U. Zanotti-Bianco e A. Caffi - La pace di Versailles

L A P A C E DI V E R S A I L L E S E L E DELUS IONI I T A L I A N E L ' I N E V I T A B I L E . Si ripete un luogo comune attribuendo molti disagi del nostro secolo al fatto che la « religione dei nostri avi » ormai fossilizzata e incapace di dominare, educare, nobilitare gl i animi, non è stata sostituita ne tra le moltitudini, nò nei ceti dirigenti da una fede nuova, adeguata agli attuali biso– gni spirituali ed equivalente per intensità, unanimità, sal– dezza a quella tramontata. A questo motivo di « grande vuoto » e di disarmonie se ne aggiunge ora un altro evidentemente analogo: le vecchie arti di governo,* militariste, poliziesche, diplomatiche non sono più in grado di risolvere i problemi della vita sociale e dei rapporti tra i popoli. Sono sistemi fal l i t i , screditati, e, dopo le esperienze della guerra mondiale, condannati dal sentimento concorde delle masse. La funzione loro non avendo più una dignità riconosciuta, un significato profondo, anche gli organi che l i rappresentano sono atrofizzati e le persone che l i incarnano appaiono pr ivi di idee e di carattere. I Met– termeli ed i Talleyrand sembrano colossi di genialità, eroi dello spirito a confronto delle esigui figure che cento anni dopo vorrebbero imitarne le gesta. Eppure non esistono ancora gl i elementi positivi — orga– nizzazioni, metodi e uomini sopratutto —che diano i l modo di tradurre i n atti la nuova concezione politica, quella delle col– lettività libere e coscienti, quella degli accordi leali, immediati tra popolo e popolo, fondati sulla nozione di reciproci doveri, nonché sul rispetto assoluto di ogni individualità viva, della persona, come della nazione. I l mondo che sentiamo in noi, e di cui milioni di uomini, protagonisti o martiri della grande guerra, intuiscono la necessaria attuazione, i l mondo dove

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