Critica Sociale - Anno III - n. 5 - 1 marzo 1893

66 CRITICA SOCIALE Cosi egli recupererebbe intera quella libertà di parola che ora gli si vuol dimezzare, e non potrebbe avere dello sdegno dei potenti vencletL, maggio,.., uò pii, allegra. . . . Ma il caso vostro, on. Bonghi (permettetemi •ho parli a voi direttamente), mi suggerisce aìcune con– siderazioni che vi dh'() francamente. Eccolo. Nessuno più di voi ò stato accusato d'incoerco1.a o di contrarldiziono. L'accusa però ò Calsa di pianL1. Anche a costo di enunciare un paradosso, io dico e sostengo invece che nessuno più di voi ò stato e riman fermo nei suoi con\lincimenti. Voi siet.o un conservatore nato. L'idea consei·vatrice l'avete nel sangue, ve la siete fortrncata cogli studi e collo abitudini intellettuali, non l'avete smentita mai, nò pur quando ad uomini di corta vista e di spil·ito sh·otto ò parso di scorgcro nei pensieri e negli atti vostri i pensieri o gli atti di un sanculotto. Lo contraddizioni vostro sono apparenti, intac– cano, so pur vi riescono, la pelle soltanto, ma lasciano salvo, o vi si piega.no sopra, lo carni o le ossa. A parte l'ampiezza, io vi paragono al ma1·0. I venti possono agitarne lo onde alla superficie, farlo cozzare lo une conti-o lo altro: ma a dieci metri di profondila lo ac(1ue restano immote ed immobili. Una JH'OYadel vostro abito conservatore ravete data nelle due pubblicazioni inc1·iminate da sei• Giolitti. Di che vi dolete voi in quegli articoli? \"i dolete che il re nou sia, nO faccia più il re, che il poter suo sia dimagralo di quanto s'ò ratto pingue il potere dei ministl'i, che questi gli comandino ed egli obbedisca. E rate voti che cessi questa triste condizione di cose, e volete che il principe riaC(1uisti quanto ha perduto, se non ha talento di perdere sò stesso alla fine. lo non so, se si possa essere più coerente o pH1 conse1•vatore di così. Ma appunto per questo YOi siete punito. Arnie voluto colpire la borghesia, e la. borghesia vi colpisco a sua volta. Alcune intem– pc1-an1.o cli forma le son servite da pretesto. )la a, 1 este p.'lrlato voi con runzione di un sanl'Alfonso, I:.\ punizione non sarebbe stata. mono pronta ed inlora: sar'llbbe stata soltanto segreta. Ed ora, on. Bonghi, non vi paia impertinente la domanda che vi faccio. Como volete voi èhe il prin– cipo recuperi il pote,.., che ha perduto! chi l'aiulo– rebbe, se anche gli amici cht3 gli parlano il vero sono allonLwati da lui! qual santo opererebbe il miracolo? o non v'è saltato agH occhi, cho avete cosi vivi o perspicaci, ranac1-onismo racchiuso nel veslro voto I In un regime borghe.~e il ro non può esser cosa che non piaccia alla borgho.sia. Essa no ha fatto una cosa di lusso, cho ad altro non serve che a daro una idea della potenza o della ricchezza di chi la possiede. Perehè egli non possa vedere lo raccendo di quaggiù o non gli venga vaghezza di occuparsene, l'han posto in alto assai; e lo mandano ogni giorno più su, od ogni giorno gli fanno mag– gioro il vuoto d"intorno. Quanto cammino, on. nonghi, quanto cammino verso il ciclo dai tempi in cui Luigi X.IV diceva: l'F:tat c·est m.ot , ai tempi nost,·i! In qual modo potolc adunque crearvi l'illusione che questo ratalo andare si arresti? che il principe discenda nel mondo a 1·ipigliarvi sua carne e sua fìg.ura? Como Dante noi suo viaggio allegorico, egli salo ve1-so il para– diso, spintovi dai fati. Nò por volgersi che faccia indietro, potrà fo1"1.aro gli eventi e tornare in questa triste aiuola. La borghesia gli sta alle cal– cagna e gli comanda: egli obbedisco. No11, 1to1nines, non di, non eone.esser-e coluninae. Il mio dire è finito, ma dobbo cavarne la con– clusione. Voi, on. Jlonghi, avete aspotlato molto tempo pe1• acco1-gervi della prepotenza della borghesia. Non vo no siete accorto so non quando essa vi ha moz• zato la lingua cho avete mordace, e v'insidia la bo1·sa. Avete sentito il poso del giogo, e volete scuoterlo, voi non avvezzo a sopportarne alcuno. Ancho noi socialisti tendiamo allo stesso scopo 1 ma per vie diverse, nuzi por lo sole vie che sono possibili. Puro non vi raromo il torto di dirvi: unitevi a noi e laYoriamo in comune. Siete troppo conservatore. Ma una cosa dobbiamo protendere ed è, che, p.1.r– lando di noi o delle nostre dottrine, voi non chia– miate gli uni rollo pazze o le alh'll malattie. La malattia sapete ormai dove b-ovarla. Voi ci avete messo il dito sopra e sarà fortuna singolal'O se riuscirete a salvarvi. ZOU'ANELLO. Il partito socialista tedesco E LA SUA TA'.l'TICA Lo scritto che segue, o cho noi pubblicheremo in duo o h'll riprese, ò tolto dal Sootal-Demok1·al russo e usci dalla penna di un valoroso esule russo, Paolo Axelrocl. Può <1uindi considerarsi affatto 01·i• ginalo per l'Jtalia, e noi lo pubblichiamo per doppio motivo. Innanzi tutto, l'a1•gomento pa1·e a noi di estremo interesso per il nascente socialismo italiano. Non è mai tanto importante come nell'efa giovanile - questo O vero tanto per gli uomini quanto pei partiti - osservar bene quel che gli altri ranno o perchò Io ranno. li partito socialista tedesco ò noto a noi, per la grande eco che viene dallo sue bat– taglie, dalle sue vittorie, dal grande valore e dalla tenacia singolare de' suoi uomini. Ma le ragioni intime della sua tattica, quelle ragioni che in parte hanno radice nella speciale condiziono di quel par– tito di fronte agli elementi oggi dominanti in Ger– mania e nella missione o, so voglia dirsi più mo– destamente, funzione sua speciale, a pochissimi sono ben note. Spesso quella tattica viene discussa fra noi - come avvenne por la recente deliberazione di non festeggiare il primo maggio ventur-o nella giornata in cui cade, ma soltanto la sera - con

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