N. Fulvi, G. Manuzzi - Trattato della messa e della maniera di asssistervi ...

TRATrfATO DELLA MESSA E DELLA !\lANIERA DI ASS ISTERVI E DEL PARAMENTO DEL PRETE TESTI DI LINGUA ORA PEI\ LA Pl\Ul.\ YOLTA PUBBLICATI DAL CAVALIERE ,\Hr\TE (ìll'SIWPE ll.t\llll IN FORIJI, DAI TIPI DI L'!)ICI llOllD.\NDJNl 1850. '

MAZ 0700 00104 MAZ :l745

ALL' ILLUSTRISSUIO E REVERENDISSIMO SIGNOR CANONICO IL SIGNOR CONTE .LEPIDO GADDI HERCOLANI GIUSEPPE J.liANUZZI A darvi un segno pubblico;, m,io caro e riverito Canonico;, del molto piacere che presi alla novella che a' 22. di questo voi avreste celebrato la vostra prima l! essa; ed anche della molla affezione che vi porto e per le vostre rare virtù~ e per essere voi stato carissimo a quel raro e degno uomo che fu il nostro canonico Pietro Scanelli;, amico di tal lealtà e fede appena credibile; io divisai non esservi miglior modo del consegnare alle stampe~ a Voi dedicata, una qualche scrittura inedita~ venuta al mondo nel miglior secolo di nostra lingua~ e citata dai signori Accademici della Crusca nellor Vocabolario. Ora volendo io recare ad effetto questo mio divisamento~

-<4?- non pur una, ma due ve ne presento) e, al mio paTere, mollo convenienti alla presente lieta circostanza. La prima intitolata: Della Messa, e di ciò che procede da essa. L' altra; Del paramenlo del prete, e di loro significato, ambedue antiche e allegate in quell' opera degnamente celebre. lo !w tratto l' una e l ' altra da un libro di varie cose) che fu già di Pier Andrea Andreini, e poi del conrento della Nun.ziata, ed ora si conserva nella Laurenziana; al quale gli Accademici dicono Zibaldonc, come può vedersi nella Tavola degli autori citati, e nella nola 340 alla medesima; dove e' tirano fuori l' indice della p i lÌ parte delle scr'illnre in esso contenute) e notano la prima delle due, che do {aori ( lacendp dell' allr a) solto il titolo di Trattato della Messa, e de lla maniera di assistervi. Questo Testo a penna fu veduto anche dal Salviali; che ne' suoi Avvertimenti ne fat,ella così: « E con questo ( parla del Cavalca ), quanto cc all' età, un libro si può mettere di Ser Andrea An- « dreini , che non si sa l' autore: ma è una mischian- << za di molle e varie cose, cioè d' Astrologia la più << parte: oltr' a ciò di costumi, di medicina, di cocc smografia, e d' altre arti: e avvi certi fiorelli ri- (( tratti da Vergilio, alcune favole degl' Jddii de' gen- (( tiZi, delle fat iche d'Ercole, della virtù delle pie- « tre, e altre diversissime che non fa luogo il con- << tarle . Ed evvi ancora un trattato fallo da un mo- (c derno, come moderno fu anche il copiatore di tut- « lo que.l volume; che ollr' a cinquanla anni) per no- « siro avviso, non ha quella scrittura. Jla l' altre co- (' se che di sopra abbiam delle, son tutte del miglior « secolo ) e di bello e puro idioma, e a quel libro de- « gli Ammaestramenti degli Anliclt i, che s' è cla noi

~5~ « menlovato>nell' opera del suono , s' avvicinano a (( qualche grado ». Che poi queste operette fo ssero spogliate dagli Accademici, appar manifesto dagli esempi che si leggono nel Vocabolario alle voci Annunziazione , e persona, tratte dalla prima : Ammitto> e Còrdiglio, tratte dalla seconda, con questa abbreviatura: Zibald . Andr. come vedrefe dalla Tavola che ne porrò in fine> seguita da altra di quelle che vi si potrebbero tuttavia allegare. Quanto all' autore di esse> nulla, mio caro ed amato Canonico> posso dirvi di {ermo> non avendone trovata traccia sicura> nè avendo qui> lontano da miei libri>e dalle librerie da ciò>modo di far 1naggiori e più accurate indagini. Ben ho osservato e/te . i moderni Accademici, nella Tavola della quinta impressione ( di cui sono già fuori sei dispense)> assegnano a un Frate Galgano da .Massa di Maremma dell' Ordine de' Frati Uinori (ch' io trovo aver fio- . rito nella seconda metà avanzata del secolo XIV.) gli Ordinamenti della Messa, ch' io stampai per la prima volta>dietro alla Meditazione sopra l' arbore della Croce, nell' anno 1836,; e li dicono parte di un' operetta, che ha per titolo lsposizione, ovvero Ordinamenti della Messa, dettata dal Frate suddetto; la qual operetla> essendo mutila nel codice da loro allegalo, resta , soggiungono, intieramenle compiuta col frammento che di questi Ordinamenti fu pubblicato dall' abate Giuseppe l\1anuzzi nostro accademico. In che consista propriamente questa Jsposizione io nol so> nè m' è dato di conoscerlo per ora. Ben reggo che gli Ordinamenti della Messa da me dati alla stampa sul Testo Chigiano (quello ùtdubitatamenfe che {a del Riscaluato, cioè di Francesco Mari.·w~zi ) >

-< 67 sono una cosa medesima e nella materia e nella disposizione col Capitolo Del paramento del prete.t che ora metto in pubbl-ico; ma affatto diversi nelle frasi e nella testura; cotalchè se quelli sono opera di Frate Galgano_, questo è al postutto fattura d' altra penna. Che Frate Galgano sia autore d' una Esposizione d' alcuni misteri ~ella Messa, cel dice lo SbaragUa sull' autorità del Lami _, che nel Codice Riccardiano 1695 vide questa Esposizione. Se non che avendo io osservato che in fine della medesima sonovi queste formali pm·ole: Finisco la disposizione {"11 -) della Messa, la quale predicò in Firenze Frate Galgano da Massa di Maremma dell' Ordine di Santo Francesco; parmi che possa dirsi con sic-urezza_, che lo scrittore della. medesima non fosse altrimenti Frate Galgano; ma. uno de' suoi uditori., che l' avrà raccolta dalla bocca di lui_, come dalla bocca di Frate Giordano, e di Fra GiTolamo Savonarola furono raccolte da' loro uditori le tante prediche, che vanno sotto il loro nome. Del resto_, anche nel menlovato Codice Riccardiano quest' operetta dev' esser mozza, non avendo in sè che sette brevissimi capitoletti, i cui titoli sono questi. 1. Quello che significa quella parte dell'Ostia che si melle nel calice. 2. Quello che significa Agnus dei qui tollis. 3. Quello che significa la comunione. 4. Quello che figura quando il calice rimane scoperto. 5. Quello che significa quando ultimamente il prete <.l ice: Dominus vobiscum. 6. Quello ( ' ) lJisposizione, per Esposizioni', è voce antiquata mancante al Vocabolario della Crusca; ma usala anche da Danle, c da altri antichi scrillori, come può vedersi n.-I mio Vocabola rio.

-< 7 ';> che significa Ile missa est. 7. Quello che significa la benedizione che dà il prete al popolo. Questo, mio caro e pregiato Canonico) è quel poco che so e posso di1·vi per ora di Frate Galgano ) o Gargano) conforme lo appella lo Sbaraglia ; e delle due Opericciuole che vi presento) scritte al certo nel miglior tempo di nostra lingua) e) come dice il Salviali ) in bello e puro idioma ; da che le poche voci antiquate che vi si leggono per entro) mentre ne provano l' antichità, nulla tolgono della loro natia e vera bellezza. lo non dubito punto che non sieno per riuscir tali anche al vostro ottimo gusto) e che voi leggendo in esse) massime nella prima) non dobbiate dir quello ch' io dico ogni volta (ed è assai spesso) che rn' abbatto a scritture di quel secolo : Bisogna non aver fior di gusto, ed esser nato ad allm che all' eleganza , chi a simili letture non si sente· toccar l' ugola. tanto è comune la semplicità e la grazia del dir puro ne' dettati del sec_olo Xl V: semplicità e grazia che morì con quell' età beata) nè è apparsa mai più. Gradite, mio caro e buon amico, questa testimonianza del mio cordiale affetto, e del giubilo che !to preso in questo vostro lieto avvenimento; e se il libricciuolo che v' intitolo) è poca cosa (che è poca in verità al vostro merito)) vogliate) piuttosto che ad esso, sguardare all'animo sincero di chi col cuore vel presenta; e pregandot'i a raccomandarmi strettamente ne' vostri santi sacrifici a quel Dio di pace e di misericordia) di cui in breve sarete fallo degno ministro, mi vi offro per sempre tutto vostro, e apparecchialo ad ogni vostro piacere. Di Forlì a' 16 di Settembre 1850.

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1 DELLA ~lESSA E DI CIÒ CHE PROCEDE DA ESSA. Annunziazione (1) come il fedele cristiano debba sta1•e 1•ive1·entemente alla JJ1cssa. Tutti i fedeli cristiani debbono andare alla chiesa, imperò che quivi si fanno le nozze del figliuolo di Dio. Adunque lo sposo della chiesa si è il nostro Signore Gesù Cristo ; e nella chiesa si fanno le nozze e a lui c alle anime de' fedeli cristiani. E per ciò dobbiamo andare alla chiesa, per dare mangiare 'alle anime nostre il cibo, che ci dà vita eterna ; c dobbiamo ~errare le porte del nostro corpo, perchè non ci diano impedimento in dil etti corporali ; le quali porte sono cinque sentimenti del nostro corpo, cioè il vedere, l' udire, l'odorare, il gus tare, c 'l toccare; per le quali porte entrano tutte le tentazioni ne' corpi nostri, e non ci lasciano contemplare lo sposo nostro, cioè Gesù Cristo. E credo veramente che pochi ve ne vadiano (2) ch' assaggino di queste nozze, c molti ce ne vanno che tornano di giuni. E però fedele cristiano, se tu vogli assaggiare di queste nozze (1) Ci oè Avviso. (2) Cioè vadano, i nnestatavi l' i per liscezza di linyua, come i n tante altre v oci. Vad ia, per vada, non è raro nei cinquecenti sti , e ~i ode tutt ora nel contado e f ra la plebe T oscana.

-< 10 >- ( che chi pitt ne assaggia1 piit n' ha fame) , fa che tu abbia chiuse le sopraddcUe porte. Con tutto il qno: rc1 e con tutta l' anima, e con tutta la virtlt tua difigenlemonte attendi a ciò che si dice, e che si fa alla Messa del nostro Signore e sposo dolcissimo Cristo Gcstt . imperò che quando il prete dice : lo entro all' altare di Dio, allora e tu (1) entra nel quor tuo e nella mente tua, e cacciane fuori ogni pensiero vano, c dirizza il tuo quore a Dio. E poi quando si dice : Chirie eleison ; il quale sì dice nove volte, a commemorazione de' nove cori degli angioli ; pensa con ferma credenza che di ciascheduno coro alquanti ne discendono alla detta Messa : e in pegno di ciò incontancnte si comincia a cantare: G1·olia (2) all' altissimo Iddio, e inte1·a pac(}. Il quale canto fu prima detto dagli angioli, quando Cristo nacque della Vergine Maria. E noi ancora lo dobbiamo dire con loro. imperò che noi dobbiamo essere di loro compagnia a lodare Iddio. E di poi si volge il prete ad invitare il popolo ad orazione ; e dice : Orenws. E queste dc' così pensare (3). Poi che noi abbiamo lodato Iddio, preghiallo (4) che ci mandi il suo figliuolo Gesù Cristo, il quale allumina e santifica il popol suo. E poi si dice la pistola. Allora debbi tu pensare che questi sono i messaggi, e altri stormenti (5) che si fanno incontro al Signore che viene. O quanta allegrezza arebhe l'anima che stesse così (1 ) Cioè anche tu. Di e, per anche, veàine es. nel mio Yocab. (2) Cioè Gloria, voce antica e contadinesca. (3) Cosi ha il Codice. (4) Cioè prcghiamolo. (IS) Cioè Strumculi .

<(11)> tlivotamenle alla Messa ! E poi si canta il Vangelo ; c allora tu debbi pensare che questi sono i santi comandamenti, che il Signore fa leggere al popolo suo; ne' quali è la via di tanta profezione. Dèbbiti ingc- . gnare d' intenderlo, se tu puoi ; e se no lo intendi, ascoltalo con divozionc, pcrchè t' ::~mmaestra il Signore nell' anima tua. E di' quello medesimo. Anche, se tu vorrai, lo potrai intendere nella predica. E poi si dice il Credo in unum deum ; c si dee intendere che noi dobbiamo con tutto il quo1·c confessare la verace fede, e sì della divinità di Cristo per dodici articoli della nostra santa fede cattolica, e con allegrezza il confessiamo colla bocca. E poi si volge il prete, c dice : DI'ate per mc fratelli. Allora dobbiamo pregare Iddio per lui divotamente c teneramente ; imperò che egli va in nostro servigio, e comc nostro procuratore e avvocato, in nel cospetto di Dio, a pregare che riceva il sac.rificio c l' orazione del popolo suo. E poi dice il prete: Su1·sum corda; cioè a dire, lev::~tc su tutti e (l) vostri quori a Dio. E tu così <.l ebbi fare, acciò che non si dica bocia (2), quando si risponde: Habemus ad dorninum; c così colla mente levata debbi pregare il Signore Iddio, che mandi il Figliuolo a noi, che ci ' 'ìciti (5) in pace del suo amore. Compiuto il prefazio, (4) si dice sanc~us, cioè quel canto che continovo dicono gli angioli in vita eterna (1) Cioè i. Di, c per i, articolo, come di cl , per il , vedine esempi nel mio Vocabolario . (2) Gioe bugia, cambiato r u in o, c il g in c. (3) Cioè vis iti . (4) l/ testo ha profazio .

~ 12 ~ dinanzi alla divina Maestà: c allora pensa che gli angioii sempre dicon così. E con gran divozionc, con tutto il quorc, c con tutta la mente tua starai (1) chin ;1 lo a questo canto così dolcissimo. E il nostro SignQrc Gesù Ct·isto viene in sull ' altare come il pre... te dice. que ll e parole della segreta a ciò ordinate, e allora guarda il tuo Signore: con tanta riverenza gli r endi laido c gloria (2) alla sua mi sericordia, e alla sua benignità, che s' è degnato di discendera a noi miseri e indegn i di tanto beneficio. E allora pensa ehe con lui sia tutta la c01·te di paradiso. Allora e tu ti riempi di giocondità, e d' allegrezza in nel tuo quorc , imaginando la carità del suo viso, el (5) quale è bellezza degli angioli del pat·acliso e bealo. Poi che egli è posto in sullo altare, con grande umiltà ti rendi in colpa (4), e digli tutte le tue mi~crie, e nicissi tà (5) in te medesimo: che egli è venuto per consolarci , se da te non rimane (6) ; c di quello ci ammaestra il prete, che ivi a poco istante e' dice il patcrnostro, como e' l' ha posato in sullo altare; in nel quale si chiede a Dio ogni nostro ce.lestiale bisogno per l' anima, c per ' l corpo. E così anche noi lo dohbiamo dire , e pensare che noi favelliamo comc fi gliuoli al padre. E poi dice : Agntts Dei. c questo (1) Starai. Il testo lta : e stare tanto. (2) Cioè Iaude c gloria. (3) Vedi la nota 1. pag. 11. (4) 1\cndcrsi in colpa, bella maniera per Dichiararsi , Confessar• si colpevo le. (5) Cioè necessità. (G) Se da le non rimane, cioè se tu non sci cagione che ciò non scgua1 maniera be!tissima da oggiugnersi at Vocal)otari o.

~157 ti debbi recare alla mente (1) tua in grande divozione, pensando che quello agnello, che ène dal prete offerto, nel sacrifizio dell' altare, a Dio Padre pcl' te, sonando al macello della Croce, sanza niuna contenzione ; e così tolse le peccata (2) dal mondo. E poi , quando si comunica il prete, ahbia per ce rto, se tu fossi buon cristiano, quel la comunione sarebbe grande refrigerazione (5) all' anima tua ; però ch e 'l prete fa que llo uficio in persona di tutti i fedeli cristiani, e potresti essere sì acconcio che tu n' aresti parte meglio di lui. E po' q uando il prete è comunica to, sì dice l'orazione, c priega l' altissimo Iddio che accetti il sacrificio della sua chiesa, e di tutto il suo popolo; e così debbi tu pregare il Signore, che riceva l' orazione tua, c il sacrificio di tutti i fedeli cristiani in sua laldc e amore' c a nostro crescimen to e grazie c virtù. Poi, quando il prete dà la benedizione, tu ti J ebbi inginocchiare e riceverla con gran fe sta, imperò che si spengono in noi i peccati veniali, per la benedizione che dà il prete dopo la Messa. Poi sì ti debbi inginocchiare, e render lalde c grazie alla divina bontà, che t' ha dato grazia di (2) Recarsi alla mente una cosa, per Rammenlarsela, Ridursela a memoria, è maniera assai vaga . (5) Quest a desinenza in A, nel numero del più, a yuisa de' neutri latini, n on è infrequente negli antichi: e l 'Alighieri l' usò in questa stessa voce, come avvertii nella nota 2, faccia 2 '5 delle Quat - tro Leggendo del B . Iacopo da Varagine. L' usò altresì in esordio, dicendo : Pm· Aynus Dei eran le lor esordia ; al qual esempio, riportatu nel Vocabolario, potrebbe accompllgnarsi il seguente di Ser Gorello : Pac~ c giustizia fur le sue csordia. (3} It testo ha storpiatamente rcfrcosionc.

~14;>: tener fermo la mente tua a questi santi pensieri. e priegalo che comandi all' angelo che t' ha a guardare , che li conservi la purità della mente tua.; sì che tu possa accresce re e conservare questi san t i pensieri, e tornare alla chi esa migliorato la virtù tua. Poi t i torni a casa tutto pacifico e allegro, e abbia guardia nel parlare in tutti e tua (1) sensi, e atti corporali e mentali, e non essere il sezzo (2) a andare alla chiesa, nè il primo a uscirne. Deo gratias. (1) c tua, cioe i tuoi. Tua, per tuoi, e maniera non infrequente negli antichi.. Vedine altri esempi nel mio Vocab. alla v. 1'uo §. l V. (2) Cioè l' ultimo. --.-~~~---

DEL PARAMENTO DEL PRETE E DI LORO SIGNIFICATO. Il paramcnto ( l) del prete in prima si è l' ammitto (2); quel panno lino che il prete si mette in capo quando si para. e questo significa il panno con che e' fu copérto il capo a Cristo, quando gli erano date le gotate, dicendo ; profetezza. Il camice bianco significa la vesla bianca, che gli fece mettere Erode per istrazio. (1) La Crusca dice : PARAMENTO. Veste e Abilo sacerdotale . Da questo esempio, e da quel medesimo del Maestruzzo, elle essa al· lega: Che sarà se il cherlco dica la pistola senza paramento, si ve· de che questa dichiarazione non è esatta ; e aver bisogno di 1·assettatura. Vegga altri se fosse meglio it dir cosi: PARAMENTO . Termine collettivo, e dicesi delle Vesti che si portano dalle persone ccclesiasliche nella celebrazione dci divini ufici ; c comprende il camice, la stola cc,. Nel numero del più si dice i paramenti, cd anche le paramenta. Vedi. it mio Vocabolario . (2) Cosi la Crusca. ll Codice ha amillo , conforme all' origine latina. Da questo esempio, e da mille altri che potrei recare in mezzo, si ritrae e/te gli Accademici, massime quelli della prima e secon - da impressione, seguirono sempre la pronuncia toscana nelt" intavola::ione delle voci, senza far punto caso della loro origine, o del come erano scritte ne' codici, o nelle stampe, da cui le traevano .

~ 16 >- . Il còrdiglio, ovvero cord6ne (1) con che si cinge il prete, significa la fune, con che e' fu legato alla colonna o fragellato (2). Il manipolo, cioè quello che si mette nel braccio, significa il legame, con che gli furo legate le sue sante mani. La stola, che si pone il prete a collo, significa il legame quando e' fu preso nell' orto. La pianeta significa la porpore, che gli fu vestita in dosso por istrazio. Il prete, istando all' altare, significa la passione dj Cristo. L' altare significa la santa croce. Il calice significa il sipolcro di Cristo benedetto. La palena, che copre il calice, significa la pietra , che coprì il sipolcro di Cristo. Il COI'porale significa il panno, in che fu inviluppato il groliose corpo di Cristo. Adunque a tutte queste cose dobbiamo avere gran divozione. (1) Questa voce, in questo significato, mancava a~ Vocabolario. io r aggiunsi al m·io sull' autorità di questo medesimo esempio . (2) Cioè Oagcllato, scambiato l'l nell' r, come in tante altre voci .

TAl'OLA Delle voci allegate nella quarta imr1ressione del Vocabolario della Crusca sull' autorità di queste due Opericciuole sotto l' abbreviatura Zibald. Andr. AMMITTO. Quel panno lino, con due nastri da legare, che 'l sacerdote si pone in capo quando si para. Zibald. .Andr. 109 ~ L' ammillo è quel panno lino che ' l prete si melle in capo quando si para.- Questa dichiarazione non è t roppo esatta: meglio chi dicesse: Quel panno lino benedello, con due naslri da legare, che ' J sacerdo te si pone in capo, o sulle spalle, quando si para per dir messa . In oltre allega l' esempio come sta nel Testo; cioè lJ paramenlo del prete in prima si è l ' ammillo; quel ec. ANNUNZIAZIONE. §. I. Per Avvertimento, Avviso. Zibald• .Andr. 107. Annunziazione come il fedele cristiano debba stare reverenlemenle alla messa. CORDIGLIO. §. P er Quella cordicella, colla quale si cigne il sacerdote sopra il camtce. Zibald• .Andr. 109. Il cordiglio, ovvero cordone, con che si cigne il prete, signiHca la fune con che e' fu lega• lo alla colonna. PERSONA. ~ - X. In persona, vale anche In luogo, Da parte, In cambio. Zibald. Andr. 108. Il prele fa quello ufìcio in persona di luUi fede li ( aggiugni cris tiani) .

TAVOLi\ Di alcune voci, e modi di di re , elle si trouano w •r entro a queste Opericciuole, non registrati nella quarta impressione de lla Crusca, o mancanti degli opportuni esempi. BOCIA . V. A. Bugia. Tratt. JJfess. 11 . E tu cosi dc·bb i fare, acciò che non si dica bocia quando si risponde : llrtbcmus atl do - minum. CORO. • §. Coro, dicesi anche a' Noce orditti degli angeli. 1'rall . Mess. 10. Quando si dice : Chirie eleiso,l , il quale si dice nove volle, a commemorazione dc' nove cori degli angioli ; p ensa con ferma credenza che di ciascheduno coro a lquanti ne discendono alla della Mes - sa. Vedine un altro esempio nella l'avola delle l 're Pi stole di S. Bernardo da me pubblicate . • CROLlA. V . .J. e cottt adinesca. Gloria . Tratt. Mess. 10. Crolia al· l'Altissimo Iddio. E 12 . Rendi lalde c grolia alla sua misericordia. - /t Buonarroti usò i l verbo Croliare tH!lla Tancia 4. 4. pur mancante at Vocabolario. Io te ' l dissi, e ' l confermo, c mc ne gl'Olio: L' è scmpiciaccia. • CHOLIOSO. Add. V. A. Glori oso. Param. Pret. :16. li corporale significa il JJanno, in che fu iuviluppato il grolioso corpo di Cristo. ISTANTE. Sust. lJreuissimo spazio di tempo. Aggiungi esempio del 300. a quello allegato del Mugalott i . Tratt. 1J1ess. 12. E di quello ci ammaestra il prete, che ivi a poco i:;taul c e' dice il palcrnostro. PISTOLA. Coll'accento st,lla prima sillaba; Lettera. Nota elle è uoce antiquata, ed aggiug'lli. • §. Pistola, dicesi anche una Lezione t ra/l a dalle Lettere degli Apostoli, o dat Vecchio 1'estament o, che si dice dat Sacerdote un po' prima det Yangelo, e n etta Messa cantata vien letta ad alta voce dal Suddiacono. 1'ratt. Mess. 10. E poi si dice la pistola. ltfaestruzz. 2. 54. Che sarà se il cherico dica la pistola senza paramento . • PORPORE. V. A. Porpora . Param. Pret. 16. La plancia significa la porpore, che gli fu vestita in dosso pea· istrazio. Yedine alt1·o esempio n ella Tavola della Meditazione sopra all'Arbore d ella Croce da me pubblicata. PHEf'AZIO. §. Per Una pa~liculm·c orazione che si dice dal sa - rt•rdote i 11torno al mezzo della messa .

Allegane t:M'mpio. 1'roll. Mess. j 1. Compiuto il prcfazio, si dice SanClHs. - l.a Crusca a provare it sìgrdficato suddetto reca in mezzo questo es. Fir. Luc. 3. 1. i'ìon mi sarebbe dato noia però di piantarlo sul bel del prefazio. Qui prefazio ha ttat' altro significato da quello as~egnatogli dalla Crusca, e serve a formare questa maniera proverbiate: Pianlar uno sul bello del prcfazio, che vale Lasciarlo sul meglio di checchessia. Vedi il mio Vocabolario doue l'abbaglio della Crusca venrre emendato. • QUOHE. Antico grafia; lo stesso rhe Cuore. Tratt. itless. 10. Entra nel quor tuo, c nt'l la mcnlc lua, e cacciane fuori ogni pensieso vano, c dirizza il tuo quore a Dio. Vedine altri esempi nel mio Vocabolario. /.a Crusca registrò Cuoio, e Quoio. RENDER E. • §. Render· ffloria vale Glorificare. Tratt. Mess. 12. Hendi lalde c grolia alla sua misericordia, c alla sua benignità. • § Renrler l"de, o simile, vale Lodare. Tratt. Itfess . 12. Rendi lalde c grolia alla sua misericordia, e alla sua beni gnità. r,Il\lANEnE. • § Non rimanere da uno che segua una cosa, vale Non esser uno cagione che non segua una cosa. Trau. JJ1ess. 12. Egli è venuto per consolarci, se da te non rimane. SEZZO. Allegarle esempio del SOO. 1'ratt. Mess. 14. Non essere il sczzo a andare alla chiesa , nè il primo a uscirne. • SIPOLCRO. r. A. Sepolcro. Pararn. Pret. Hl. Il calice significa il s !polcro di Cristo bencdello. E appresso : La palena cc. significa la pietra che coprì il sipolcro di Cristo. SPOSO. • §. Sposo, dice~i figurata m. d ai Mistici a Nostro Signore Gesù Cristo ; il quale è anche detto Sposo della Chiesa. Tratt. Mess. 9. Adunque lo sposo della chiesa si è il nostro Signore Gesù Cristo. E appresso: Non ci lasciano (le tentazio1•i) contemplare lo sposo nostro. E 1 O. Attendi a ciò che si dice, e che si fa alla Messa del nostro Signore e sposo dolcissimo Cristo Gesù. VANGELO, e VANGELIO . • §. Vangelo, dicesi an~he Quella parte del Vangelo, che si dico dal Sacerdote un po' dopo l'Epistola, o nella Mossa cantala vien letto ad alta voce dal Diacono . Tratt. Mess. 11. E poi si canta il vangelo. ·'' ~. ,l ("\. ·l - - .. r~~ , - ' ( J • '.l..~)

Forolivii t 6 Septemhris 1850. IMPRllJIATUR Fr. D. ROSAGUTl O. P. Pro-Pie. S . O. Forolivii 16 Septemhris 1850. IMPRILJfATVR J. Ad v. BELLI Pro-Vie. Generalis.

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