Critica Sociale - Anno VII - n. 9 -1 maggio 1897

CRITICA SOCIALE 141 « Noi crediamo che il chiamare pal'lamentarismo, o avanzo lii parlamentarismo, quello scambio di servizi e quella distribuzione delle funzioni sociali, senza di cui la societa non potrebbe esistere, sia, un alterare senza ragione il significato accettato delle parole, e non possa che oscurare e confondere la discussione. « Il parlamentarismo è una forma di Governo; e Go– verno significa potere legislativo, potere esecutivo e potere giudiziario; significa violenza, coazione, impo– sizione colla forza della ,·olontà. dei governanti ai go- Yernaii. « Un esempio chiarirà. il nostro concetto. « I vari Stati d'Europa e del mondo stanno in rap– porti tra di loro, si fanno rappresentare gli uni presso gli altri, organizzano servizi internazionali, convocano Congressi, convengono espressa.- o tacitamente in un certo diritto delle genti, ranno lo. pace o la guerra, senza che vi sia. un Governo internazionale, un potere legislativo che faccia la legge a tutti gli Stati, ed un pot.ere esecutivo che a tutti l'imponga. e Oggi i rapporti tra i diversi Stati sono ancora in molta parte fondati sulla violenza e sul sospetto. Alle sopravvivenze ataviche delle rivalità. storiche, degli odi di razza e di religione, e dello spirito di conquista, si aggiunge la concorrenza. economica. creata. dal capi– talismo, cosicchè siamo ogni giorno minacciati <la.Ila guerra ed ogni giorno vediamo i grossi Stati fare vio– lenza ai piccoli. « :Machi oserebbe sostenere che per rimedia.re a questo stato di cose bisognerebbe che ogni Stato nominasse dei rappresentanti, i quali, riunitisi, stabilissero fra di loro, a maggioranza di voti, i principii del diritto inter– nazionale A le sanzioni penali contro i trasgressori e mano mano legirerassero su tutte le questioni tra Stato e Stato; ed avessero a loro disposizione una forza per far rispettare lo loro decisioni 1 e Questo sarebbe il parlamentarismo esteso ai rapporti internazionali i e lungi dall'armonizzare gl'interessi dei vari Sta.ti e distruggere le cause di conflitti, tenderebbe a consolidare il predominio dei più forti e creerebbe unu. nuova classe di sfruttatori e di oppressori inter– nazionali. Qualche cosa di questo gene1'e esiste di già in germe nel «concerto» delle grandi potenze, e tutti ne vediamo gli effetti liberticidi.» . . . « Dunque - bo risposto io - in una società. organa.ta secondo i principi del socialismo anarchico, la mino– ranza dovrà, nelle cose di grave interesso comune in– divisibile, cedere al parere, e mettiamo pure al volere della maggioranza.; ma la. maggioranza non dovrà. abu• sa.re del suo potere, ledendo i dritti della minora.nza. Senza un compromesso di questo genere, la convivenza non sarebbe possibile. « Fin qua siamo d'accordo. « Ma, se una. minoranza non vuole acconciarsi al parere della maggioranza in una delle questioni sud– dette? Voi dite, che in questo caso, non ci potrà essere Anarchia. Dunque la volontà di una piccola minoranza, .anzi d'un sol uomo, potrà. far sì che l'Anarchia - come l'intendete voi - non si attui niente aITa.tto. Un pugno di farabutti o di reazionari o di eccentrici o di nevro– tici, anche un sol individuo, potrà. impedire che funzioni il sistema. anarchico, soltanto col dire di no, rifiutandosi a cedere volontariamente alla maggioranza. E siccome qualche arfasatto ci sarà sempre in qualunque società, la conseguenza. del vostro ragionamento è che l'Anarchia lv IIU a u è una gran bella cosa, ma non si attuerà. mai: il suo regno non è di questo mondo. « Io invece concepisco l'Anarchia in un modo meno assoluto. Non metto !'aut aut che mettete voi. L'idea anarchica por me si-comincerà ad attuare molto prima che gli uomini raggiungano lo stato di perfezione, per cui, compenetrati dei vanla.ggi dell'associazione, essi cedano volontariamonlo gli uni agli altri. Essa ci deve suggerire fin da ol'a. dei modi dì provvedere ai comuni interessi e di risolvere i conflitti., che possano nascere, senza autorità, senza accentramento, senza un potere costituito in mezzo a.Ila società, capace d'im1JOr1·e la volontà propria e i propri interessi alla moltitudine dei soggetti. « Questa ò l'unica Anarchia attuabile ed è un'Anarchia prossimamente attuo.bilo: di essa soltanto vale la pena di occuparsi. e Prendiamo gli esempi addoUi da voi. Voi dite: « In una società. anarchica non vi può essere polizia.. ri.-ta perchè non vi sia polizia, bisogna che gli uomini si rispettino a vicenda, che un galantuomo possa. cam– minare per le vie senza la paura di essere aggredito, od almeno nella sicurezza di essere direso dai vicini e da' viandanti, se aggredito da un più forte di lui. Se i deboli avessero a temere d'esser accoppati per le vie, essi invocherebbero una polizia che li proteggesse, e l'Anarchia se ne andrebbe a gambe all'aria. « Cosicchè voi ponete il dilemma : o nessuna. forma. di difesa. sociale o collettiva dal delitto, tranne la.difesa fortuita della. folla - oppure la polizia, il Governo, l'ordine di coso attuale. e lo invece credo che tra il sistema attuale e quello che presuppone la cessazione del delitto ci sia posto per forme intermedie - per una difesa. sociale che non sia la funzione di un Governo, ma che si eserciti, in ciascuna località, sotto gli occhi e il controllo dei cit– tadini, come un qualunque servizio pubblico, di igiene, di trasporto, ecc., o quindi non possa. degenerare in un mezzo di oppressione e di dominazione. e Preparare queste forme, e farle prevalere alla forma autoritaria attuale o ad altro simili, ò appunto il cOm– pito dei socialisti anarchici. Ma questo c6mpito non lo eseguiranno se essi diranno: l'Anarchia non è possibile che allorquando la. società. non avrà più bisogno di garantirsi dal delitto - perchò non si commetteranno più delitti. e Nelle relazioni fra popoli voi dite: « Gli Stati oggi fanno paci e guerre, osservano certe norme di giustizia. nei loro rapporti (diritto dello genti, ecc.) senza. un Governo, un Parlamento, una polizia internazionale. E come non vi accorgete che il Govemo dei Governi c'è, ed ò di quella. potenza o di quelle potenze che hanno it maggio!' numero di cannoni e il maggior numero di uomini per caricarli e 1>erdi– fenderli 1 E corno non v'accorgete che i rapporti attuali fra' popoli sono embrionali, e che i trattati di commercio, lo convenzioni postali, sanitarie, monetarie, ecc., e il cosidetto diritto delle genti, accennano a relazioni che tendono a divenire permanenti e regolari; sono le prime linee di un'organizzazione degl'interessi internazionali, che si andrà. sempre più sviluppando dopo che gli Stati attua.li avranno cessato di esistere? « Noi dobbiamo adoperarci perchè questa organizza– zione sia fatta in forma. federativa o libertaria.i non negarne la.necessità. e l'utilità. A me pare, francamente, che voi rimanghiate ancora a mezza via tra l'indivi– dualismo e il socialismo.::&

RkJQdWJsaXNoZXIy