Critica Sociale - Anno VI - n. 6 - 16 marzo 1896

CRITICA SOCIALE 83 nucleo: senza essi cascava come un sacco vuoto. Seppero giovarsi del momento: sentirono che i fini futuri non li dispensavano dal dovere presente; diedero all'agitazione il pensiero animatore e avreb– bero dato, occorrendo, le carni A.Ilefucilate. Manè l'orgasmo dell'ora, nè la pau,.,. di essere sospettali di viltà, li spinse oltre i segni certi entro i quali stava l'intel'esse, nettamente apprezzato, del loro partilo. A Milano, il sabato in cui l'agitazione pel funerale della vittima Osnaghi rifroducova, come un ricalco, quella pel funerale d Victor Noir a Parigi, dopo un bre,•e colloquio col prefetto, il cui divieto birresco li faceva, essi soli, arbitri de1la guerra civile, essi si radunarono e librarono il da farsi. Il movimento pareva ormai incoercibile, ma il prefetto, schernendo la legge che citava, aveva decretato il piccolo stato d'ilssedio, guarni~ioni fresche e sicure empivano i quartieri" poc·anz1 de– serti e aRH sbocchi della città si dissimulavano i cannoni. Il corteo dell'indomani sarebbe stato la legalità, ma sarebbe stato il massacro: e con quali effetti f a pro di chi e di che cosa f La risposta a tali quesiti ru il manifesto dei socialisti, che diffuso, la sera, a diecine di migliaia nella città e nei sob– borghi. percosse il movimento di sincope. Virtù meravigliosa di una salda organiuazione. di una chiara visiono dei fatti e di un sentimento virile della disciplina. (') . . . Queste le conclusioni che, osservati senza tra– ve11gotedi parte, ci suggeriscono i fatti della quin– dicina; delle quali, se anche non tutte liete. è buono prender nota per norma nostra del domani. Ora, rovesciato il \•ecchio saltimbanco ladrone e san– guinario, si nuota, a sentir molti, nel giulebbe. Gli ufficiosi stanno piroettando e ordendo garbati ri– catli per riguadagnarsi Il ,Piatto dagli uomini che tino a ieri hanno sputacchiati. Tanto, per parte nostra - scrisse con austera franchezza 11solo crispino di Milano, proprio all'indomani del crollo - sia Saracco con Ricotti e Brio; sia Saracco con Rudinì; sta chi st voglia essere (stc), lo vedremo di buon grado - purché, soggiungeva, parta in guerra contro i radicali. A soggiungere questo ora non si risica nulla. E pare che tra I radicali comprendesse il Con•te,•cd ella se1·a o la Peneveranza, che ac– cusava il di appres.so d'essere i veri promotori delle « cngnare milanesi ,. (') li 11arallelltmo tol tllttl del renn1lo '87'0, dopo J'au1ulnlo di Vlttor Noir per muo di Pietro non1parle, the furono pre– hadlo alla taduta di Napoleone Il plctolo, l notuoll111lmo. Anthe allora ferm.ato enorn1e: 11 tema,a th• la pollda ruba.ue noue– temp o Il udauN, tanlo che uotlnala d'operai cu atodlYano la u.aa mortuaria. A MIiano, coma l noto, Il t'urlo ha proprio ton• ,u mato, rra tarl1Ye. ru.alonl a cbarmlnalladell'ntorlt• riudiaia.rla totl mlterablll, th• motff.ro lo 1tomaco partlno a un ur4cl010 uao a delJlutln rii 1corplonl. Antha a P•rlrl la folla Yolna tbe Il corteo truerau11 la clii• • a eh\ retlatua la ramlglia del morto... Non lunga dal cimitero di NaulllJ - ttrln uno ato– rlto - una piri• di coloro che rorm1nno l'lmman,o corteo t•n• tarono di nohara rl.,.lendo tol rualro 1u Parigi. Sarebbe staio compNlmattert In un tonftltto 1anruln01.> la causa democ.ratlta di cui tutto prturl.-a Il proulmo trlooro. Numerose trappe erano ammuute In nrf punt i di Parl11. La ra"rloaa alflna ebbe Il di• 10pra, ecc. • (H. w, 01.lf: HUtt>lre dw 1eeoJ1d etnplre, Pari&, liii; th11•- XIV). Poco dopo, In dlpudenu d•&II ., ... 1 ra,u. HHndt,1! arrtttato Rodierort, l"IJilulon• tu 11 tolmo; ma era nelriote• reua della democrazia di e.-ltare una tolll1lone. E anche allora la nota del ungtH freddo ru datA dal aoc.l•ll1t1. L'M•otfo,.fone dei l•coratOrl pubbllc4) un mant(•1to che 1e.rmlnua coal: e La Rholullone aun&11.a IJrln pasti; non mattinmole intoppi e.on una Jmp11.aleouben leglttlrna n:a ella 110tr•bba diventare. din– strota: ogni ora dlmlnuitte le rone del dl1poU1mo e aume.nll\ le notlre. Alfretllamo coli• propaganda e 1'orJ1tnl1tazlone Il trlonro d11tloitlYO, ma non compromettiamolo con un·a1lone troppo preclpltau1..• (MAOIH, Il/Idem). Guerra. dunque, ai radicali: questa la nota del :~:::~~ii~~ pnu;n t: ~• \~:~6 1 ~n 00 n"fh::t~ le dittature, non haono meritato di m9$'1io. Il go– verno, nelle llgure dominanti, non è p1U di ma– snadieri, ma é, ricordiamolo bene, di reazionarii decisii nulla dobbiamo attendere da esso, neppure il rispetto della ie~e e quello del 1!9llsie1'0.Il primo suo atto fu di \•1etare il Comizio antiafricano a Torino; e il secondo di lesiol\1'0 l'amnistia politica, concedendola (era il patio della salita) olle vittime dei Tribunali militari, non ai pel'cossi iniquamente dalle leggi eccezionali, non ai rei dei nuovi cri– menlese della borghesia. Così vengono fuori quei di Sicilia e Lunigiana., e stanno dentro, o ci vanno, quei che hanno protestato pel costoro martirio. Col Crispi e con la sua coorte, il partito socia– lista fece apparenti rapidi progressi. La violenza e la frode smaccata, ch'eran l'anima sua, movevano a noi, ogui giorno, mille simpatie, mille proteste, milio malcontenti; ma non e1•a tutto guadagno sodo. Noi non attendiamo la vittoria da colpi di mano o da insurrezioni confuse. La nostra via è parallela all'evoluzione borghese, che acuisce e fa coscienti gli antagonismi collettivi. Ma questo Go– verno, guaidrappato di blasoni e uscito dalia si- lu:~:1:S ~~~}:•ud~J/•t:fta~.ts=: 1 6t!~ nicare nel retrobottega, pur non comparendo nella ditta. La rivoluzione, che sarebbe stata essenzialmente borghese, ebbe il suo momento e abortì, ne di– cemmo le ragioni. Ora nessuna delle diOlcoltà della situazione pofrà esser risolta. Non parliamo delle ~rn~:;, cl~t!:i~P~ r:;:~1ictr Fn 11 ~•~n:!~ 1 ~o: muterà; dal cerchio della Triplice non si esce, fiochi> duri in Italia la dinastia; nè un rav\•icinamento alla Prancia è desiderabile da alcuno, finchè questa stia cucita a fil doppio colla Russia. Vero che è questo un circolo \'lzioso i la Francia sta con la Russia, perché noi stiamo con l'Austria e con la Germania, e l'Inghilterra con nessuno: ma è un circolo che per ora non vi ò chi abbia forza di frangere. - lo Ardea faremo la pace, ci racco– glieremo nel triangolo; ottima idea! Sebbene la parola spetti ora un pochino anche a Menelick. E inolt1•0,la paco 11110 a quando1 In questo noi stiamo - per quanto ribrezzo ce ne nssa1$a - col Mal– Uno e colla 1trtbuna. O si vien via, sopprimendo le spese militari, ché alle interne ribellioni bastano le guardie di questura; o ci si arma ed avanti Il medio termine è il meno tenibile, ma c'è un altro triangolo che vieta al Rudini maggiori rinculi, e va dal Quirinale alla Consulta e a palazzo Braschi. Ma a questo ha da pensar lui. Due mesi ra, sotto l'altro padrone, l'Eccellentis– simo nostro Procuratore Generale ci confiscava il giornale perché auguravamo, con dolore, una so– lenne batosta alle armi italiano, che rinsavisse il paese. L'augurio rude par\•e bestemmia persino ad amici. Oggi, quel che noi scrivevamo allora e ci costava ii sequestro (il processo no certo, chè la magistratura indipendente avverto squisitamente le arie mutate). oggi é ripetuto, su tutti i toni, da tutti. f'in la tari!Tgrada Perseoemn;a (13 corrente) trova che e Ja S\•entura ha del buono; ... se sa– remo sa\•ll - soggiunge - Abba Cll1'ima sarà staia la nostra salute». E nella Lombardia (stesso gio1·no), un moderato di dodici cotte, il prof. Brcole Vidari, rincalza la • verità dum » aHertendo che, « dopo tutto, quelle ,•ittime gloriose giovarono egual– mente alla patrin; perché questa, destala quast dt sop,·assallo alla n.oUzia lletl'immane cltsaslro, s'accorse d'un tratto del precipizio spaventoso in

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