Critica Sociale - Anno V - n. 15 - 1 agosto 1895

CRITICA SOCIALE . .. Ma la Patriat Ecco; spieghiamoci un poco. In– tendo benissimo che, se l'Italia volesse conquistare la Svizte!'a, gli svizr.eri si facessero uccidere sino all'ultimo pet• difendere la patria. Invero, se la Svizzera diventasse una provincia italiana, il po– polo, che sta ora discretamente, starebbe molto male. Sarebbe governato dal Crispi e dai deplorati, mentre OM. ha governanti onestissimi e di costumi illibati. La giustizia; che ora é ottima, diverrebbe un mito, e i buoni popolani svizzeri sarebbero messi in carce1-o, o mandati al domicilio coatto, secondo che piacerebbe al dittatore romano. Le imposte, che sono miti, diverrebbero gravissime, e il popolo morrebbe di fame. I costumi, che sono buoni, peggiorerebbero i poichè è vano sperare che, quando in alto vi ò l'immoralità e la corruzione, possa in basso regge1·e onestà e vil'Ht. Pe1·scansare tanti e sì g1·avi mali, ogni uomo ragionevole arri– schierà. certo i beni e la vita. Ma se - faccio apposta un'ipotesi assurda - la Svizzera volesse conquistare la Sicilia; gradirei conoscere per quali motivi i siciliani dovrebbero opporre resistenza. In questi giorni appunto i gior• nali hanno pubblicata una lettera, diretta all'amico Colajanni, in cui si na1•ra che il padre del Montalto ha duo suoi figli sotto le armi e il terzo in carcere. Se la Sicilia fosse un cantone della Svizzera, quel padre avrebbe seco i tre figli. Perchè in Svizzera non c'è esercito permanente, perchè non ci sono tribunali militari che mandino in carcere i citta– dini, nò Commissioni governative che ~li mandino al domicilio coatto. Ora p1·ego che mi si spieghi perché quel pad1•e doHebbe arl'ischiare la vita collo scopo di fare sì che i figli rimangano dove sono, invece di tornare con lui. Non esprimo nessun parel'e, faccio una domanda, e vorrei che mi si l'ispondesse senza dire ingiurie, perché le ingiurie non sono ragioni. . .. I socialisti tedeschi rinutano ùi festeggiare la vittoria di Sòdan, rifiutano di festeggiare il llismark, e dicono chiaro e tondo che ufTlcio del govemo deve essere di assicural'e il bene dei pii, o non di soddisfare la vanità e i pregiudizì di pochi. fo ciò mi pare dicano bene, e quindi mi paro che abbiano errato quei deputati socialisti i quali in Italia approvarono le feste del 20 settembre. (1) Se il socialismo italiano stesse alla pari di quello ger– manico, un nostro deputato socialista avrebbe potuto fare quest'apologo: « Vi erano certi pastori che tosavano le pecore; un gio1•no vennero altri e scacciarono i primi. Ora si pt'Opone di festeggiare quel giorno. Voi, pastori, fate bene, ma noi, pecoi•e, come c'entriamo? Che motivo abbiamo per ralle– grarci, se siamo tosate pili di prima?» . Il 20 settembre ci ha dato il libero pensiero. E proprio ridicolo di dire ciò in un paese o•o ogni giorno si mettono in carcere cittadini perché la pensano diversamente di ciò che piace al so1•Crispi. I socialisti condannati a Milano non furono puniti per le loro opinioni? Perchè Guglielmo Ferrero fu condannato al confino r Forse si dil'à che abbiamo la libertà i·eligiosa. Ma di ciò dobbiamo ringraziare non il nostt-o go– verno, bensì il Vaticano. Sicuro, il Vaticano; perchò non volle mai venil'O a patti col nostro governo. Se il Vaticano abboccava all'amo del discol'sO del Cdspi a Napoli, a quest'ora gli italiani, per non andare in carcere, dovrebbero mostrare il biglietto della comunione. ( 1) Ve-ggaei1anota (Il precedente. (La CRITICA). . .. Ma torniamo al no3tro argomento, cioè all'uso del risearmio. Alla differenza fatta tra l'uso A) e l'uso B), i socialisti oppongono alcune volte che sono cose da non potersi disgiungere, e che l'uso A} trae seco necessariamente quello 11). Ove ciò si potesse dimostrare, molti avversari del socialismo dovreb,bero ricredersi; per me sarei il pl'imo a ciò fare. E singolare che in Italia e in Francia sono le classi dirigenti che procurano coi fatti di dare quella dimostrazione. Esse oramai si fidano un poco troppo della sola forza, e dispre– giano quelle arti che tanto giovarono pel passato. Potrebbe ciò finire col trarle in rovina. Sempl'e i governi vollero almeno farsi credere onesti, ed ò appunto per togliere che si conoscessero gli abusi, che non volevano concedere la libertà della stampa. Ora invece vediamo classi dirigenti dire: « Si, noi siamo. disonesti, e con ciòf Governiamo egual– mente.» E una prova che fanno, la quale merita di essere attentamente studiata. Solo fra alcuni anni si potrà dire se quella nuova via è sicura quanto l'antica. VILFREDO PARETO. UN li'A CHECAillBU LA MUSICA REPLICA A VILFREDO PARETO Ringraziamo virnmentc \"ilfrodoPa.retod'a.verrisposto con tanta prontezz!l - inviandoci uno dc' suoi brilla.nti e coraggiosi articoli { 1 ) - al punto interrogativo, col quale avevamo commentato la sua Cronaca. Più cortese di corti ministri, egli non ha. voluto lasciar cadere la. nostra interpellanza; anzi ne ba tolto pretesto a osser– vazioni e chiarimenti che consideriamo una. fortuna di poter pubblicare nelle nostre colonne. Ma - per seguitare col gergo parlamentare - quanto al punto princieale, sul quale vertiva la nostra inter– pellanza.,non possiamo dichiararci completamente sod– disfatti. li prof. Pareto non ci dice perchè la parte economica della nostra dottrina lo persuada meno della parte so• eia/e - anzi non ci spiega neppure pcrchò egli quali• ftchi sociale quest'ultima. ed economica quella, Noi gli avevamo opposto: - o non è vero che il contenuto ùella nostra. dottrina è essenzialmente, por non dire esclusivamente, economico1 Non è questa la colpa che tutti gli avversari ci rannol Come può esservi antago– nismo fra la parte sociale di cotesta dottrina o la parto economica,se quella non è che un aspetto, una soprav– veste ùi questa f Il Pareto si trae d'impiccio col dirci che questa « non è contesa che si scioglie nò iu poche righe nè in poche pagine» i un motivo da uomo di spirito, che condur– rebbe, per altro, a non trattare in articoli ili Rivista. che le questioni più facili e lo più loggiero. E, in luogo della dimostrazione che il titolo e le prime linee del suo scritto sembrano promettere, egli ci dà... un sem– plice, per quanto grazioso, paragone: quello del mo– derno proprietario onesto col medievale costruttore di un molino - e del moderno proprietario affarista col barone-sparviero che depredava i passeggieri. Se paragone fosse ragione e so noi volessimoseguire il nostro amabile contraddittore (contraddittore solo in parte) sulla via. dello imagini, ci sarebbe facile osser– vargli cho il paragone del baro11e-sparviorodel medio t 1 ) Veggasi l'articolo rhe prerede.

RkJQdWJsaXNoZXIy