Critica Sociale - Anno VI - n. 6 - 16 marzo 1896

CRITICA S001.lLE 91 bano Vlfl, papi, Richelieu e anco Bacone, credeva nell'astrologia, aveva creduto di leggere negli astri i segni preannunziatori di rivolu;:ioni sulla terra, raa~;:~~l~~~e~;!i~1:!arei~~ ~~ll~~~~il'O e ar 0 !~~1~, i del suo convento e li eccitò a pronttare dell'occa– sjone per ro,•esciaro il governo spagnuolo e sosti• tuire alla monarchia una repubblica teocratica, onde dovevano escludersi i gesuiti, e, occorrendo, ster– minarli. Egli si annunziava predestinato da Dio a tale impresa; secondo Naudè, pretendeva di avere, al pari di san Francesco di Sales, frequenti colloqui con Dio, e si faceva chiamare il Messia. Egli do– veva operare grandi cose con l!I, parola e con le armt; dove,•a servirsi della parola per predicare la libertà contro la tirannia dei principi e dei pre– lati, ed impiegare le armi dei banditi e degli esi– liati, allora numerosissimi, per completare l"opera della parola. Si propone,•a di solleva1·e il popolo; questo abbatterebbe le porte delle prigioni e libe- 1·erebbe i detenuti, bruciandone gli atti processuali e arruolandoli nella insurrezione. Contava inoltre sull'appoggio del Visir Assan-Cicala, che comandava la flotta tlirca, ancorata nei paraggi di Guardavale. Assan-Cicala era nato in Calabria, ma per fuggire la dominazione spagnuola ave,•a lasciato il suo paese natio e s'era fatto musulmano. Più circostanze favorivano il suo disegno: la Ca– labria era piena di condannali al bando; reiterate ed eccessive contribuzioni spingevano il popolo alla rivolta. Il padre Dionisio Ponzio di Nicastro s'incaricò di spargere la rivolta nella provincia di Catanzaro, e vi si adoperò con zelo ed eloquenza; e~li parlava di Campanella, come detrinviato da D10per fondare la libertà e pe1• « liberare il po– polo dalle vessazioni dei ministri del re di Spagna, che vendevano per danaro il sangue umano e op– primevano i poveri e i deboli. > I monaci della regione lo secondarono con ardore; nel solo con– vento di Pizzoli, 25 monaci erano incaricati d'ar– ruolare i banditi ; pil1 di 300 domenicani, agosti– niani e francescani erano implicati nel movimento; al momento dell"azione, 200 predicatori dovevano spargersi nelle campagne per sollevare la rivolta; l&X>banditi erano pronti a combattere, i nobili dovevano secondaro il movimento, o nel processo i testimoni menzionarono i vescovi di Nicastro, di Gerace, di Melito e di Oppido, come racenti pa1•te del complotto. La sollevazione dovea scoppiare alla fine del 1599; tutto era pronto, quando due tradi– to1•irivelarono la congiura. Il conte di Lemos, viceré di Napoli, col pre– testo di proteggere le coste contro i tui•chi, inviò tr_uppe che s'im{>adronirouo degli insorti, colti alla spl'ovvista, e li imbarcarono per Napoli. Per dare un esempio, il vicerò foce squal'tare vivi due con– giurati sulla galea che li trasportava e ne fece ap– piccare quattro altri alle antenne. li padre Dionisio Ponzio fu arrestato tra,·estito da laico; Campanella - scoverto in una capanna di pastore, do,•e lo aveva nascosto suo padre, nel momento in cui eragli riuscito, dopo un ~iorno intero di trattative, di guadagnare un barcatuolo che lo trasportasse sopra una nave turca - fu rinchiuso, a Napoli, nel Castello dell'Uovo, nel 1000, l'anno stesso che Giordano Bruno era arso vivo a Roma. Campanella riteneva che il popolo si leverebbe al suo primo appello. E corno no, s"oi gli apportava la libertà e lo conduceva nella terra promessa 1 Come triste dovette essergli il l'is,•eglio dal suo entusiastico sogno, allorchò si vide solo, abbando– nato da tutti, obbligato a ricorrere ad un bal'caiuolo che gli rifiutava la sua barca per fuggil•e! Fu senza dubbio il ricordo di que,ta pungente delusione che gl'ispirò quel sonetto cosi veridico e sconfortato, nel quale si rivela la sua pietà pel popolo e do,•e ri– produce _pensiel'i e sentimenti che hanno provato 1 rivoluz10nari di tutt'i paesi e di tutt"i tempi. IL POPOLO. (') Il 8,~•f:~~r: r:~ub:s:~~;a:i;e~l~r::!'ì A eesi e botte di ltgni e di sassi, Ou1dato da un ranciul che non ha possa, ch·egli potria disfar con una scossa; Ma lo teme, e lo serve a tutti spassi: Nè sa quanto è temuto, chè i bombassi Fanno un incanto, che i sensi gl'ingrossa. Cosa stupenda! e· appicca e imprigiona Con le man proprie, e si dà morte e guerra Per un i:arlin di quanti egli al re dona ( 1 ). Tutto è suo quanto sta. fra cielo o terra.: Ma no 'I conosco: o se qualche persona Di ciò ravvisa, e' l'uccide ed atterra. Egli pagò con un lungo e duro mo.rtirio il suo tentati"o rivoluziona.l'io e i suoi attacchi contro la. Compagnia di Gesù, giacchè è probabile che, senza l'odio dei gesuiti, la collera del gove1•nospagDuolo si sarebbe calmata contro un cospiratore facilmente vinto e che era protetto dai papi sebbene accusato di eresia. (Continua). PAOLO LAl-'ARGUt-: fTradutlone di Pa1r,uate .Vartlq,uttll). ( 1 ) POtilfJ /UOIO/IChe di Tommtuo Ca111p:rn11l11. pubblicate 1>erla prlmA vnlta in 1tall11d11Oupare Orelli, 1.ull'nno, 1831. ( 1 1 Carlino, piccola moneta napoletana. In un tonetlo lndlriuato agli s,tuerl e al Orlglonl ehfl ti •r– ruola ... ano eome mercenari al terl'l1,io dei re,Camp•nella rllorna ,ul medulmo pensiero, Agli i-.vl7,7.orl o Grigionl, se l'OI più lnnal1.a al cielo, o rocche al1,e1tre, Libertà, don dl... ln, che 1l10 altero; Perchè occupl\ e mnntlen d·altrl l'impero ogni tiranno con le •01tr'! .Je11re I Per un peno di ran d1 ampie nnutre Spargete Il aangue, aent.a far pen1lero Se A dritlo o a 1or10 uscile all'auo rero; Onde Il •ostro nlor 1,ol ti calpYtre. ogni cosa è de' liberi: agli 1chlul Nobile l'e&lee cibo, come a Tol W. croce bianca e 'I pra10 11contende, DPh ! gite 11. llùernnl eon gli eroi; Olte· omal, rllt\gllendo a' Sl,rnor prn1•i Il To1tro, t'he 11caro ,1 .si ,·ende. Nel!!\ prima tfln:ìna è all11.soal dll'leto, fatto agli S•lneri, di dlTentare canllerl di Malta. LA MARCIA DELLE FASI Le primo mosso della quinta. (Il nuovo partito socialista italiano). Il, Fra le influenze nuove, eccone una che fa già ca– polino. Il tenace ripudio dell'anarchismo da parto dei sor.ia• listi collettivisti e la sferza della reazione fla.gellante in pari tempo socialisti collettivisti ed annrchici hanno Huscitalo un duplice movimento, cioè, una scissura fra gli anarchici, e una solidarietà morale nei comuni do– lori fra questi e i collellivisti. Il movimento di biforcazione rra gli anarchici è un ro.tto ruori d'ogni dubbio, quantunque sia. ancora ini– ziale. Gli uni persistono immobili nella. loro tlottrina austeramente individualistica e nel loro metodo siste– m&ticamente violento e intransigente. Olt altrl si stac-

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