Critica Sociale - Anno IV - n. 1 - 1 gennaio 1894

CRITICA SOCIALE Il cendo, potrebbero srumaro. Aspettiamo a ridere ed a piangere quando ci sa1'l1n110 sopm le cagioni del riso e delle Iagrimc. A noi, sah 1 O il 1·ispclto gmndis imo che profes siamo poi· i teorici del pessimismo, per quelli cho conoscituno e, pii1 anco1·u 1 se possibile, per quelli cho non conosciamo; a noi anche i calcoli sulla somma di relicifa o di dolo,·e, di cui gode e di cui soffre o può godere e soffri1'0 l'uomo, ci han sempre parso tenero 1111 po' della cabala. Qui, o non mai, ò proprio il caso d1 domandare! chi è • l'uomo •I do,·e pran1.a Tcome si chiama f quest"uomoastratto o, sin pure. quosfuomo modio, chi l'ha auscultato o misuratof con che processo s·o cavata la mediaT E vin via, una infinità di domande destinate a ri– manere sen1.a risposta. Colo1·0cho si chiedono so ò o sai•:\ ma•ggi01·enoi mondo la somma del bene o quella del male, pare a noi che si perdanodiot1'0unp1·oblcma insolubile; , insolubile por la pii, sufficiente delle mgioni: che cioè è un prohlema che 11011 esiste. Vediamo un po': che direste di un fisico cho si domandasse se ò maggioro la somma del caldo o quella del freddo I Esso potrà cooslala1'0 che la Siberia ò più fredda del Senegal, ma se, ash'llondo da ogni comparazione di luoghi, ,·i dicesse cho nel ene!!"l il caldo è maggiore del freddo, somiglie1'0bbe a1 nostri bimbi quaudo, i11te1·r~ti, rispondonoche un quintale di piombo pesa piu di un quintale di piuma. Direbbe un non senso. li piace,·e o il dolore, corno il caldo e il rreddo, non sono reciprocamente compnrabili;chtscunonon è misu1-abileche con sè stesso. F.~l non sonoche stati dolla nostra sensibili la, o piuttosto della nostra coscienza, la qualo poi ò a sua \'OI~~ un prodotto di quoll'ambiento nel qualo li p1'0iella. La loro al– talena è condizione dell11\'ila, si r,oti-ebbe dire che è la vita medesima; il piacere e 11dolore sono rea– zioni natumli e necessario della vita a.nimale al• l'ambiente o sono, a co,I dire, lo guardie che la p1'0toggono.... sia p111'0cho, por p1'0teggerla h'Oppo, talo1-a la soffochino.Essistanno l'uno 1n funzione dell'altro, inseparabili corno il buio e la luce: "'ò pi(1 luco o pii, buio noi mondo f Imaginare l'uomo senza piace1'0 o senza dolo1'0 ò altrettanto assurdo quanto figumrlo se111.0 sensibilità. ossia senza sistema ner, 1 oso o senza intelligenza; fiabe incoerenti per l'infanzia. E l"assurdo non scorna so parlate di sola p,·eoalen,a del piace1'0 sul dolore o \'iceversa; ciò che p,·evale potrebbe concepirsi anche dominante da solo. So la sensibilita è il ricettacolo e la misu– ratrice del piacc1'0 o dol dolore, essa ne è anche un prodotto: una sensibilità eccossivamente dolorifica co11h'llddi1·obbealle !oggi doli" selezione natumlo o doll'adnllamento. In soslan1.a i pessimisti, conside– rando il • Malo• come uu'onti1A metafisica che si libJ"a fuoridell'uomoe che esso subisce,risuscitanola leooend<idel dlaoolo che il omr ha cosi dottamente illustrata. 'l'utto ciò cho scientificamente il fisico e lo psico– logo possono proporsi e l'indagine delle cause per lo quali il calore o' l'inrelicità - in conrronto a sè stessi - crescono o scemano in dati uomini, in dati paesi, in dati momenti. E non solo l'inrelicifa, che non è se non un dato elemontal'e del pessi– mismo,ma la co cionzndi ossa; meglio anco1-a, la riflessione inquieta su questa cdscio111.a. E qui, se è lecito lanciare un pensiero senza svolgerlo, noi opiniamo che fra i vnrii ingredienti del pasticcio pe.s!iimista- fra i quali il tompc1·amento personale è sompro ~scnziale - vo ne sia uno di ordinogo– nemlo assai in0uento: forse la cleto,·minante della fioritul'apessimistica cho invase la letteratura o la fllosofia nel principio del socolo e di cui vediamo oggi, a manoa mano,caderele roglie. Poi che la rivoluzione r1'llt1COSO ebbe ratte le prime sue provo, i più veggentio i più acutinon durarono fatica a scorgere come le suo sonore p1'<>messo pel benessere generale. ro ero destinate a fallire. I.a va– cuità. diciam di più, la menzogna di quei principii astratti, che essa a, 1 eva cosi alto proclamati,difronte alla realtà crnda dei falli, destarono ben presto negli intellolli pii1 sodi In reazione ed il disgusto. Al pen– siero, che si em in essi cullato, J).'\l'\'0 mancasse ad un tratto il terreno sollo i piedi. Lo ,•ecchie ide.,IiL~ erano h'llmonlale, le nuo,·e si putrefacevano sollo la mano: ora - non troviamo !"esatto equivalente italiano - un désenchanlemenl generale ed im– pro,,,1iso.Balenavano bonsl dalle pagine di sc1·ittori geniali gli ideali lontani del socialismo utopistico; ma i dati di ratto nccessarii nlla loro 1·ealizzaziono mancavano del tutto o non esistevano che in germe. Perciò lo menti 1>ositivenon potf,vano nutrii-si di questi ideali precoci. L'ambiento di fatto,reugendo come Mmp1•e sul pensiero o dcte1·minandolo, lo sp1'0rondava in una J>01'1>lossità insanabile. La ,•itn divont:wa OJ?aca e vuota, J)oggio anco1-a, pareva agli occhi d1 molti una i11dece11to commedia. Questi ultimi erano le e anime sensibili » (come amavano qualificarsi essi stessi), preoccupate del bono gcne1ttlc, impotentia contribuirri,corrose il pi\l so, 1 ente da un amor J)l'Oprio sconOnato, il quale non trovava alimento ostcrio1-e.Si c..,piscecome, i11tali condizioni, i Loop..,1'Cli, i \Vorthor, gli Jacopo 01·tis, pe,-.onaggi reali anche quando figu1'llti perchè 1·i– fletlonti l'animo dolio scrillo,·o, o i 101'0infiniti se– guaci, potessero, do,·esso1-o Oori,·e in rormaopido– micn. I.a lettemtu1":1 1-oma11tica - questo esiglio \lolontario della rantasia dalle suggestioni imme– diate della \'ila reale - non ò che un secondo 1·i– flesso dello stesso renomeno. La vita p..,reva vuota r.erchò Io ora difalli.. i 1•i{>Ote,•a. mulalts muta,ulls, 11gran c1'0llo della firtuc,a dell·uomo in sè stesso cho determinò il Cl'istiancsimo dopo il rallimento momle dol mondo greco o romano; ma allo menti rtuto adulte la mitologia dei \'Ori ascetismi e,-a ormai ti-oppoangusto counno. E il rcnomenostesso, cho si ri1lotenella società, tt-o,·a riscontro del 1>nri nella \lita indi\•iduale.1./ot.:.\ pessimista J>er eccellcn1.a, l'oili dello malinconie e dolio desolazioni romantiche 11011 ò (come pal'l-ebbo pii, consono) la senili Il\, bensl la' prima e cosidetla ridente (!io,· i11e1.za: ,,uando i giochi inrantili non saziano piu e allo op ere serie della vita non bastano ancora le rorze e ciascuno pena a trovar la sua \'ia cd ararsela. ono le nebbie che precedono l'alba. Quandoil velo che lar\':wa di mendaci iride• sconze l'evoluzione sociale moderna fu alfine tullo laceralo, o si potò scorne1'0nettamente dietro esso, e av,•isa1'0 alle caose vero e ai l'imodii dei mali - quando la 1'0ligione dell'uguaglianza o della rmtol– lnnza borghese andò a tenor comp.1gnia a tutte lo altro religioni cho l'a\'c.1n proeeduta nel limbo dei sogni sratati - allora anche la nebbia che intirh:– zi,•a le coscienze si dirndò.Allorasorse il socinlismo scientifico. 'ella borghesia - la sola classe che abbia tempo o lena ad ash-a,~'8 e generaliz1.aro i propri dolori - gli animi rozzi e malva$i, i sod– dis(atti della \'ila, pensarono a dirende1'S1da esso, quivi dirigendo la 101'0allivilil e la 101'0qualsiasi collul'a: i giovani non solo d'anni e di sembiante, i geno1'0si,gli spiriti eletti si inserissero sotto la sua banrlierao milila1-ono.E ruronoquelli per l'np- 1>1rnloche la sensibilità pii, sollilo o la coscien1.a pii1alac1'0av1•obbero prodcslinalial pessimismo - se l'or~ del pessimismo non rosse ll'amontata. Oggi esso ò tutt'al pii, una tapp.~dello S\'iluppo mentale. delln - so cosi possiamo es1ll'imerc1 - embriologia oxtrauterina dell"uomo. Dei giovani, chi non contento di bivaccarvi, vi pi-

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