U. Zanotti-Bianco e A. Caffi - La pace di Versailles
— 154 — I l 12 aprile 1918 gl i stessi baroni baltici — figuranti come Diete riunite di Livonia, Samsala, Estonia — procla– mavano l'urgenza di costituire un Regno Baltico sempre sotto lo scettro degli Hohenzollern. Nel febbraio 1919 i l governo provvisorio lettone scopriva una vasta congiura dei Tedeschi baltici capitanati dal barone Stryk allo scopo di impossessarsi del potere con. l'aiuto dei volontari tedeschi armati per combattere i bolscevichi (agli ordini di von der Grolz) e di ristabilire la monarchia non più a favore della dinastia prussiana ma di un principe del Me- cklemburgo. Ora un lungo articolo della Morning Post del 5 marzo esponeva i l « caso dei baroni baltici », asserendo a loro di – fesa che sono i l solo elemento d'ordine e di civiltà nel paese e cbe non sono neppure tedeschi,... ma in grande parte di sangue scozzese. I l giorno dopo nello stesso giornale un articolo del signor Ralph Montagu Scott tesseva un vero panegirico di questa classe nobiliare, e fatto più sintomatico, anche i l Times del 6 marzo prendeva apertamente la difesa del barone Stryk e della sua impresa. ,* . .i $ $ I l paese dei Lettoni, in tal modo conteso da partiti op– posti ed ora particolarmente protetto dai creatori della Società delle Nazioni comprende: la parte meridionale della Livonia (22 571 kmq.), la Curlandia (27 042 kmq.) e la Letgalia (13 705 kmq), cioè un territorio di 63 318 kmq. con una po– polazione di 2 605 600 abitanti, dei quali 1 973 460 sarebbero Lettoni (le statistiche si basano su dati del 1912). Le frontiere rivendicate dai Lettoni sono prettamente etnografiche e non v i sono divergenze di sorta con i vicini Estoni e Li tuani . Ma le regioni della Lettonia sono tra le più devastate dalla guerra. Nel 1916 v i erano 736 mila fuggiaschi lettoni in Russia; nel marzo 1918 la Curlandia non contava più che un terzo degli abitanti che aveva prima della guerra e la città di Riga appena un terzo. La nazione lettone è forte di un secolare lavoro di orga– nizzazione e di coltura moderna. Nel 1913 si contavano 1776 società lettoni che avevano scopi umanitari e circa 600 eoo-
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