Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1916

' Bit• -2- . Riforma Giuliana. Giu1io Cesa,ro, n.vonc1o trovato che'il computo <t~gli anni ,LLtribl.Jito a Nunrn Pompilio e ~eguìto fino allora da,i Ro nani, aveva prodotto grandisi:;imo disordine, si accinse alla riforma del calendario con n consiglio dell'n.stronomo alessandrino Sosigeue: e l'anno <'la lui riformato nel 45 a;v. O. fu sta,bilito di 365 giorni, divisi in 12 mesi, alternativamente di 81 e di 30 giorni, salvo febbraio che ne aiveva ·29 e 30 noi bisestili. Fu pure stabilito, llella persuasione · che l'anno tropico fosse precisamente di 365 giorni e¼, che og·ni qua.t7 tro a11ni si aggiungesse u•1 gim:no al mesE' di febbraio, e precisamente fra il 24 e H :25; e siecor.ne nel calonda,rio romano il 24 febbraic si chia.ma,va sexto I(ctle'>'!dasMar 7 ii, il gio_1_-no intercalato .fu dètto bis sexto ka.l. Mal't11, e l'anno che aiveva tale intercalazione, fu chi:;i,- mato bisestiZe:· L'anno <loveva cominciare al ·:_,gennaio, e l'equinozio di primavera fu fi~- sato al 25 manrn. La divisione giuliana in mesi, e l'intercalazione quitdriennale sonn seguì.te anche oggi da tutte le Jilazioni C}"istiane. 1 . c·aiendar'io Romano antico. Gli antichi romn.11~non contn,vano i.g-i.orni dell'anno second.o il loro pumcro ordinativo del mPse, ma rispettio alle ca-lende, a.ne none, agli ?°cli di ogni mesf'. Le calende (ICalendae; ace. l(alendas; a.b1. lùtlenclis) cadevano il primo giorno del ~ese: le none (1.fonae; ace. Nonr,.s; ·abl. Nonis) al settimo giorno dei mesi. di .marzo, m~ggio, luglio e ottobre, al quinto di tutti gli a1ti·i; gli idi (nom. e ace. Iclus; ablativo Idibus) otto giorni pi1':t.tardi delle none, cioè al 15 in marzo, maggio, luglio e ottobre, al 13 nel resto dell'anno. Per indicare gli altri- giorni, 1 dicevano l' 01•dine che questi avevano avanti. alle calend 1, alle none, agli idi; pe1· cui i giorni· che p1 ecedevano imm ed.in,- tR,mente i tre dì orit accennn.ti, erano pddie l(alendas, pl'idie Norias,. p1"idie Id-us; i giorni ancora precedenti erano tertio I(alendas, ec .. \ Riforma Gregoriana_. I L' ::-.1111c0ivile intì·odotto da Giulio Cesal'e ~ra di 365 giorni e un quarto; e poichè l'anno tropico era v0.1.·ame11todi 3G5 giorni, f>h, 4:Sm, 46s, così. quella differenza,, lie·vo in prindpio, accumulandosi con l'andare degli .anni, turbò l'accordo fra i mesi e le stagioni, indispensabile a tutti gli usi civili d~l calendario. Il pontefice Gregorio XIII stabilì di porre rimedio all'inconveniente, e udito il parere df molti astronomi, su proposta di Antonio Lilio, decise nel 1582: 1° che per l'imett0re al primitivo postn l'equinozio di primavera, che co;n tutto il calendario avanzava allora di 10 giorni, si sottraessero dall'anno che correva, i dieci giorni di anticipazione, pass:1ndo dal 4 ottobre al 15 del mese stesso ([u scelto quel periodo perchè non vi cadevano feste solerrni); 2° che per prevenire ogni futura alterazione, poichè il calendftrio giuliano portava pgni quattrocento anni un'anticipazione di circa 3 giorni, si stabilisse che gli n.nni centenari, ovvero gli ultimi di ogni secolo, 'fossero comuni imvece che bisestili, ad eccezione del qnarto centenario (ossia degli anni divjsibili pe,1· 400) che restavano bisestili. Quindi gli anni 1600 e 2000 sono bisestili; i 700, 1600,. 1900 furono con1ur:li. Questa 1·iforma lascia tuttavia u:na lieve· differenza, che peraltro non arriva a formare rin giorno intiero se non dopo 4000 anni. Il calendario gregoriano, pubblicato con bolla pontificia del 24 febb1·a,io 15-82, fu adottato subito in Italia, in Spagna· e in,.Portogalto, nell'anno medesimo in Francia e nei Paesi Bassi, più tardi in Ungheria, in Polonia, in Germania, in Svizzera, in Inghilterra; ed 01·a non restano che lfl, Russia, la Grecia, l'Armenia e quale.be altra ua.,r.ione cristiana d'Oriente, che seguano tuttora il calendario giuliano. Computo ecclesiastico. I Si dà questo nome ai calr.o.1iche servono a fissare il. calendrt1·io ecclesiastico, e agli elementi sui quali i calcoli stessi ;riposano. Il calendario ecclesiastico è regolato tutto sulla Pa-squa di Resunezione, cbe è la maggior festa della, cristianit.à, e che secondo le decisioni della Chiesa(l) d'eve essere celebrata la prima domenica dopo il primo plenilunio di primavera, ossia dopo il plenilunio che cade il 2'1 marzo o immedi:Ltamente appresso: quin,di rton può vonh·e prima del 2:.! marzo I (·1) J~ coRa detta e ripetnta in ·molti ìihri che la reg·ola della Pa,s(J_uafn de,•ret,a,ta d:tl Concilio di Nieea, t<:iunto nell' auuo 325; ma tale att'erm_p,zione1wu è esatta. t;U (perchè se il plenilunio cade in domenica, l:l solennità è rimandata alladon,enicniappresso), nè più tal'di ,del 25 aprile. · , Elementidel computoecclesiastico_. Il ciclo solm·e è un pe:riodo di 28 anni, che riconduce a corrispondere nellç> stesso modo i giorni della settimana· con i giorni del m~se. No:Q si sa da chi si.a st.ato inventato nè quando: al pl'jmo anno dell'ora ,,o' gare si assegnq, il numero 9 in questo ciclo. Il ciclo luna1·e è un periodo q.i a,Jilni 19, il qun.lE>s,econdo l':1stl-onomo greco Metone, corrisponde esattamPnte a 235 lunazioni: di guris.\ che allo spirare del ciclo, le fasi della Luna

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