Critica Sociale - Anno IV - n. 1 - 1 gennaio 1894

14 ORITIOA SOCIALE organizzata, pilì sorprendente forse del cerl'ello dell'uomo. • Questo Sl'iluppo intellettuale non può attribuirsi alla concorrenza vitale dei signori darwiniani, bensi all'azione protettrice ed educatrice dell'ambiente artificiale creato dalla rormica; ambiente che in seno al formic.1iosopprimo ogni lotta, ogni concor– rcn1.a individuale, per non lasciar sussistere che la lot~, collottil'a cli tutta la colonia contro la natura che la circonda. (La (lne al 1n·oss. 11um.) PAOLO LAPAROOE. OTTONARI DI CAPOD'ANNO Scongiuriamo gli amici. che le111tono dimesticheua con le ver– gini Muse, a voler rineltere ehti lii cnpod'unno w u'é uun l§Oln .•.. all'un,io, ed é souo l'Uisberftod1queiltft eon•iniinne astronomica che inrr:mjtlamo, 1111111 ,•olUt l.'llllO, Il \'OlOdi Cl\!-Clilà poelie.'l •atto da::~ ~;~f:~ 110:tP!~1~:.\:.:~~ f~cr;,: KJt:,~~ 11:!1 r:,ie~:i~~Ìa: matura opinione. ella ciò che ai serin, in wr,i potrebbe ulil• mente f!Criversiin pro.:, con minor con,-umo d1 ijpazio. Non aggiuniiamo: e di tempo; perché il tempo è denaro e l poell non c, i11t.ender.,bbuo. Dunque è ben Inteso, o amici bazzicanti Il Parnaso, che una ~:~:!~'ì! :;i: ~ll(R~l 1 t~:~~o ~r~r::. 'a1i111/:ib~~~'~ O a~ r fo pc! contrasto slngo•nre del duplice vnlo. l.'una, la Hrtmdo rup,.,1r,,. liber..tn dalla mano nen•osa di ~1d~~~~a~ 0 !! li 1 ~n ~o~i',~~~ :1:rat 1 ~rd~ 1 ~:J!,:~~~ e,~: Faeltaniio ncll'ela1llco elemento e corno ariitocralica a' inv ,In dlll ranRO delle n4»,tre pianure. l.'altra-11 rondone di Cabrini (Arr•ndo ,;pariti) - ha nello nolazzlo baNO e attortigliato la mossa pctt1lante e peltPQ:Ola d1 un passerotto sarcastico. La b1Rducoda sqnndra le corna e Ja lenta al, spiegata sombrn Uni\ mnno snlìrica t"he, nlllllenundo sul po!lico, taccia al borgbeao che 1111ssa : ra via .,,1 I • Va oia Ol'l/ borghese che passi col naso In aria. Tu cre– de,•i che noi squittissimo ancora • quella flebile cantone• che t, lu1i111Zavn le romantiche ,•~lie quando avevi meno J)l\nclft e un P.O' 1iiù di poetici app1"1i11. Ma I tempi mutano come mutò il calibro della tua croja epa, e muto con C:Sl!il metro della « rondinella pellegrina •· Tremacnlrio ò morto e sotterrato i Fot– chetto, il gK>,·in pa(UJIO di Raimondo, st:t arrunlato ncll'8'0rcito permanente o. direndere In Sicilia le tenute dell'obeso padrone: O(!'Q:I Il prigioniero canterella, in b.·uba al Sl'eondlno, l'Inno del Javomtorl. Nol dril lihero cielo, ove I sequiwtrl del eomm. Celll " 0 :1T 8 ~~e:J:r: ~~t~f!r:· n~~Ji::lairc:n:~ '~~r,~·rondinl; sonll In esso graochl11monli di corvo P.ret1•gn e be!Ucosl tlridll di ac- 1~~1:it:;1 ~:~ bi~ 2~:;ue letto Il tuo Darwin, o borghese che • lnlanto bada alle pupille prezloaiaslme degli occhi tuoi: che non U accada, mentre nnl al nolazza e tu cl guardi imbambl'l· lato, quel che accaddea Tobia,padre di Tobloto, nelle antiche 1eriUure. « Va oia r;el! • LA CRITICA, INTll POC'GLA SmlSUKCORDA I ~i~~~ 8 ~'u: 0 if t~~~:oi 1 o~u::n;•i~n~. Brillar dol nostro destino l'irido par nel bicchioro. Doviamo al solo che i grappoli infiamma, o al novo ideale che infiamma i cuori immortale! In alto I cuori ed i calici t Giurano i cuori: e nn l'ultima stilla daremo a l'idea!» « In noi, tintinnano i calici, libato il bacio d'Igea. Mn.chi nell'oro incainasi succhiando al popolo il sono velen qui tron, ,•eleno I• Dell'òr la bruta ragione curvo. le fronti sudanti. Sul scisso mondo Mammone regn a fl•a tenebre e pianti. E al ea.os vegliano, Cerberi fedeli a· rei nummolari, troni repubbliche altat·i. B1blloteca Gino Bianco Ma.... in alto i cuori od i calici! Di torror livida e d'ira contro noi l'alta canaglia ne gli antri aurati cospira e insidio trama e battaglia. Qsato. numi decrepiti! R in noi Prometeo, ma i mostri sfldiamo e i fulmini vostri. Noi siam la sacra falange che sveglia il mondo a raurora. Noi la calunnia. non tange nè la minaccia scolora. itun di natura la nemesi, il rato siam do la storia che t\\·anza dritto a vittoria. Jn alto i cuori od i calici! Squarciato il vcl do la ,•ita, d-1J'ier vedemmo il domani, e la materia inftnitn. domimu· gli astri o gli umanii poi cho, sovrano do' secoli, dal ciel profondo del vero raggiò dt Marx il pensiero. A noi tm.spira.n lo tombo di vita un alito immenso. Do la francese ecatombe ancor gli Spartachi han senso. E un urlo vonta la. S cizia e un rombo otnèo lo sic a.no t>ie rosso.... oh nosll'e Montano! In alto i cuori cd i calici! Di sotto ai cespiti santi d"etruso sangue geniile, !o;i,~~~ ~~d~~~tfi~~i\~. g quando ferve del roseo maggio fragrante il ritorno, riscossi fremono: è il giornoL. A lor, ch"oroico furore spinse su l'ara., sia gloria! Sia gloria al sangue o al doloro sacro a la tarda vittoria! Beviam, compagni, a lo vittime! De,·iamo •~imorti fratelli I Beviamo a tutti i ribelli! In alto i cuori cd i calici! Giurano i cuori: « fin l'ultima. stilla daremo a !"idea.!• « In noi, tintinnano i calici, libato il bacio d'lgca. Ma chi noi roro incainasi succhiando al popolo Il seno velen qui trovi, veleno!• CRATINUS. FEUDO BORGHESE (Rileqge,ulo E:"ì'RICOm:INE) Si riposa. la famiglia nelle soffici poltrone: fuma nelle tazze il Mok::L e la pipa del padrone, sulla cui \>ancia (d'un palmo allargata. poi che eletta. . J'un Comizio agrario l'hanno probo-vira) la gazzetta di don Birba sta distesa e in tal posa sconfortata. par che dica: « Ah! nostra santa religione è malandata!» (~la in attesa del diluvio ~r: s:~·ogi~bnao 1u~r~~:d!~za o riscOto tLbbonamenti). La. signora. al pappagallo otrre il Moka e l'animale ciarla come un oratore democratico-sociale. Il canonico - un sant'uomo vecchio amico di ramiglin. - tien la mano, in distrazione, sui ginocchi della figlia,

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