Critica Sociale - Anno VI - n. 2 - 16 gennaio 1896

2k CRITICA SOCIA LF. sua giovinez1 .. a Carlo ~larx ru a1'denle discepolo, oltre che ciel Feuerbach, anche dell'llegel. .\nche qurrndo lo studioso di fìlosona cominciava a tramu– tarsi nel l'ivoluzionario, no11 p01'Ò ancora socialista. egli pubblicaxa negli Annali f)·anco•tedeschi un articolo Sulla, critica della {iloso{ia <lel dtritlo di lfcgel, articolo nel guaio prevale ancom il concetto idealistico. « Come la filosofiatrova nel proletariato « le suo armi materiali - scri\•eva il Marx - cosi « il proletariato h·o\•a nellc.\ filosona le sue armi « spirituali; e tosto che il lampo del pensiero san\ « profondamente penetrato in quel vergine suolo. « l'emanciJ)azione del proletario sarà ineluttabile.» c·ò qui, come vedesi, il concelto tutto affatto hege– liano che l'idea, che il lampo del pensiero possa produ1·r0 da solo, senza neppure il co11corsodelle condizioni materiali, l'emancipazione della classe proletaria. Ma, se facciamo un salto di soli quattro anni, vediamo che i concetti del Ma1•xsono affatto mu– tati. Il Manifesto del Padilo Coniunisla, pubbli– cato, come ò noto, nel 1s,1s, ò, secondo dimostrò anche il p1'0f.Labriola. la prima manifestazione del pensiero materialistico nell'esame dei fatti della storia. Se procediamo ancor più oltre e giungiamo sino al 1850, la dottrina marxista ci si presenta anche più nettamente formulata. Nella prefazione della sua Critica dell'econmnta 71olllica, pubblicata appunto in quell'anno, il '.\fa1•xsi esprimeva in modo chiaro e preciso. « Non ò la coscienza del– « l'uomo che determina la sua Yita, ma è la sua « vita sociale che determina la sua coscienza. > L'indirizzo hegeliauo era dunque abbandonato ri– solutamente e definitivamente: un nuovo periodo si apriva pe1· lo studio dei renomeni storici umani e il fattore economico veniva posto a base di tutti i fatti sociali. i\Ia 1·estava sempre una domanda da farsi: questa trasformazione dei rappol'ti economici. che dete1•mina la e\·oluzione cli tutta la società, da cho cosa è alla sua YOltadeterminata? A questa domanda aveano già l'isposto Marx ed Eagels nel primo capitolo del Mantfeslo, là do,·e, dopo aver detto che la società borghese sorse quando i rapporti di proprietà del feudalesimo non corri– spose1'0 ph'.1alle s,•iluppate forze di produzioDe,pro• fetizzano che anche la socieh.\ bo~hese dovi-.\ mo• l'i1-e uccisa dai;li stessi mezzi dt produzione che essa ha suscitata come per inca.nto,giacchè la storia moderna dell'industria e del comme1'Cio non è se non una ribellione delle moderno rorzo produttive co11troi mode1·ni rapporti di produzione o di pro– priet:'1. Ancor più esplicitamente il ~larx s,·ela il suo pensiero in un articolo pubblicalo nel J1',10 nella ,\"tiova Oa~;;etta Nenana: « l i-apporti so– « ciali, nei quali gli individui producono, i rap– " porti di produzione sociale, si trasformano col e cangiamento e collo sviluppo dei mezzi materiali «: della produzione. > (I) Del 1·estoquesta medesima teoria inlbrma cli sò tutto quanto 11 Capitale; e la f~tura espropriazione dei capitalisti o la tmsforma– z1one della propl'ietà pri\•atn in proprietà collettiva ò imaginata come effetto del cont1·astoesistente fa-a il sistema di produzione e il sistema di propriefa, sen1..acho si ricerchi se tutto ciò non ò il prodotto di qualche altra causa fondamentale. A me pa1· quindi che abbia ragione il Loria, qua~do ossor,•a che assumere lo strumento di pro– duzione a principio della evoluzione umana è rare ritorno per altra via all'idealismo, giacché lo sfru– mento di produzione non è altro se non una espli– C..'lzione dell'intelletto umano. )ila iJ Oroppali nega l'asserzione del Loria e r-icordacome il r.,01·iastes:,o ( 1) Co111totee 1fllario (Biblioteca di 11ro11ag1111d11 della. Crltlca SOClalr), pag. 40. nella sua Analisi affermi che lo strumento di pro– duzione ha lo sue radici nella 1•esistenzache lana• tura lìiiC..'loppone al lavol'o umano. Se non che a me pare che questa argomentazione. e più ancora l'esempio di quei contadini tedeschi, inglesi e fran– cesi che, trapiantatisi nelle colonie americane in un tempo iu cui nella Germania, nell'Inghilterra e nella Francia l'industria meccanica era gfa svi– luppata, to1·n:.u·onoall'uso di rozzi aratri di legno. se eia una parte non dimostra nulla in favore della tesi sostenuta dal Cì1'0ppali,dall'altra ò una p1•0,•a eddentissima in favore della teol'ia del Loria. - Farei to1·toall'intelligenza del Groppa.li se volessi dimostrare che il tralasciare l'uso di uno strumento perfezionato ò cosa ben diversa dall'i11,•entare un nuo,·o meccanismo; e che, se nel primo caso non occor1'0 il concorso dell'intelligenza, nel secondo in,•oce occorre uno sforzo poderoso dell'ingegno umano. Che lo strumento produttivo sia « un por– tato dell'ambiente tellurico ed economico » fu di– mostl'ato dal Loria stesso nella sua Analist e a me pare che su questo punto non possa esservi dubbio. Ma ciò non toglie che tra l'ambiente tellurico ed economico e lo strumento di produzione non vi sia come intermediario l'intelletto umano, il quale crea appunto quegli strumenti e quelle macchine che son 1·1chiestedalle mutate relazioni fra la pt'Oduttivitil della terl'a e il grado di donsifa della popolazione. Una macchina, per semplice che essa. sia, non sorge por generazione spontanea, ma è sempre il prodotto immediato dell'intelligenza umana. A me pa1•stmno come il G1'0ppali non abbia te– nuto conto di ciò e ancor più strano mi sembra come egli non si sia accorto che tentando di ribat• tere le a1·gomentazioni del Loria egli veniva a dare maggior rorza a queste argomentazioni. Se infatti le mutazioni degli strumenti p1'0duttivi si ricondu· cono in ultima analisi alle influenze dell'ambiente tellu1·ico, convien riconoscere che v'è de'1cieuza nella teoria del Marx, il quale nelrindagine delle cause che producono l'evoluzione sociale si arresta allo strumento produttivo; e con\•ien riconoscere altresi che questa indagine è completata dalle ri– cerche degli economisti moderni, che ranno della stol'ia umana un fenomeno della natura e a base dell'evoluzione sociale pongono l'ambiente tellul'ico, la ter,-a. E dobbiamo per questo credere che i meriti del Marx rispetto alla scienza economica restino meno– mati, anche riconoscendo giuste le obiezioni del LOl'ia f Rimane sempre a Carlo Marx il merito in– signe di a,•01•concepito per primo l'esistenza di una leggo di svolgimento della economia, in un tempo in cui i rapporti sociali erano concepiti come nssi ed eterni; rimane sempre a lui il merito di aver 1•icondottotutti i fatti sociali ad un fattore econo– mico e di a\'er inaugurato, sebbene in modo in• completo, il periodo glorioso e fecondo della con– cezione materialistica dei fatti storici umani. La costruzione granitica del Marx rimane sempre ugual– mente soliclt\anche quando cadono certe astrazioni metafisiche a cui neppu,·e la mente geniale di lui seppe sotfrarsi. Tanto è vero questo, che il Loria. il quale nel 1 3 chiamava la dottrina del Marx una nobile utopia e la diceva dominata da un so– fisma, che la rendeva interamente fallace ('), il I~oria,che così tenacemente combattò la teoria del valore del grande socialista tedesco. nel numero della Critica Sociale del 10 marzo 1895proclamava che il « socialismo non ha d'uopo di invocare la « propria vita dalla persistenza di questa o quella « dottrina, pe1>chò il socialismo ò la verità e la « verit,\ non può morire ». ( 1 ) .Y11oi:t1 Anto/09/tt, I." aprile 1883.

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