31 7 . 23 • 14 • 4G » IO . 30 • Veneto 6 2 . 33 • 2 . 33 • 2 . 33 • Emilia 6 1 . lG > 3 . 50 • 2 . 34 • Toscana 6 1 . 16 • . 32 • 3 . 50 • Marche 3 2 » 66 • . 33 • Umbria 1 1 » 100 > Lazio 1G 9 • 54 • 2 . 13 • 5 . 30. Abruzzo 3 1 . 33 • 2 . 66 • Campania 6 2 . 33 • 2 . 33 • 2 . 33 • Puglia 1 1 • JOO > Sicilia. 12 . 42 • 1 • 8. 6 • 50 • Si vede dunque che le regioni più favorevoli allo sciopero sono il Piemonte e il Lazio. La. ca.usa. deve trovarsi per il Piemonte nella migliore organizzazione dovuta in parte almeno al carattere individua.le, che si av\'icina di più al nordico, che è calmo, paziente e su– scettivo di organizzazione; cosicchè, con la metà. degli scioperi che si fanno in Lombardia, il proletariato pie– montese ottiene lo stesso numero di esiti favorevoli. Quanto al Lazio, o per esser più esatti a Roma, entra in gioco un altro fattore. Gli scioperi di Roma sono per •1~ di scalpellini e di vetturini; ora a Roma c'è troppa. gente interessata a soffocare ogni occasione di malumori e di rumori pubblici. Il terzo posto per scioperi fortunati spetta alla Lom• bardia: essa ne ha. 7. Ma per &\'ere queste 7 vittorie si sono dovuti fare 31 S"ioperi; i quali, se tornano ad onore del carattere lombardo in quanto 9 di essi furono fatti per solidarietà e per protesta, non indicano una

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