Critica Sociale - Anno VI - n. 2 - 16 gennaio 1896

26 CRITICA SOCIALE . .. Il Ricca-~alerno concede che Il 1!1tema delle divisioni e delle censuaiioni dei beni demaniali, sebbene possa. arrecare momentanei sollie, 1 1, è ben lungi dal poter pretendere di porre rimedio ad una. cosl complicata e vasta questione. Per lui ò impossibile parlare di reden• ziono della Sicilia. sinchè il lntirondo, con tutte le sue funesto consogucnie, sussisto. Nocoss!tà. prima. è una. trasrormaziono del latirondo, che porli con sè l'aboli– 'Ziono dogli affitti a breve scadenza. È riS!lputo di ratto, che gli affitti brevi rendono impoHlblli all'afflttaiuolo le migliorie, poichè, allo spirare del fttto, o egli è messo fuori dal rondo, e cosi rimette tutto le spese anticipate, oppure il fttto gli è elevato. Con una cultura spos.satrice, al contrarlo, Il contadino affittuario surroga la scarsa naturale produttività del suolo, e così aggran. i mali onde è travagliata l'agricoltura. Col sistema dei lunghi amtll, pensa il Ricca, e con lui Il Vlllnri (e molti altri oconomlsll), il flltabile potrebbe Introdurre migliorie su vasta scnla,, perchè egli sarebbe cosi sicuro di go– derne nell'ampio lasso Ji tempo che ha innanzi a sè. Ne \'errebbe utilità. generale, poichè, elevata la pro– duttività della terra, i prodotti Indigeni potrebbero gareggiare di prezzo con gli esteri e Indurre cosl una gradualo abolizione dei dazi di Importazione. Jraltro lato, I ftttaiuoli disporrebbero di un più largo margine sul quale retribuire meglio i propri dipendenti. .Il Palmer!, citato dal Ricca-Salorno, crede prima in• d1spons11blloriforma la di,·i!!ione delle terre; più nu– mor?se saranno le fa.ttorie, più popolato le campt1-gne, e nuglloratl saranno i metodi ogr11rl: e Tolta cosi di mcu:o la runesta necessità di dare la. terra. a colth·are n. mezzaluoli e colth•andosi essa direttamente dal ftt– taiuolo, l'Interesse proprio lo porterà. a. studiare per qual modi potrebbe egli diminuire le speso di cultura. e accrescere la. produzione, in che consiste la perfe– zione dell"ngricoltura.•(') Ed Il Ricca, rincalzando, di– chiar& che 1 se non si ranno pitì equi I rapporti tra proprietario ed afflttaiuolo, sarà Inutile sperare un miglioramento pei lavoratori. Ma non ml pare che il pror. Hlcca questa \'Olta dia prova della eua abituale ncutor.zn. O che forse si ristablllrh. per uso o consumo della Sicilia la vieta cd assurda teoria che il salario "ta In ragiono dol prodotto 1 Si è battagliato teorica– mente troppo contro questo pregiudizio scienliftco di mal&fede, per vedercelo tornare innanzi ogni qual ,,olla si tratta di difendere un interesse che non è quello dei lu•oratorl: mettendolo a !oro conto come un vantaggio. .Ma lascramo andare. E poi vero che i lunghi affitti g10vlno alll\ cll.!se dei tHtaiuoli (capltallsli)t Volgia– moci ali' Inghilterra. Dopo le guerre napoleoniche, che avevano dito all'agricoltura Inglese un enorme svi– luppo, questa non potè sostenersi se non In grazia delle leggi proibitive sulla introduzione del cereali ,·o• tata nel 1815. I prezzi salirono rapida.mento, sebbene non cosi come s·era sperato. Pure I contratti agrari vennero stipulali con la norma. dei prezzi legali, votati con l'l11tessa legge, ed i contralti vennero stabiliti per un periodo di circa ,·enti anni. Ma in questo torno di te~po, nonostante tutti gli artlflcl legislali\'I, il preizo de, grani decrebbe ccntiouamente, e l& conseguenza. che ne discerie fu la sparizione, per espropriazione, del pitì gran numero di affltlainoli. ('). Difatti se, indiscu– tibilmente, I lunghi affitti possono, quando i prezzi ( 1) PALNIUU, Saggio, pag. ,u.10. (') M,U.l, da-1 Ka11'tal, 111, !.ler Thell, pa,. t66. restano stabili, garentire all'amttaiuolo Il risarcimento delle migliorie arrecate alla terra, nulla etretllvamente può garentlrlo dai rapidi mutamenti di prezzo delle derrate, che s'avvicendano, altalenando, nell'istesso anno. O bisognerebbe ipotecare per lungo tempo una nazione come la nostra all'assurdo, odioso, scellerato slstoma. doganale che ci reggo, o bisognerebbe far con• tratti a bro vo sca denza per salvaguardare gli interessi di tutta lll cla.uo lavoratrice e sovra.tutto di quella in• dustriale. O dunque imporre a. tutta una nazione il dulo della fame, per crear profttli al teneri ftttaiuoli che si a.ssumcuero il e duro• umcio di sfruttare la terra, o mandar costoro alla ro,·ina.. Certo le cose oscillano l'ra questi estremi. lotan~o concediamo pure che I nttaluoll 1i giovino delle migliorie agrarie introdotte; è poi vero che tutto ciò sarà di utile alla classe lavoratrice campagnuola di Sicilia 1 A noi non pare. La terra. non è come l'in– dustria che può, in certi casi, riassorbire la popolazione eccossh•A cho essa ha creata. Ora, so, come non è dubbio, i miglioramenti agrari (macchine, canalizza– z!onl, ecc,) sposteranno una gran parte della popola– zione, attualmente impiegata. e renderanno possibile lo sfruttamento di una ben più larga parte di terra ad opera di un istesso ftltaiuolo, è e\•Jdente che la popo– lazione relath·amente eccessiva urà precipitala in una condizione ben peggiore di quella odierna. E poichè la mancanu. di Industrie non le fa sperare di venir altri– menti Impiegata, essa resterà. attaccata alla campagna, e detormtnorl\ la più spietata concorrenza a quei Ja– \'Oratorl che già. godessero di qualche vantaggio. J salnrl, che si fossero innalzati, vorrebbero novella.– mente abbusati al livello di primnl e la miseria. spa– ,·entevole che oggi domina continuerebbe ad infestare le no1tre campagne. E questa è la fatalità che incombe sul sistema capitalistico, fatalità non deprecabile se non sorpassandolo. Naturalmente Il do,•ere critico cl spinge ad accen– nare qua.le, secondo noi, la soluzione potrebbe essere, ma questo cl involge immaturamente In pieno pro– gramma agrario e noi non vogliamo per o.desso ~ITrontarlo. Cl contenteremo quindi di presentare le ,stesse proposto che Engels, a suo tempo, contrappo– ne\'& a quelle del partito socialista francese, dopo di uer queste criticale ( 1 1. C"è però una. dltrerenu. Eogels ueva. innanzi & sè come punto di partenza la piccola proprietà bella e costituita, e si trattava soltanto di vedere In qual modo di fronte ad essa dovevano com– p.ortani 1.socialisti. Nel caso che noi abbiamo presente, s1 tratta invece di lasciare collitufre prima una tale piccola proprietà. e poi di indagare come i socialisti debba.no cercare di impedire che ossa, da un la.lo si conservi nella. rorma attuale, dall'altro si dissolva e cosi nggravl la generale miseria. In quanto a.Ila prima questione - I socialisti non hanno nulla In contrario alla suddivisione del latifondo o per dir meglio alla sua conservuione nell& forma attuale. Posto che noi non poss!amo e non dobbiamo presenta.r propo1te le quali non siano attuabili nei conftnl dell'attuale organamento socia.le, noi dobbiamo limitarci a lasciar rare alle frazioni della borghesia che son contro al feudo e vogliono l'abolizione del latifondo. Per ragioni che non è qui la sode di dire, I socialisti ( 1) Vedi N~w, Zdt, '89'·'5, P"f· J(H.JOI.

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