Critica Sociale - Anno VI - n. 18 - 16 settembre 1896

Zi6 CRITICA SOCIALE immediatamente conseguibile nei presenti regimi, mn. possano estendersi anche t\ ciò che, essendo semplice– mente compatibile con essi, 1>otràav,•erarsi, per roru di congiunture, in un tempo anche meno prossimo, o che ad ogni modo ser"e a. noi rrattanto corno eccellente strumento di propaganda socialista. Malgrado la com– plessità. un po' indeterminata di questo. rormole, cho abbraccia più cho non stringa., consentiamo in parlo nel pensiero ch·essa contiene. Rimarrà. però ancora. da \'eùere se l'arbitrato o la nazione armala rispondano appunto a tutti i requisiti a cui il Kautsky accenna Non a torto, ci sembra, nella discussione a.ICongres5o, un delegalo del e partito indipendente del lavoro » 1 l'in– glese dolt. Pankhurst, osservava che la civiltà nuo"a esige il disarmo o non l'armamento generale. So poi sarl\. il caso, secondo gli replica"a il Lansbury, della e r 1 ederazione socialista democratica inglese», di armare il popolo, dei paesi in cui il socialismo avrà trionrtLto, contro le possibili reazioni dei pacai ancora indugiantisi nel capitalismo, sarà cosa. da vedersi quando saremo a questi ferri. Se noi fossimo costretti col coltello alla gola ad inalberare, in questa materia della pace inter– nazionale, un articolo di programma minimo compa– tibile col capitalismo, preferiremmo - platonismo por platonismo - quello degli Stati Uniti d'Europa., che si raccomanda., allo stesso titolo delle unità nazionali, al corso no.turalo dello sviluppo sempre più cosmopolita delle industrie e dei commerci. Ma a noi pnro che in una materia cito è, por ora, c<,mpletamente sottratta all'azione diretta del proleta– riato, meglio giovi, per la logica. dolln teoria o poi ri • sparmio dello rorze, toner distinto le runzioni spetta.nti allo vario classi sociali. E runz.ione del capitalismo in• seguire questa. quadra.tura del circolo; conciliare la sua politica di violenza o di cupidigia nazionale ed inter– nazionalo con la diminuzione dello speso militari, con le protesto ftlnntropiche contro gli onori della guerro. Il socialismo considera lo stragi del campo <li battaglia con lo stesso occhio col quale considera la strage silen• z.iosa ed incessante di milioni di vite proletario sacri– ficate, dall'attuale modo di produz.icne, nl Moloch insa– ziabile della proprietà privata i e la patria del socialismo non finisce agli Urali nò al gotro di Guascogna. Esso insorge, in nomo della civiltà, contro la barbarie dolltl violenza al ser,•iiio del privilegio, sia essa esercitala contro un popolo di diverso idioma.,o contro un popolo che parla lo. stessa lingua do· suoi dominatori. Due sono le grandi cagioni che oggi rendono più dir. ftcìle lo scoppio delle guerre rra i popoli cosidetti civili. Primo: il progresso delrarte della distruzione, le ill\'OR· zioni micidiali per cui ogni Stato tome di sco.tenare una tempesta di cui non può calcolare a p1·iori le conse• guenzo devastatrici. Cosl ò che noi \'Odiamo oggi lo po• tenie assistoro col moschetto al piode o.I massacro di decine di migliaia di Armoni in terra ottomana, e nessuna osa di intervenire, non già por timore Jel Turco, cito è ormai un cada\'ere ambulante, ma por timore delle potenze ,,ic:ine, con lo quali non può accordarsi circa la distribuiiono del bottino. L.a seconll& o non minoro cagione è la paurn dei sollevamenti nll'intorno che, in caso di conflagrazioni internazioimli, non mancherebbero di nascere. Premendo su questa seconda molla, il prolo– tarinto organizzato o cosciente costringerà le spade ad arrugginire nel rodero e porsuaderU. a lungo andare i go\'erni dell'inutilità dogli eserciti per quanto riguarda. lo guerre internazionali. L'organiznzione e la propa– ganda socialista è dunque il vero antidoto dello spirito B1b oteca Gin B a co di guerra nel presente - come sarò, in avvenire, la spodostatrice dell'organismo militare. Circa la terza proposta del deliberato - decisione ùella pace o della guerra rimessa al popolo - noi non abbiamo nulla da osser,·aro in linea teorica; ci sia solo permesso di muo,•cre qualche dubbio sulla sua prati– cità. E evidente che un tale postulato non ha ,·aloro so non riguardo a quello rra i due eventuali bellige– ranti - abbia o no preceduto una decisione arbitrale - il quale intenda dichiarare pel primo la guerra. Quando la guerra ò dichiarata, quando un esercito sia per ,arcnro il confine, si capisco che il Parlamento della no.1.ioneaggredita deliberi immediatamente misure di diresa, ma non è concepibile che si ordini un ,·efe- 1·emlwn o si aspelti ch'esso abbia deciso se il oo,•erno debba. o non debba nccettare le ostilitò.. Mo, o.nchocosi limitato, dubitiamo assai che il ,·cfet·e,ulum, in linea generale, sia miglior giudice, che non un Parlamento, della opportunità di dichiarare la guerra; che la pas– sione popolare, ftnchè il popolo ò educato o sobillato dal capitalismo, sia una più salda garanzia contro I macelli internazionali. Popolo è parola od ò cosa molto clastica, ed ò nncora lontano da. essere sinonimo lii pl'olelariato. Certo, vi hanno guerre impOJ>olori- si pensi alla guerra. d'Africa, so in Italia a,•esse do\'ulo deciderla un plebiscito - vi hl\nno paesi a suffragio ristrelto, il cui Parlamento non rappresenta che un interesse di esiguo minoranze. In quei casi e in questi paesi - politicamente arretrali - il nferenllum, per la guerra sarebbe utile; sgraiiatamento ò appunto in questi paesi sopratutto che il concepirlo è un'utopia. lntlne - finchò almeno questa pratica. non sia adotlo.ta da tutti gli Stati - lo agitazioni o lo provocazioni inscindibili da un nferendum. di questo genero ben possono in\'erlire lo parti rra. i due Stati in dissidio e raro che lo Stato, che attendeva In dichiarazione di guerra, prerorisca. rompere gli indugi o risol\'ero lo dubbiezze dell'altro col farsi assalitore. Quasi nppendico alla propost a di ,·e ferenclum vieno la protesta contro il sistema dei tratta.ti segreti. Questa appendice ò tanto più degna di encomio in quanto appunto si J>resenta soltanto con carattere di protesta e, come tal('i risponde al più 1>urospirito democratico e non v'è onest'uomo che In possa palesemente ricu– sa.re. È pnssato il tempo che lo guerre si combatle"ano unico.mento per capriccio o per ambizione di monarchi, ma il segreto dei trattati permetto ni monarchi - e alle caste che s'appiattano presso i troni, specio.lmento alla casta militare - una lenta aziono preparatrice, che può uere. sullo scatenarsi della guorro, influenza decisi,·a. Quando si pensa che i maggiori o più civili popoli tl'Europa sono, ancor oggi 1 incatenati da vin– coli segreti, ignoti ai loro Parlo.monti, ignoti persino - talvolta - agli stessi ministri responsabili che li dovono subire, vincoli da cui dipendo l'nssetlo dei bilanci, l'atteggiarsi dolio. politica interna, o può dipen– dere quando che sia la ,·Ha di innumerevoli cittadini, la vita e la saluto della patria - si può giudicare quanto sia bugiarda questa pretesa civiltà. - o qunnto \'nlgano questi Gorerni sedicenti liberali, che hanno bisogno del complotto per sostenersi e che, come le nottole od i gufi, non possono patire la luce, che li sgominerebbe. Noi. Al prossimo numero l'ultima pa,·le <lellosludto Fi11is Polonia.e? cli CAu1.o l(AITTSKr.

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