Acpol notizie - Anno I - n. 2 - Dicembre 1969

HANNDOETTO DELAL'CPOL AVVENIRE Concludiamo il dibattito sulle ACLI LA RISPOSTA ·pJ LIVIO LABOR·· AGLI INTERVENUTI Con questa lunga lettera del presidente delle AGLI Livio Labor concludiamo il dibattito sulla attuale situazione del movimento dei lavoratori cristiani. Come è noto Labor, nel corso dell'ultimo Consiglio nazionale ha annunciato la. propria intenzione di abbçindonare la presidenza in occasione del congresso nazionale che si svolgerà a giugno per dar vita ad un movimento di azione politica e culturale che, superando gli attuali "modi di far politica" possa costituire uno degli elementi di soluzione per l'attuale crisi di rapporti tra società politica e società civile. Alla prima intervista concessaci da Labor sono seguite numerose altre interviste e di"chiarazioni dei protagonisti della vita del movimento. Diamo ora a Labor il diritto di ,replica .'econcludiamo questa inchiesta che, a nostro parere, ha illustrato uno dei fatti più interessanti dell'attuale momento politico e soci-aie in Italia. Caro direttore, vorrei innanzitutto ringraziare. l"'Avvenire" per lo· spazio che ha_voluto concedere al dibattito interno al movimento aclista e nell'opinione pubblka, sui problemi seri, che sembrano essere delle AGLI o, addirittura di Labor, mentre sono, invece, i problemi della società italiana, di milioni di lavoratori, di tanti giovani che nel sommovimento della società italiana nòn trovano altra soluzione ai problemi che li angosciano se non la contestazione, talvolta fine a se stessa, perchè mancano gli interlocutori. Mancano cioè istituzioni, uomini - anche di altre generazioni - che, dialogando con loro, cogliendone l'anima di verità, insieme a loro si impegnino ad elaborare proposte, sintesi politiche, soluzioni cioè che non coinvolgano unicamente i giovani o gli studenti, ma la società tutta intera. 11 più gralde servizio che si poteva rendere al nostro movimento era, è e sarà, quello di farne conoscere gli orientamenti autentici; non quelli cioè che ci vengono attribuiti, ma quelli che nello studio, nella ricerca, nel dibattito, nella esperienza associativa e culturale delle AGLI maturano con continuità e freschezza. In questo spirito vorrei innanzi tutto precisare che, anche nella r ene~ e e eJtl' . f1 atto di queste interviste, io vengo definito come il "fondatore" di una cosidetta associazione di cultura pol~tica. In realtà l'associazione non esiste ancora; mi risulta solame_nte che esistono molti giovani lavoratori e intellettuali e dirigenti sindacali che sono interessati ad una iniziativa di ricerca e di dibattito culturale e politico, al di fuori delle strutture preesistenti, che sol leciti -' dentro e fuori dai partiti - una riforma della politica: un modo nuovo; cioè, di fare politica in Italia, tenendo presenti le esigenze di autogoverno, di sperimentazione seria e di coordinamento fra le molteplici e talvolta non positive iniziative che scuotono la società italiana. I giornali hanno riportato dichiarazioni di solidarietà al1A' CPOL da parte di alcuni leaders politici lasciando intendere che con la loro dichi_arazione essi potrebbero uscire dai rispettivi partiti. A mio parere non si tratta per nessuno di abbandonare il partito di origine, nè si tratta di una sollecitazione contro i partiti e le istituzioni democratiche. Semmai oggi è più che mai viva la preoccupazione per la difesa del parlamento, che, persino in Cecoslovacchia, garantisce margini di Iibertà al lo stesso.partito di Dubcek in una situazione veramente tragica e drammatica. Ma ovunque il parlamento è una istituzione che va positivamente arricchita di nuove intuizioni, di nuove modalità di presenza e di· iniziativa da parte delle forze culturali, sociali, sindacali, religiose e delle molteplici iniziative autonome che maturano e che zampillano dalla società civile. Si tratta insomma di rovesciare i I ritmo: non più una ·società prefabbricata sul modello delle ideologie partitiche ottocentesche, ma una·· i.niziativa poi itica che è quasi un vestito che si fa continuamente, sulla misura delle tensioni culturali, morali e delle iniziative nuove che promanano dalla società civrle; un ,. vestito di istituzinhi giuridico - poi itiche che rinnovano con continuità lo Stato, che rifiutano quindi qualsiasi monocrazia, qualsiasi mono IitisrJ1ò,a qualsiasi colore esso appartenga. Aggiungerò che mi dispiace, che, nella polemica di questi giorni, tutti si siano preoccupati di pensare, di discutere o, ji immaginare quello che io farò dopo il congresso nazionale delle AGLI. E' giusto invece puntare la nostra attenzione su quello che oggi fanno le AGLI, sulle scelte di fondo cui il movimento da noi ,tutti, da me, è stato chiamato a compiere. La scelta che a monte abbiamo fatto è questa: non trasformare com e giustamente sotto I i neavano alcune interviste pubblicate dall"' Avvenire" nei giorni scors'i - il movimento in una iniziativa - diretta o di supplenza - politico - partitica, ma recuperare ed esaltare sempre meglio la funzione originale 3

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