Almanacco italiano : piccola enciclopedia popolare della vita pratica - 1916

I I J ' \ (, 1/ • - 70 - · l;>rouna stang,a di ferro calda rovente ed estinguersi come sorgente di luce aL color bianco, trattenendoci ad osser- e di calore. Si pensa oggi che le stelle varla, vedretno che essa poco per volta, più calde sieno quelle bianche, le più ra.ffreddaD;dosi, verrà tingendosi di un fredde quelle gialle come il nostro sole rosso gradatamente più cupo, fino a ri- e le rosse. · prendere il suo colore naturale di bi- La stella Spica della Vergi:q,e sagio scurissimo. Per qualche tempo si rebbe ancora fra le più calde. 1nanterrà ancora calda, e poco per volta La lunghezza della vita luminosa perdendo,calore finirà per trovarsi alla di una stella non ha lin1iti, essa dipentemperatura dell' dria circostante. Nel de intieramente dalla massa· dell'astro. raffreddarsi quella stanga ripassa per Quanto più grande è la massa tanto tutte le gradazioni di colore e di splen- più lunga ne sarà la vita;- quindi una dore già attraversate quando venne ri- s,tella piccola può passare dall'infanzia scaldata sulla fucina. ~e perta\1to noi alla vecchiaia molto più rapidamente 1 'no.n guardassimo alla sh-anga rovente di una grande. Nessuno apprezzafllento che durante un istante non potretnmo si può fare della durata della vita di giudicare se essa vada riscaldandosi una stella. Solo si può asserire che oppure raffreddandosi. essa deve certo noverarsi a milioni e .Non altrimenti avviene per le stelle probabilmente a diecine o centinaia di 1 del cielo: naturalmente per altri mo• milioni di anni. Astro spento, qu,anto \ tivi ed in altre proporzion\i E come il vivrà quella stella'? Fino a che non ferro sull'incudine va 1nutando dico- incontri un altro -corpo celeste, ed in lore in diverse condizioni di r1scalda- nn cozzo immane origini un'altra stella mento, così si pensa oggi che le stelle fulgida e splendente: avveni1nento coyariamente colorate che ingemmano il smico, che il calcolo delle probabilità cielo siano in stadii diversi della loro di1nostra assai raro: ma che il numero esistenza e yariamente calde; e ogni immenso dei corpi celesti può rendere stella considerata con1e sorgente di luce non infrequente; con1e le' osservazioni e di calore, ha con1e ogni creata cosa,un .di talune stelle apparse iinprovvisaprincipio ed una fine; una nascita ed mente in cielo sembrano accennare. una morte: avrà èssa una risurrezione? Ma se la Chiorna di Berenice non ··Ogni stella, insegna la moder;a può incanutire, essa certamente può a.~trqnomia, fu, già upa massa nebulare disperdersi, sparpagliarsi. Le fftelle che di materia estremamente rarefatta, ani- la compongono, quasi capelli cad,uti mata sicuramente da un moviinento di che il vento disse1nina per ogni dove, traslazione nellOl spazio, di rotazione sono trascinate com0 tutte le stelle del sopra sè stessa e da altri movimenti firmamento da moti ra_pidissi~i. Una in:ter:hi: circa la temperatura iniziale forza ope1:osa affatica ogni corpo celedi questa nebulosa, come delle innu- ste, e senza po~a senza sosta, corrono merevoli disseminate pei campi celesti gli astri le vie del cieloi Pare che molti_ nulla se ne sa; alcuni vogliono fossè probedano verso una meta is,tessa, tali elevatissima ed altri all'opposto baf,- sarebbero le correnti stellari di l{apteyn sissima. _Cisi può chiedere se in quello e Dixon; ma per la ~assima parte la stato quell' an1masso di materia emet- meta è ignota poichè · tev~ della luce: nulla è noto di ciò, ma 'f utto danza in quella poichè migliaia di nebulose sono visi- Festa dei cieli, e tutto fugge a volo; bili in c,ielo blsogna ammetter~ che an- E Dio solq conosce a quale arcano che la nebulosa che fu la genitrice di I Porto tenda il creato e qnando fia / una stella, deve purè in un dato· istante Oh' ivi riposi dal fatal viag:!io. del tempo aver incortiinciato a splen- (ALEARDI: L' ùnm >1'talità dell'anima). dere. Quella nebulosa condensandosi, Così la chioma di Berenice carnbiedin1inuiva di volun1e e di veni va più rà col volgere di n1ilioni di secoli, come calda 'passando per stati di aggrega- tutte le costellazioni l'aspetto sotto cui zioni·e sempre più fitta, raggiungehdo ]a vide l' astrono1no. egizio che le died·e gradatamente un ma.ssimo di ten1pera- ,il nome, quasi· identico a quello d'oggi: tura. D'opo toccato il quale la stella e la volta del cielo pur ess;t apparirà comin.cia a. raffreddarsi, e 1nutando per diversa affatto da quella che noi oggi via il colore dal bianco abbagliante al ammiriamo. Ma è lecito_chiedere v~ sarosso cupo, si v::i solid~fican<lo, per cli- ranµo allora ancora snlla terra occhi venire oscura affatto, rendersi in visi bilo umanL per gnardarl'a? Ùl'TA VlO ZANOTTI BIANCO. BibliotecaGino Bianco I

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