Luce Fabbri - La strada

LUCE FABBRI LA STRADA Montevideo Biblioteca Gino Bianco. V EDIZIONI lh,di Socia.li 1052

Per l'Italia si prega di dirigere i pagamenti all'aro- "l· I ministrazione di "Volonta" di Napoli (Casella postale 348 - Conto corrente postale 6/19972 - Napoli). Per tutti gli altri paesi all'indirizzo di Luce Fabbri - Casilla de Correo 141 - Montevideo (Uruguay). Prezzo del presente opuscolo: 30 cent. di dollaro BibliotecaGino Bianco

Giustificazione ,Ci, sono gruppi, movimenti, temdenzti, pal'titi. Sono creazioni un po' ac• 1i,ficiaii, ma comode per l'azione, per &ommare utilmente sforzi con ob:et• tivi simili; ed in .s-e,noad essi si ·crea una speciale atmosf€u·a collettiva, una soliòarieta .speciale che avvicina uomo ad uomo piu intimame,nte di quel che n~n faccia il ,semplioe calore della comune umanita. Alc1mi partiti sono diventati prigioni; altri chiese;· quasi tutti han p,reso caratter,e di eserc:ti e, .sorti da un comune bisogno ideal,e, tendono a sostituire alle idee le pm·ole d'ordine ,e a non contare gli ucnù1i, ma i voti, le tessere ,3 i facili. Tali 1oono i partiti organizzati per la conquista del potere. Ci sono poi tendenze fiJ.osofiche, mo·vimenti lette.rari il ·cui elemento coesivo é tenue, impalpabile e completamente spontaneo. Il lo,:o obiettivo esula dal campo materiale. Il movimento anarchico, cioé l'insieme degli ind:vidui cihe vogliono il mas,imo sviluppo della persona umana in .seno alle ,comunita creat-e dall0 sfor_zo ,solid-ale e dal libero acco·rdo, senza Stato, senza ,dogmi e senza privi· legi, ·ha uno scopo pratico e polit' co (e, rispetto a questo .scopo é -nel su:O .settore :piti importante- un movimento organizzato), ma non tende alla conquista del pote.re, hensi alla cr-eazione di moltissime cose ed alla di· l'St:uzione ,di moltissime altre, nei piu vari aspetti, materiali e spirituaJi, ddla -vita. Cio fa si '(,he neppure la •sua parte organizzata abbia un carattere -vero e propri~ di pat'tito: né tessere, né voti, n~ parole d'o•n:li11-e.E allora la rente, che spesso i;i ,do-manda: ma ohe vogliono qiuesti anarahic;? e desiècrn una risposti1 chiara e conci-sa da catechhmo, rimane disorientata ed alz.1 le spalle. P.er questo ogni tant-0 é necessario dare una definiziO'l1e. Ce ne son state e èe ne sono; ma, b,enché l'anarchismo s:a un'attit111dine per· manente e, in fondo, eleme·ntare, ,dell'anima umana, la &ua definizione deve es.er data, momento p-er mo-m,ento, in funzi,o1 ne dei caratteri -di ,quel mo• BibliotecaGinoBianco

mento (le costruzioni astratte e fuori del t•empo, come ,quella di Rousseau e --'malgrado le ~ppa,renz•e storiciste- i,l marxi,smo', !han sempre rpo.rtato· alla dittatura); e deve essere data anche in funzione dell'individuo 1 che la pensa. Su ,questo terreno, si possono• beruissimo conci-liare le due diverse intei;pretazfoni deM'-anarchismo, da una parte come una costante d'el pensiero e d~lla morale (e, come tale, ,e,sistente nei piu lontani ,pe~·iodi st,o,rici) edall'altra conie movimento organizzato ohe si stacca come un .ram,o· dal gran tronco del movimento socialista e operaio del secolo, XIX. La polemica, sorta in ,questi ultimi tempi a proposito ,di Godwin, poteva so~•g,ere a pro1>osito di molti altri ,sorittori 'anteriori a <Bakunin, ed é stata benefiica. ,Ma non ha ragione, secondo me, di prolungarsi woppo, · giacché credo si debba finire col riconoscere che la parofa "anaroh~s,mo", come "umanesimo", "·romanti- ·ci-smo" e m•olte altre, ha un s'gnificato ampio e di valO're pe,:manente e una o piu localizzazioni ,storiche., ohe, per altro, non lo esauriscono. L'deme'Tlto i'Tldividuale é -sempre presente in ,una foml.'lllazione di questo t-ipò: dn realtii, ognuno ·ha il· suo socia,lismo, il suo cattoliicesimo, il suo liberalismo, o la sua privata maniera e i suoi particola,:i motivi per essere, mettiamo, Jlllonarchico. 1Ma la differenza sta nel fatto che, m.enti,e ohi,ese e partiti metto'Tlo l'ac-cento ,s.ull'etiohetta comune, cercando di lascial'e nell\imhra le rndici per,sonali, un anarchico non -ha nessun bisogno d'•etichette e · senzn ,danno puo definke l'anarohis~o •cominciando: io la penso e-osi: ... Giacché l'essenza di questo pensiero é appunto il dc1Side.io di Lberazione e d'affermazione per .tutti di que•st'elemento imlivid·uale che si afferma pe<ro anche e soprat-utto attraverrn Jà ooHabornzfo'llc •solidale con gli altri. ,M'importava premett,ere queste .righe al mio tentativo d'esposizione della dottrina anarchie&, quella di s-empre e di tutti, ma vi.sta e ,sentita rome necessaria da m·e e in ,questo -pa-rticolare periodo che at·traversiamo, perché non voglio che s'interpreti -quello che ci puo essere di personale 1 come desiderio d'affermaziione po'lemica. NeJla costruzione del mfo sistema d'•:<lee in questo momento, l'aniaTchismo ,si coJloca aJla confluenza della tr·ad··_zione liberale e della tradizione sociali-Ha. C'é nelle due espe:·ienze stol'iche del liberaliismo e del 'So<cfoJismo un elemento negativo (statale per il second-o e capitalista p·er ·;I primo) che é sboccato nel falJ,imento delle ,d,enioorazie borghesi e .del vario -socialismo di Stato; e c'é un elemento positivo, che non é stato svuotato daJla storia recente e che ci si ,presenta oggi (o mi si presenta) come la conclusi-011e logica di due secoli di lotte, ,d'entusiasnù e di d-elu.sioni. Altri potranno arrivare a 6im:ili risultati (anzi swz'alt:·o ci arrivano) auraverso sintesi ,diverse -e ,diverse esperienze; ma ognun,o di noi, per "far -propaganda" non puo che off.r:re la p·ropria sintesi e la propria esp,erie111.a. BibliotecaGinoBianco

Anzi 1a propaganda non é ohe quest'offerta, e sveglia tanto maggiori C-OD· sensi, .quanto pi,u òifjusi e generali siano -in quel moment,oL- i dati e le prem,e-&se che -costituiscono j} contenuto dell'espe.denza stessa. * Cercando òi <liseg,nare questa· visione mia -dell'anarchismo, oggi (visione ,che credo coincida nella sua massima parte con rquella di mohi compagni ò'idee, per Io meno, nella misura incomp1'eta in cui nello ,stesso momento •coincidono i campi visuali di persone sufficentemente vidne), òovr6 per forza -ripetere oose gia òette piu volte. E me ne scuso, ma non tm1to, giaccl:ié un'iòea, com-e runa parola, pur rim,anenòo iòentica a ,se stessa, a&sume un 'Valore pi:>eciso --e sempre· un ,po' òrfferente- nella relazione con le altre ide-e a cui é logicamente collegata. BibliotecaGino Bianco

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DA IERI AD OGGI Nel secolo scorso il socialismo sorse come un'esigenza di giustizia c<,ntro 1o sfruttamento delle forze del lav-0ro da parte del capitalismo privato, .1vido di beneiici. Lo Stato difese la proprieta (proprieta, ordine, famiglia, erano le parole d'01ròine .dei prefetti di polizia) contro il ,sociali,mo nascente ed il giovane m-0vimento op·eraio. Il giugno del 1848 in Francia fu il punto di divergenza delle .due ,strade: quella .della borghesia -che s'era affermata nella rivoluzione francese e le cui romantiche bandiere con le magiche parole "Uguaglianza, Liberta, ,Fratellanza" si avvizzivano e scolorivano nel fumo <'!elle :èiminiere industriali-, ·e ,quella del proletariato, c,he ve<'leva nel movimento del 17•89 non una conquista •avvenuta, ma una premessa logica :per conquiste ulteriori. I fucili di ·Cavaignac, puntati al petto degli op-e,rai di ,Parigi, difendevano la .pr-oprieta contro l'avanzata del socialismo. 1l socialismo da pa~ sua lottava ,semplicemente e globalmente co-ntro il go• verno e.d i padroni. C'erano •stati teorici ,socialisti ché avevano pensato ad una specie di dittatura, e perfino a qualoosa di simile ad una teocrazia, per imporre il benessere universale; pero per il momento il problema era accad~mÌ'co. Tutti i governi erano co·ntro il socialismo; il socialismo ern obiettivamente. contr,o tutti i governi. La -sua arma era la rivoluzione, concepita come una continuazione di quella france5e dell'89. ("Verra 1'89" era dell'uso comune; molto dopo ,si disse "Verra Lenin", con analogo tono). Allora venn:! Marx, che, studiando la struttura del mondo capitalista, vi trovo germi di morte e d-escrisse il processo della sua .fatale malattia. E, come i:onseguenza, il socialismo ,si trasformo, da aspirazione liberatrice, in nn'interpretazion~ piu o meno determinis~a della storia. Pero Marx si sbaglio nella .selconda J;lart~ della sua· diagnosi, quando ,disse ~ tutti l'accettarono- che la morte del capitalismo privato signifi- .cava il trionfo del socialismo .. Questa falsa previ,iione derivava dalla fonBibliotecaGino Bianco

.. 6 z-i-0ne centrale eh~ disimpegnava nel sistema di Marx il fattore economico e dalla sopravalutazione che vi si compieva dell':mportanza delle classi. L'u• no e l'altro criterio furono accettati da tutti o ,quasi tutti i socialisti delle diverse tendenze; non solo essi costituivano una reazione naturale contro il liberalismo boq.,hese, ma rispondevano agli aspetti piu visibili d,i condizioni -di fatto che durarono abbastanza tempo da nascondere il loro effettivo carattere transitorio. Ma non tutti, nemmeno allora, accettarono gli sviluppi marxisti di que• sta teoria: lo Stato é l'espressione della cla,sse privilt!giata; il proletariato, costniendo -attraverso la ,sua propria dittatura- il socialismo (che é, per definizione, una societa senza classi) nega sé stesso come classe e, distrug• gendo le classi, ,distrugge lo Stato. Questa é evidentemente l'affermazione piu utopica che mai si sia fatta nel •campo socialista. La divergenza f.ra M'<lrx e Bakunin, continuata attraverso la •scissione della I Internazionale, ha per centro questo problema. Bakunin descrive profeticamente, parlando della dittatura del proletariato, lo Stato totalitario moderno. Di fronte al socialismo scientifico, la corrente bakuniniana sembro "fuori moda" per il fatto di conservare le caratteristiche e -in parte- il vocabo• brio ,del socialismo ,senza aggettivi d'ampia base ,popolare e di continuare a combattere ''contro il g,overno e i padroni". Ma i fatti oggi han rivelato a tutti il carattere utopico della teoria dell'autodistruzione dello Stato. Tut• ti i socialisti piu o meno apertamente si sono adattati a ricon,Jscerlo; dal punto di partenza di ,questo tacito <riconoscimento si ramificano le deriva• zi'oni attuali del •sociaHsmo tradizio,.nale: quella -che introduce il socialismo nello Stato democratico (socialdemocrazia); quella /che accetta la dittatul'a come sistema permanente conservando qualche -Occasionale riserva teorica. enunciata per dovere d'ufficio e senza convinzione, a propo-sito del socia• lismo dell'anno ·3000 (stalinismo); infine quella che vuole realizzare il so• dalismo fuori dello Stato e contro di lui (anarchismo). Le esperienze delle prime due di queste 'Correnti nel campo governativo hanno aiutato a ,dissipare un equivoco, naturrale nel -secolo scorso, periodo di relativa -stabilita,- in cui i poter~ costituiti erano, secondo la normalita storica, i difensori dell'ordine esistente. Allora non c'erano, né erano con• cepibil\ Ministri dell'Interno socialisti, che, durante uno sciopero, potessero dirigersi agli scioperanti nella doppia qualita di loro 'Compagni di partito e di •superiori gerarchici ,del Capo di :Polizia, incaricato di difendere le fah• brich2 contro possibili tentativi d'occupazione. Non c'era nessuno "Stato BibliotecaGino Bianco

• 1 socialista" con i.;na G.P. U. (o 1.K.V.D. o un'altra sigla qualsiasi) essa pure "socialista" e inc_ar:cata essenzialmente di eliminare socialisti. Gli sviluppi r.aturali della diuatura han portato la corrente bolscevica, non al socialismo. ma al totalitarismo; la 'crisi mortale del sistema capita• lista (a cui la democrazia borghese é troppo legata), porta la soc:ahfomoaazia -sulla stessa strada. L'una e l'ahra delle due tendenze sono uscite dal campo del socialismo. Ed ecco che, se vuol sopravvivere (e le speranze delle grandi moltitudini ci dicono che non é morto) il socialismo si i·itrova sulla vecchia pos:zione: contro il g!lvemo e i padroni. Ben i>resto in molti paesi -come gia in alcuni- la formula 1>otra forse ancora semplificarsi e san\: cont•ro il gcve1·no pa<hone. Questo ritorno -che vuol dir-e che il W• cialismo superstit<' é rappresentato dalla terza delle tendenze enumerate, quella anarchica- non annulla, nepplll!"e ideologicamente, un secolo di storia, ma ne fa tesoN>, g:acché rappresenta il superamento di pseudosoluzioni fallite e non, come- nel ,socialismo del puiodo delle O'l"igini, visione troppo nebulosa, e a volte totale ignoranza, di problemi futuri. Questi pl'-:l!blemi sono ora stati messi in luce dalla dialett:ca della sto:·ia -che 41011é marxista- tanto che l'esigenza d'una chiarificazione si fa s-entire sempre piu urgentemente nei vari partiti socialisti e comunist', con un ~ragico risi.:ltaui di SCÌ$sioni e di i,urghe. Credo •quindi che il periodo di predominio marx·sta (dott:·inariamente legato all'apogeo capitalista) sia ormai logicamentè super:it) nel campo sociali,ta. FalEto il socialismo statale nel totalitarismo sangu ·noso di Stalin e nella liquefazione dei partiti socialdemocratici occidentali, stiracchiati fra la sinistra e la destra, dJpo avei· p:i:·duto pei ministeri la giustiz·a ,sociale e l'intemazionalismu, non rimane -ripeto- all'orizzonte delle -possibilita logiche, altro ohe il aocial:smo antistatale, -con la sua debolezza nuni~rica e la sua forza morale, propri,o nel 'momento in cui il vecchio nemico della 1iberta, lo Stato, 6i su identificando con il vecchio n:mjco del socialismo: lo sfruttamento capital:sta. * * .. Tutti i 410,Striconcetti ,sullo sv,olgimento della storia si trovano in stato di crisi. La vita scivola fra le maglie delle costruzioni teoriche, sfugge alle classificazioni -e, nega ad ogni passo le generalizzazioni e le sintesi. Sentire BibliotecaGinoBianco

Il questa molteplicita, significa ,sentire il valo,re che per la vita ha la liberta (cihe repde possibile la va,rieta infinita). Il •riconosciment~, il r:,spetto d~ qn.::.sta varieta é Jr: ,strada maestra del liheralismo. Dico liberalismo e non democrazia: quest'ultima é dominio della maggioranza, mentre ·il primo é essenzialmente rispetto per la minoranza, valorizzazione dell'individu,o ( mi- -0rocosmo che riflett~ in sé la dignita -del macrocosmo), -sforzo per lasciare a ,ciascuno la massima possibilita di sviluppo, d'autodeterrninazi,one, d'iniziativa -cioé di responsabilita-, conciliand:, queste possihilita con le necessita coll!!ttive per mezzo d,e,l]a òecentrahl;zazione e delle nmltiplii autonomie. I giacob:,ni eran:, democratici ·e ,dittatori; Jefferson ·era democratico, e liberale. Il liberalismo ha avuto solo applicazioni prntic1he parziali ed uno sviluppo t~onco come dottripa. Nelle correnti e nei sistemi che portano il mo• ,nome esso é stato nel migliore <lei ea,si incompleto, ma piu spesso addirittura ipocrita e falso, quando reclamava per l'individuo la liberta giuridica e no·n la liberta reale. Oggi c'é accordo quasi unanime nell'ammettere çhe una liberta reale non é possibile finohé esiste p,redorninio eeo.nomico di alcuni uomini su altri. La ricchezza privata, che non -é mai., neppure da un punto· ,di vista in-dividuale, ,strumento <li liberazione, é invece sempre arma di dominio, strumento d'oppressione. In ,que,sto terreno il libe~alismo 1 se deve arrivare ~ne sue logiche conseguenze, alla ,sua completa espressione, confluisce coJ. socialismo. L, pretesa antinomia (che alcuni socialiisti liberali italiani ,si sono ~forzati di superar-e con tentativi di "conciliazione", cercan-do per esempio di· sta,bilire un modus vivendi fra un settore pianificato della soci eta ed un seuoire libero) é una conseguenza <lella eontrapposizion-e -tradizional-e tra socialismo e "individualismo" capitalist'<l, IJa.sata sull'arbitraria identificazione {legittima solo, e ancora parzialmente, in un determinato momento stor-ico) tra liberismo economic-0 e liibera•1'ismo. In .realta il capitalismo non é mai stato indivi,dualista e al 1,ocialismo non s'ar- . riva aHraveJ.1so la ,statizzazione. Ancora oggi l'i<lentificazione della difesa -della liberta con quella della. "libera impresa", ha largo ,seguito in •quel setto.re dell'opinione pubblica. arruolato tra le fo~ze del "blocco occidentale". Ma non passera se111zadubbio molto tempo che il fallimento progressivo del liberalismo capitalista nel campo economico e politico obblighera a sciogliere il binomio. 1 Coloro, che lo -difendono perché ,si .sentono legati al sistema capital~sta di produzione basato sul beneficio (che, compatibile un tempo -con la liberta forB'bliotecaGino Bianco •

9 male, meueva - pero - nelle mani ,deì privilegiati ·Un invisibile bastone di, comando), fascera1mo cadere il loro liberalismo per _con.ciliarsi con i nu-0vi regimi piu o meno totalitari in formazione, -che .salvano la gerarchia sociale; ,creando una casta superiÒre e -privilegiata di funzionari. -Quelli -invece che ,nel binomio Jiberta'-capitaHsmo vedono sopratutto i valori del primo· t,e;. :mine e sopportano il secondo come una-.necessita stòrka inere~tei-·al 'primo: nel riconoscere. il cara-ttere fallace di questo vineolo, saranno naturalmente ;portati a cessar· d-i ,sostenere il -privilegiò economico. Esempi a-bbo1idanti del primo !caso si trovano nel partit-0 conser_vatore inglese., sufficentt>mente impregnato -di liberalismo da costituire un buon •oggetto d'esperie.nza a questo proposito. il,',anno scors-o, alla vii·gi,lia del.re elezioni inglesi, bencihé la lotta cartacea trn i due principali put1ti to·ccasse spesso lo spinoso problema ~l'elle nazionalizzazioni, le diffe:--enze tra i duè . I ;programmi ---!}>rop.riosu questo· punto_- parvero ·agli osservaton m-oltò dii -m·:nuile e ridotte ad essere piu - di ·grado che" di essenza. Quest-0 si poté ~onstata-re a-nohe prima, neHa campagna elettorale del 195-0. Il manifesto ~nservatore prometteva "continuare la prest~zio-ne dei ,servizi sanitari na• zionali, · ddle pensioni-, dei sussidi per ali-menti e inoltre mantener-e una ~--;.rte considerevole del programma laborista di nazionalizzazione delle i-n• dustrie ... " In un'altra parte si parlava "d'una riti•rata relati-va, pero non ,totale, nella politica di nazionalizzazio-ne. . . d'un raggio ',d'azione molto .maggiore da accordarsi all'i-niziativa pr-ivata, . . I d-u,e parti.ti. di.fferivano assolutamente -snlfa politica di c-entralizzazione. I socialisti progettavan'>, com'é ovvio, di ·conservare tutti i controlli a. ,Lond'ra. I conservatori avreb- .bero voluto una industria ca,~bonifera nazionalizzata, ma ~ontrollata nella ,sua maggior parte da giunte regio11-ali" •~dai giornali del 26 gennaio 1950). Arrivati al potere non· nel 1950, ma nel 195Ì, i .conservatori hanno limitato ,all'industria dell'acciaio la loro "restaurazi-one dell'impresa privata"'', eerca,n• . do, questo si, di dimmuire il caratt-ere ,sociali-sta -gia cosi scarso- delle 91amonalfaza.zioni, ·con il lo-ro programma d'austerita. Il Manehester Guard.i>an n.el 195-0 attribuivi, il nuov,o contenuto del manifesto conservatore al "pro• ·g,-esso vertiginoso del -pensiero socia.le pr-ovocato dalla guerra". E certamente aveva ragione, ,sol che si cambi la parola "progresso" con -quella piu neutra di tra&fo.rmazione, giacc-hé quel coo .molti cons:derano uno slittamento a si• 'llistra non é qui che l'aggiornamento graduale di nn tra-dizionale indirizzo conservatore e'' fondanièntalment~' rea~ion·;rio. Il che non esclude (in ln• ~ilter.ra, dalla M.agna Qharta in poi, il fenomeno é piu fre,quent-e ch.J al• B1bllotéca Gino Bianco

t.rov;e) cihe'-parad;ssalmente il desiderio· di conserva-re il piti fedelmente po& sinile la tradizic·ne ·(.decentralizzazione, giunte locali), c4e frena questo· \ preteso progresso .delle idee S?t~ali dei tory, sia proprio, in questo ca~o il ·germe di una posizione piti avanzata di quella dei laboristi .maggioritari •. Dico- maggi9r_ita,ri, giaoohé ci sono elementi di opposiz'<me. interna, nel partito' laborista, e correnti •sociaJi.ste indipendenti hen piu lungimiranti. . I ( I . Ora é da osservare che, m,entre sul terreno logico delle con~eguenze datrarre dall'esperienza· dell'ultimo secolo, la confluenza del sociali-smo co-l liber;ilismo si attua •sul piano antistatale, sul terreno artificiale .della cosiilettlj "vita politica", c'.é stato nel mondo occidentale un avvicinamento tra f. partiti social:sti democratici e la democrazia liberale bo.1:ghese, su u.n Piano governativo, con il .,·isulta.to ,di sommarn le contraddizioni e le dif •. ficoltii caratteristiche del mondo attuale -pianHicazion', barri-ere legali, èom;licazi?ni diplomatiche, protezionismi, manovre finanziarie, fr-011.tiere àrÌifici.a)i e via dicendo: tutti ,co•ntrasti non di popoli, ma ,di governi -con ie cont,addizioni · ideologiche d'una dialettica marxista giornalisticamente interpretata. Dt.qui la per-dita tanto del social!smo •qu;into della libertii in ip;etti avvicinamenti, ed il fallimento' delle tendenze di sociaJi.smo liberale i, di liberal· smo -~ocialista (Si Ione, Garosci, Riv·ert, ecc.) ehe, anc·he nei casi in cui si ·rnno mantenute -estranee alPatmo-sfera go.vernativa, non hanno ~otuto sottrarsi agli sohemi · di pa·r,tito, _!"é ri·so•lver,e in modo chia·ro il· p:oblema dello Stato. Appunto pe·r souolinear-e questa differenza, gli an3rohici non si èlefi-niscon_o "liberali" ma "li~ertari", Tanto il liberalismo, quanto il sodalismo ,sono stati falsati, deviati dalla. fame ·del poter-e: i) I:berale non h1 vacillato a rendere schiavi gli uomini inipadro·nendo€i. del loro -pane; il .socialista oggi tende alla ti,~annia politi-ca attràver<10 la statizzazione della propr:èÙ\. Là lotta tra il fals-o lib;ralismo (blo·cco occidwtaìe) e il. falso socialismo (hbcco orf:-ntale) é una .lotta ~el vuoto, che pure minaccia -di travolgere tutti e tutto, impegnando l'ade- ~ione !n un senso e nell;altro di q-uanti ,ve:amcnt3 d:~iderano un mondo piti giusto -e p · ti libero. · La storia di oggi ripete -con la ten<h:Je lezi~ne dei fatt_i quello eh~ gli ~narchici han sempre detto: che chi vu-ole. il wcialismo il_eve U{lll_ conquistare, ma di~trugg-tr-e, lo Stato. Oggi i dominatori tengono senJpre piu saldaiuente nelle lo•·o mani non solo -gli e0-e·c:ti e le polizie, ma b produzione è la distribuzione. Schiacdano e spremono la vita dell'uomo. So-no tra loto rivali ·e ciascun gru.ppo aspir_a al governo mo·ndiale. Se r:usciranno a irreBibliotecaGinoBianco ,.

gimentar'ci, s~ lo dispute:·anno fo~se per secoli, purché 1a scienza applicata alla guerra lasci durar tanto la ·lotta. Ma in tutti loro non c'é che una disperata volonta di potenza, un desiderio violento, di mantenere quel controllo sulle mnsc, che i multipli progres-si tecnici stanno minacciando, attraverso la diminuzione delle o~·e•di lavoro, la maggior facilita delle comunicazioni, b maggiore accessibilita dei prodotti materiali e delle fonti cultura!'. Le var·e "gerarchie", naturalmente si difondono cor.t10 queste po&~ibilita progre&sivamente ugualitarie - e si tratta d'un'uguaglianza non livellatrice, ma molto piu sostanzialmente e potcnzialme,nte m·ultiforme. variata e feconda che non le scale che fanno capo a una fortuita o ereditaria -(nei due cas), artifjciale) élit.::. politico-economica. Ci sono contro que,~a ,spinta che tende :, rove,sciare le classi molti mezzi di dif~sa, ak:rni antichi, altri recenti,sim:: b produzione degli armamenti o la -distruzione dei prodotti jccumulati sono succedanei della diminuzione de.lle ore di lavoro come misura éontro la disoccupazione; la censura e il monopolio ufficiale delle notizie e dehla cultura eontra,qestano ~ progresSlÌ. nel campo delle J·adiocomunicazioni e della televisione; le ,diver-se "cortine", 1a semichiusura anche delle me·no importanti frontiere e la creazione di barriere interne cercano di compensare la crescente rapiditii dei mezzi di trasporto. cosi come il protezionismo• economico, in un mondo jn cui ormai una 1·azio• nale, fraterna specializzazione nel campo produttivo potrebbe probabilmente copvire i ,superstiti settorù di reale scarsita, mantiene in piedi le difficoltii materiali che ----pi,u direttamente compr-ensihi1i- facilitano •l'ammissione del• le misure anteriori da parte di grandi masse umane. Natucalmente non si tratta ,di piani machiavellici, abilmente congegnati e sincro·nizzati, ma piuttosto dell'incontro -sul piano attuale della volonta di potenza non &empre pienamentl)" consapevole di caste egemoniche vecchie e nuove-, di residui d'una realta che ·1r::m1Jnta con germi di nuove ,realt~. Questi elementi s'or• ganizzano intorno agli interc,ssi inerenti a quella volonta di potenza che li fa -diremmo- precipitare. E, malgrndo la cornplessitii dei particolari, il processo ,nell'insieme mi sembra chiaro. nra, tutte queste difese p.1rziali contro le conseguenze antigerarchiche di questo maturare della vita dell'uomo, non sono a lungo possibili se non in clima di scars,itii economica, preparaz:one mi lit are, -onnipotenza dello S'tato. Di qui il totalitarismo, che si presenta come alternativa al socialism~ liòe~o (cioé s_enza frontiere, srnza proprieta privata, verso il non-Stato attrave~so il meno-Stato), nel processo di dissoluzione della -societa capitalista. BibliotecaGinoBianco

12 Per questo l'an~rC'-hismo, eh-e é atlilggiamento ·basico, elementare, perma• nente, ha ,oggi storicamente la sua o.ra, o megl:o, per non ipotecare l'avve• nire, né mutilare il passato delle sue i-potetiche po-ssibil:tii non realizzate, una sua ora. Questa determinata possibilitii di oggi sta nell'identificazione d'un completo socialismo •con un completo Iiberal:srno nella cata•rsi della volontii di potenza. Cogliere quest'ora '()UO essere opera di pochi, pucché consapev,oli e pknamente disinteressati. OGGI Oggi, come ieri, societii anarchica vuol dire societii libera, senza go• v·erno. Oggi com~ ieri la maggioranza- ·d-egli anarchici concepisce questa so• cietii come una foderazione coordinativa -dei nuclei geografici (-es., i mu.ni• cipi) o funzionali ·(es., consigli di fabbrica, ~ndacati, cooperat:ve di con• sumo. istituzioni culturali, sanitarie, ecc.), in cui la vita rnater:ale sia assi• ourata d~ '.;.m ·sistema ;conomico basato sulla. proprietii colletti va dei mezzi di pro-duzione e sulla -d:,stribuzione gratuita dei prodotti a ,seconda delle necessita. Si potrebbe paclare di federazione d'enti autonomi, non gestiti dai rappresentanti dei partiti che ihanno nelle mani, sia pure grazie al voto popo_lare, il poter.e pol:ti'co •(come nell'Uruguay), ma direttamente dai rispettivi lavoratori ed utenti. La decentralizzazione coordinata -a cui il progresso tecnico ohe ha dato origine alle cittii tentacolari oo alle fabbriche most·ruosamente grandi ,s'avvia ad offrire, per naturale ,superamento, condizioni eccezionalmente favorevoli- permette un ritor-no maturo all'oTiginaria democrazia diretta d~l nostro comune medioevale, antecedente storico da non lasciar _cadere per noi che, non.avendo a nostra disposizione l'ingannevole strumento della dittatura con cuLsembra fadle creare un mondo nuo'l'O sulle rovine di tutto il passato e il presente, dobbiamo cerca.re di libera-re in questo presente cio che -c'.éòi piii libf:ro, vivo e spontaneo (e le radici nel passato sono spess.o una ga-ranzi~_.di spontaneitii). Tra- le cose da "rivedere", ci sono fo,rse le nostr-e relazioni con la tradiziQne. In ogni modo, se niente é cambiato nella abituale defin-izione dell'a-nar~ ehismo, -ohe si é soLo progressivamente avvicinato al "centro logico~ degli avvenimenti, ,sono cambiati i fattori storici in mezzo a cui questo deve com• Biblioteca Gino Bianco

13 battere la sua batta~ifa. Una cotif.inua rev1s1\>ne é <l?~di necessaria sul ~er• -re.no dei ra,p,porti con questi. fattori. Gli avvenimenti trasfoi:'mano le ·teorie -in esperienze vissute (e quanto dolorosamente vi!òsute !) e scoprono ·inàspettate vicinanze con alcuni, abissali distanze, da altri. Per esemp:o sarebbe stato difficile nel secob -sco~o, q::.a-ndo and:ie gli anarchici accettavano una ·gran· parte della visione marxista dell'economia, ,vedere oliiaramente il .pericolo che si naEconde nei program~i e nelle tat· 1iche basate su una t€oria generala della storia. Dalla -"Citta di .Oio'1 di ,S. Agostino· :(.basi d'un"'ii filosofia cattolica d~lla storia). a Torquemada c'é ,una. linea di derivazione diretta: la ,stessa che po.:-ta dal mate-rialismo dia• 1ettico ai campi di concentramento ·staliniani. Chi si sente interprete della :s1oria, come chi si crede ispirato da Dio, sacrifica la vita pre-~e-ntea quella -futura. E non si puo snrificare il presente degli uomini -c·be sono vivi è amano malgra~lo tutto la vita- senza il pili brutale esercizio de'll'a'lltoritii. E' que,sta una. di aue}le verita ·ovvie ~he •si ca•piscono· n.ella lor-o con~e. tezza solo· sotto :il. peso dell'esperien:1)3. · Alla sua luce ,li rivela artif-iciale lo pse,udo-storici~mo della mi,ssi-one rivoluzionaria della datse lavoratrice e .di altri miti che non ,sono •:Stati altro che id~ec:-foi-ze, ciòé, in. fondo, idee adoperate comi: strumenti di dòmini-o. Oggi é di moda in Italia definire gli ana.rchici .come superstiti illuministi, che continuano in pieno secolo;){X gli ideali dei filosofi francesi del secolo XVIII. E' sempre difficile ~ non_,sempre utile cercarsi antenati, ma, pu,r ricoooscendo che c'é del vero in tale definizione, bisogna limitarne la portata, in quanto• nella "filosofia dei lumi" c'era tanto l'eredita del ·libera• li,smo rivolumonario inglese ,del secolo anteriore (aderente· a,lla re~-lta), 'quanto la giustificazione del despotismo illuminato e una coneezione astr-atta e assoluta della libertii òhe negava tutto il pat;sato e si mett~va fuori della ·6toria. Bisogna guardarsi dall'.identificare pos·izioni simili, ma lontane nel tempo, che ,corrispond,ono le une alla preistoria d'un determinato problema (in ·queisto caso il problema del capitalismo horgihese e della lotta di classe) e lè altré al superamento di questo prohléma, dopo l'analisi che· gli avvehirnenti · stessi' ne han fatta.·ln ,questo caso.avviene un·parzia'le ritorno- aUe posizioni anteriori, che non é regresso, nia pr-0gresso, dato dalla piu matura coscienza con cui si ripensano e si attualizzano idee appartenenti al passato. In questo sen€-:Ì si· puo parlare di -ritori10·al seéolo XVUJ; in .questo· senso, ·e considerandone l'aspetto liberale e non il giacobino, si possono vincolare -con esso ideologitaniente gli anarchici., Biblioteca G no Bianco

14 Lo stesso succede sul terreno delle idee economiche; é permesso di con• siderare gli anarchici come eredi ·d-el socialismo "utopista", cioé prernarxi• sta, nei suoi settori meno autoritari, purché .-si ~eda che la l:nea di dhcendenza passa attraverso l'esperienz.1 d'un secolo che comprend,e fra l'altro il fallimento del S3•cialismo marxista. Quest'esperienza ci porta oggi a fare il punto e a constatare la nosti~ posizione nel mare in burJ·asca. In questo mare jn burrasca il capitalismo privato s'é molto indebolito, lo Stato ·ha er-editata la sua forza· e parte di quella dell'antico movimento operaio; il fattore politico ha preso di nuovo· il sopravvento sull'economico, che non é piu che uno ·strumento del primo; il socialismo ,autoritario s'é inserito in questo processo che porta il capitalismo privato a trasformarsi in capitalismo di Stato; nei paesi demoo~·atici si sta formando e in quelli totalitari s'é gia formata una nuova casta dirigente di tecnioi dell'organiz• :;;azione, a cui i tecnici de-ll'industria e dell'agricoltura sono assolutamente subordinati, e. che ha neUe sue mani il potere politico e il monopolio dell'eoonomia (c:h'é la nuova forma -burocratizzata- della propdeta, o me• gli o, del privilegio economico). Vediamo i principali, ,di rquesti fatti nuovi e le conseguenze che essi pos• sono avere ·sui futuri orientamenti del movimento anarchico. * * * I I. Il sistemu economico capitalista del salariato per gli operai, del beneficio per gli impresari, della distribuzione commerciale per i consumatori ha perso la sua vitalitii e sta lentaµiente trasfo.i-mandosi, per quanto la guerra finita nru '45, la sua ·propaggine coreana e le probabilita di prossimi conflitti ne prolunghino· artificialmente l'esistenza. II. Le parole -d'ordi,ne, faJsa-mente sempliiciÌ, di partiti e di ;;t,ati in conflitto hanno resa popolai·e la contrapposizione di socialismo -o, piu vagamente- giustizia sociale e liberta politica. Non é un fatto nu()VO; é un accento nuovo su una pseudoidea polemica che .rimonta a tempi molto ve-cclii, i tempi in cui comincio a- far com.o-do combattere il socialismo fa. cendolo consister~ tutto nella sua degenerazione autoritaria. Oggi che questa degenerazione autoritaria •si ohiama totalitarismo, do·bbiamo anche noi met• Biblioteca Gino Bianco

15 tere un pio forte accento sull'inscindibilita, per noi ovvia, della liberti\ e del socialismo. Quest'ult:mo offre infatti alla prima le basi materiali del suo sviluppo: La falsa opposizione che tra loro si pretende stabilire é per me unlì dei pi_u pericolosi ~ofismi del nost-ro tempo. Tale 'falsa opposizione, con tuui i corrispondenti fat'cosi tentativi di conciliazione a cui ·si é gia accennato nella prima parte di questo scritto, disimpegna negli ambienti colti la stessa azione paralizzatrice del mito ,russo tra le masse operarie. Quando d:ciamo che il capitalismo privato é inrlividualista, ci l'iferiamo a un .suo aspetto economico, a una mancanza di coordinazione nella pro• -0uzione e nella distribuziorte (che d'~ltr'a parte fu la •caraueristica solo d'un breve periodo di auge nel corso della storia d.el capitalismo); non ci riferiamo a una particolare concezione della vita, che si traduca in un modo di vivere. Le po:,sibilita di sviluppo e d'iniziat:va d'una piccola mi• nornnza d'individui pdvilegiati sign:ficavano e significano il soffoc~mento delle pnsibilita d'affermazione individuale nella maggioranza ddla .popol.azione, irreg'me!llt:,ta nel lavoro a catena, ammucchiata sotto la pressione delle sue necessita vegetative. Di•re che la cos'idetta "libera impresa" é una garanzia di liberta individuale é come sostenere che un'oligarchia tii:'annica equivalga a una democraz:a perfetta, perché, nelle pe,·sone degli oligarchi tale identificazione sembra verificarsi, in qua11to chi esercita l'autJ·rila suol credersi ed esser creduto libero. L'irf1presa privata capitalista nel m•:>mento del suo apogeo fu quindi l'esaltazio·n~ (piii apparente ,eh~ r~ale) dell'indi• vidualismo di alcuni pochi, barnto sull'informe abbrutimento delle masse operaie, che solo -attraverso la loro organizzazione in sindacati (usnti allora come strume•nti di lotta e degenC'.rati oggi quasi dapertutto in organi di milita,rizzazione) trovarono il mezzo di restituire a ~iascuno dei loro com• ponenti il sun valore individuale di uomo. Naturalmente quando parlo di proprieta privata mi riferisco specialmente al possesso dei mezzi òi produzione, e non alla semplice ricchezza, che puo essere un ienomeno di parassitismo socialmente poc() importante e poco pericoloso. To,:no qui su un concetto che mi é caro, perché mi sembra venuto, o piuttosto tornato, il momento .d'imperniare su di e~so la nostra opera di propaganda. Sono piii che mai convinta dell'importanza enorme che iha nella storia la volonta di potenza, ch'é in germe nell'aspetto espansivo dell'ì.stinto vitale, ed ·esiste tanto nell'individuo, quanto -collettivamente- nella specie, BibliotecaGino Bianco

16 L'istinto vitale con;erva manifestazioni prim ·1}.-:;e,,l>estiali, che ].'IW_moin qùanto si distingue dagli altri animali, cerca di supo:·are; presenta degenerazioni morbose che l'uomo normale -cerca di combattere; ma é in essenza un istinto rnno. Si tratta solo di coltivarlo, incanalarlo, portarlo alla misura dell'uomo Ora -oggi come oggi-, l'aspetto p:imitivo e quello degenerativo dell'istinto si confondono sp~ssÒ e non c'é prat '.camente nessuna ragione di distingue-rii. Questa forma morbosa o bestiale della volonta di potenza co1\-· siste nel desiderio i,ndiv.iduale ,di dominare sugli altri uomini. nel p:aeere, spesso sadic-0, di piegare la volonta altrui, di mettere il piede sulle altrui teste chinate. Questo desi-d-e:·io -non é individualista altro che nelle pe-1·sone che esercitano tal~ pot-ere; gli altri cosùuiscono do -che si -chiama la massa,. in cui mndividuo, scl1iacciato dall'impotenza o invaso da quollo spirito di i;crvitti volon•taria che non é spesso che ans:a di potere repressa, annulla: se $tesso. Lo strumento piu evidente di questa degooerazione morbil-sa dell'istintoYitale é il potere politico, che si riduce sempre, in ultima .anali-si, all'uso della violenza materiale (se non ci fossero polizie ed eserciti non esi~terehbero autoTita politiche). Un altro -di questi stru.menti é il potere economico. La tendenza dell'individuo o del gruppo a dominare gli altri uomini att:·averso le armi" o le leggi, equivale a quella che porta a dominarli attraverso il possesso dei mezzi di produzione e di ~ambi-o. Credo che il nostro tempo ci abbia sufficentemeute illuminati sulla necessita d'inve,rtire la formula corrente e di riconoscere il valore -politico della proprieta. Nella maggior parte dei casi, .i magnati del capitalismo privato non cereano d'aumentare i loro dividendi per prncurarsi magg:ori godimenti materiali. In g-encre sono indefessi lavoratori e a volte ,si cred-ono in buona fede dei benefattori d-ell'umanita per il fatto di destinare parte dei loro guadag-ni ad opere d'interesse collettivo, che 11011 fanno che ampliare la loi,o sfera d'azione e d'influenza. Il loro vero scopo, di cui evidentemente non sempre sono consapevoli, é quello di ,stringere nelle loro mani la vita degli uom:ni, di quelU che vendono la loro forza di lav,oro, di quelli che comprano per consumare, degli invalidi dei loro asUi, degli 1ocienziati dei loro istituti. Che significa la conquista d'1m mercato ;e n-o.n la conquista d'un controllo su un settore di collòumatori? Che cos'é il lusso, ,se non il simbolo esterno d'una gerarchia, l'uniforme -dei dominatori? Per questo la lotta per la liherta dell'uomo non pu,6 essere diretta B1bhotecaGino Bianco

17 solo contro la tirannia politica, ma deve essere combattuta nello stesso tempo contro il cont~ollo della vita econolllica da parte d'una casta privilegiata,. 6ia essa c,omposta da capitalisti pri'(ati o dai burocrati deJlo Stato proprie-· tario. La liberta della persona non so-lo é inseparabile dalla g:ustizia soci.1Ie,. ma s'identifica con essa, Ohiamando socialismo la proprieta collettiva dei mezzi di produzione e· di scambio (e -socialismo é termine ampio che ammette una plu.ral;ta di ultcciori determinazioni economiche), po_ssiamo tranquillamente di-re che non: c'é miglior garanzia di liberta. Ora il socialismo non nega quella manifestazione espansiva dell'istintovitale che ,si suol •chiamare volonta di potenza; la soddisfa inv-eee in ci oche ha di piu alto, e direi di piu umano se non temessi ohe ci dovessimo, vergognare di fronte a tanti esempi di solidarieta animale che ci da Kropot-- kin nel •~M!utuo appoggio" e che troviamo noi ogni giorno nella natura~ Una sana volonta di potenza si traduce nel desiderio di li-berta e di auto-· dominio, nell'ansia di piegare la natura o•stile -e la materia inerte ai bi-sogni dell'uomo, nell'appetito di lavoN•, di creazione, di conoscenza; e sopratutto nell'associazione che moltiplica ed, estende fino ai limiti delruniverso cono., sci·uto le possibil ·ta e le i-rradiazioni dell'azione individuale, nella s-:>lida~ rieta che, partendo dal subcosciente collettivo della ~pecie, arriva ad essere,. nella sfera della coscienza, fraternita, amore, spirito di sacrificio (1 ). Nell'individuo, un istinto vitale sano porta tanto a dare e a fare, quantoa prendere e a godere; e in questo dare e in questo fare cerca se mai una supeirio-rita. Si puo dire ch_e questo é moralismo, parola di cui é di moda b-urlarsi. E anche qnesta facile ironia antimor~l:stica é una inconsapev:>le eredita marxista, combini.la pero con la lettura epidermica di Maclliavelli. Che le regole <l'un'azione politica di-retta alla conquiòta e alla conservazione del (1) L'esempio pi6 tipico di collaborazione necessaria eppure lib<>ra e completamente spontanea per aumentare la potenza dell'indiYiduo é data dal linguaggio. L'uomo solo non sa parlare· e quindi non pu6 pensare; non ha che una personalita rudimentale. La ,ma pienezza c-ome individuo si raggiunge Ho!o nei rapporti sociali ed ha, con1e tutte le cose un1ane, un :-:.uo prez:,o di rinunce. Quanto· pi6 volontaria questa rinuncia (basata cioé su un sentimento -pi6 d'amore che d'obbligo o di necessita), tanto piu libera. Di qui ia gamma dei diversi val0ri delra~sociazione e del patto c_he ne fùrma la baRe, tra i due opposti limiti della forza brutale e cldl'amore, pas,,ando J)er la stretta e 1ni~urata .giustizia. Biblioteca Gino Bianco

18 potere non abbiano niente a che far-e con le norme morali, o piuttosto siano moralmente negative, é verissimo. ·Ma questa verit{, non •rigua-rda coloro che ripudiano ogni potere e per cui la storia vera é la storia della liberta ed é quindi un concatenamento di fatti che scaturi~cono dall'humus della v:t_a morale. •L'autorita, che atomizza b societa sotto il peso d'una uniformita inorganica mascherata d'organizzazione, e la solidarieta spontanea che costruisce alla ba~e gli organi vitali della vita a~.sociata il cui processo culmina nella liberti, sono i due poli opposti della volonta di potenza naturale nell'uomo. "'on si vuol tornar-e a spiegare la storia, come nel cristianesimo primitivo, come una lotta tra Dio e Satana; ma bisogna. riconoscere l'importanza -per troppo tempo d.imenticata- che l'elemento div:no e il demoniaco (o, se ·si prefe:·isce, l'elemento umano e il bestiale) hanno nel cuore e nell'azione degli uomini. Ora, si puo dire che il socialismo abbia la sua base stessa in questo • aspett,o sano della volonta di potenza, il cui -strumento é l'a-ssociazione che moltiplica all'infinito le proiezioni dello sforzo individuale. Oggi le esigenze della vita materiale, abilmente sfruttate da pochi che si fanno padroni delle coscienze ricattandole con l'indispensabile pane, rappresentano per i piu una barriera insuperabile che li ammucchia nell'ignoranza e nella miseria. D>and-oai produttori ed ai consumatori il possesso collettivo dei n)ezzi di produzione e dei beni di consumo, il socialismo libera le comunita umane dal predominio ossessivo del fattore economico, trasformando le cupidigie ostili in un comune sforzo di sfruttamento dell-e ricchezze naturl)li. Il sociali-smo é quindi la vera l'berazi·one dell'individuo, quella liberazione che abbiamo vista iniziarsi (giacché la lotta, l'aspfrazione, sono g.ia una liberazione) attraverso molti tentativi insurrezionali e attraverso il movimento_ operario e quello cooperativo, due· forme diverse -facilmente, degenerabili, ma sane alle fonti- della difesa della vita ·e della .dignita della pee:sona contro il sistema del b,eneficio capitalista. Cosi, -nel comune medioevale, contadini e artigiani affermavano la loro possibilita d'essere uomini contro la casta privilegiata dei signori feudali. Nella misura in cui una comunita / cosi creata opprime e cerca d'annullare l'individuo, perde il ,suo• potere funzionale nel senso della giustizia sociale e viene viziata da una secrez:one morb-0sa e parassitaria: l'autorita d'alcuni individui (che creano per sé o proteggono in altri posizioni economicamente ,privilegiate) su una massa ~empre pit'i amoTfa ~ schiava. Portare la volonta di potenza ,dal suo piano bestiale a quello umano, Biblioteca Gino E3ianco

19 dal piano della forza a quello dell'intelligenza, ,dal. piano dell'autorita ~- quello della solidarieta che ci fa liberi e moltiplica le p·Òssibilita individuali, vuol dire si compie!·e una rivoluzione momle, ma non vuol dire, come po• trebbe ,sembrare ad un lettore frettoloso, ,separarsi dal camp.o delle realta pratiche, né cadere neì· .dformismo. Ci sono, in atto o in germe, o si posson~ ~oncepire oome· possibilita da realizzare n-el futuro, gli organi di questa potenza dell'uomo. Liberarli dai bassi inte,ressi ehe ne intralci~no o pervertono l'az.ione o ne impediscono la nascita, fame i nuclei coordinati d'ella <Societa futura, é o;p,era rivÒÌuzionaria. . Sono proprio i nuovi sviluppi della tecnica e le nuove forme di vita associata a cui questi sviluppi --àlJniti alla decadenza del capitalismo-- creano le condizioni fovor,ev,oli, :i farci fosiste1·e piuttosto su questo che su altr-i aspetti del pensiero anarchico. Queste nuove forme possono essere tanto il totalitarismo, che non c'é più bi,sogno di ,definire da quando Orwell ne ha data, in un romar.zo di gran valore politico _:,"1984"- la d,escrizione· esa- ' sperata ma non caricaturale, quanto manifestazioni di socialismo pili o meno libero, •&uscettibile di evoluzioni e rivol'llzioni in senso anarchico. III. Il socialismo non é dunque necessariamente l'erede del capitalismo priooto in processo di fallimento. L'erede del capitalismo sembra essere, secondo ogni probabilitii, il totali.tarismo statale. •Contro quest'ultimo bisogna continuare la lotta iniziata nel secolo scorso .,Jalla classe operaia contro la borg•hesia capitalista. T,re sono le grandi linee del processo totalitario•: . una, pa,rte da questa stessa borghesia capitalista ed iha avuto una prima ma• nifestazi'one nel fascismo e nel nazi,smo; l'altra comincia col soffocamento della rivoluzione socialista russa da parte della dittatura bolscevica e sb•occa nel regime che si •suol chiam~re stalinismo; la terza, ancora incipiente, consiste per ora in un progress.ivo raffo.rzacrsi dello Stato nei paesi cosidetti democratici -non tanto ancora sul terreno politico, quanto sul meno visi- 'bile terreno economico- e nella formazione della nuova classe dei funzionari statali, che ha in mano, non la proprieta, ma il controllo della ricchezza nazionale. Negli Stati Uniti lo Stato tende, attraverso l"'income tax", a attribuirsi •una parte pr.eponderante del beneficio capitalista; nei paesi pili sviluppati , dell'America del Sud lo ,Stato incide •sui prezzi degli articoli di consumo e sui salari operai assai pili che il guadagno dell'impresa-rio. La classe in parte parassitaria degli impiegati pubblici s'avvia ad essere in molti di Biblioteca Gino Bianco

:liJ questi paesi una forza rncialmente piu pericolosa che le manifestazioni dell':mperialismo stra~iero o di capitalismo locale di tipo antiquato. In questi ultimi tempi questa trasformaziO'lle é stata abbastanza stupiata,,. ma senza rilevare sufficentemente il ca:·attere politico del fenomeno. In realta tutto il nostro vocabolario .sta diventando antiquato o vadllante: i governi borghesi non sono p:t'i essenzialmente. borghesi, la democrazia capi-· talista, che non é mai stata vera den'.iocrazia, s'avvia a non essere pit'i nemmeno capitalista, le -classi non sono scomparse ma si trovano in processo df rapida tra-sformazione e tendono nt>i p3e;i tC'talìtari a diventa.:e caste pi1i:" o meno chiuse. Ne, paesi cosidetti democratici, i m~mbri del direttorio d'un gran trnst bancario sono assai p:u vicini ai dirigenti di certe enormi o·ganizzazioni sindacali o ai funzionari governativi inca.-icati di regolare -mettiamo- il commernio estero, che al gro,so d·i quella che si suole ancora èhiamare borg-hesb capitalista. Dalla sete di potore di· questa nuova elasseviene oggi il pericòlo di guerra e l'opposizione al ;,ocialismo, quando que• et:> non sia lo pseudosoc·:alismo delle na·zionalizzazioni. Una vera socializ7,azione togli;erebbe infatti a tale casta dirigente quel controllo della pro· duzio11e e della di~tribuzione ch'é sempre pili il principale strumento di dominio pol:tico. Il clima di guerra, con la relativa deviazione del progresso• tecnico verso le esigenze della preparazione militare, obbedisce alla paura' di perdere, attraver-so il normale sviluppo dello sfruttament_o delle forze· naturali da parie dell'uomo, il dominio su (JUell'incog-nita che ch:amiamo personalita individuale. In questa paura -ohe impedisce di cercare p·er es~ ·nella diminuzione delle ore di lavor-o un pa_Jliativo alla disoocupazionecoincido110 i quadri di.rigenti dei grandi partiti e delle organizzazioni sindacali, i magnati del superstite capitale ind-ustriale e finanziario (che non- ·sanno neppur lòro fino a che punto sian-o indipendenti, fino, a che punt<>" siano padroni dell'ingnnaggio politico del loro paese e fino a che !}Unto· ne ·s'ano le ruote) e gli alti burocrati delle amministrazioni statali- e degli eserciti.· Questa pa1ua d'ogni pit'i piccola autonomia domina il -panorama deT totalitarismo tipico, il russo, ma esercita un'influenza fortissima, per quanto non sempre consapevole, nelle alte sfe-re del <>Osidettoblocco occidentale, lecui classi privilegiate non esiterebbero a buttani nelle bràccia di Stalin, se i loro .rispettivi popoli dimostrassero eccessive tendenze ad emanciparsi. Questo non é un paradosso; basta· studiare il co,1ore politico-sociale delle· adesioni che andé raccogliend'o durante la g-uerra civile del 1'936-39 il mi· nuscolo ·partito comunista spagnolo nella parte rè,pubblicana della penisola, Biblioteca Gino Bianco

i'berica, ,o, reciprocamente, l'appoggio dato dal P. comunista italiano alle forze pi-u retrograde (monarch:a e clero) nel momento piu rivoluzionacio «Mila resistenza, ne!J'ltalia ancora impegnata nella guerra "a-nti-fascista", per rendersi conto che l'antagonismo tra "oriente" e ",occidente" é in fondo .semplice e for-Se dfimera riva lita (l) e Cihe la lotta vera, attraverso cui si possono ancora sa-lvare i destini d·ell'umanita, non é la guerra, ma lo ;sforzo rivoluzionario contro i totalitarismi in atto o in gestazione in tutte le parti del mondo. Questo sforzo, non òolo non -ha niente a che fare con la guer-ra, ma é fo se ,st~s~ l'unica possibile .lotta contr,o la guerra stessa, purché sia sforzo .creativo, cioé, in <Juesto momento, purché sia orientato in senso socialista. IV. Non c'é da farsi illusioni: se il capitalismo sta perdendo vitalita, ·il totalitarismo é fo-rte, piu forte che il regime cosidetto ,borghese nella sua epoca di auge. È' capace di negare tutti i valori -umani, capace d'un ritorno -alla bestialita primi,rjya con tutti i raffinamenti- del progresso scientifico. D'ahro canto, ·dopo la terribile depurazione sofferta, dopo che il totalita· ·dsmo J""usso ha divorato il -socialismo bolscevico e l'utopia marxista dello Stato che di-strugge se stesso, il socialismo -cosciente é debole, malgrado la responsabilita sovrumana che pesa sulle sue palle in (luest'ora di decisivo ,pe.r:colo. Le moltitudini d'opero-i e di contadini e una parte del proletarfato in colletto aspirano -.,·;gamente al sociaJi.smo, ma non sanl'l.o dove sia. Lo -0ercano, -come cercano la liberta, fuori di •se stessi. E coii é successo, oome -dice uno scrittore contemporaneo in un articolo autobiografico, ohe molti italiani nauseati dal fascismo sono ent·rati nel partito comuni-sta per un'esigenza nello stesso tempo socialista e liberale e vengono portati esatta~ente in direzione contraria a quella in cui vogliono andare. Quando poi ~ ne accorgono si ritir&no scoraggia-ti nel proprio gusci-o individuale ed egoista dicendo -che "la politica é una porcheria", "i giornali -sono pieni d-i bugie" e "tutti i partiti &ono uguali". Tutte cose qua,si~giuste,· ma che ,non sono in (1) Come, alla vigilia dell'ultima guerra, una paTte del gran capitale nordamericano era nazistofilo, cosi ora un settore importante di Wall Street, in disaccordo col governo del proprio paese, é partigiano d'un avvi• .cinamento dell'Ovest all"Est sul terreno commerciale. Vedere a questo pro• posito, .te pai;ole di Charles Wilson, in data 20 novembre 1951 e ci6 che I', .stato pubblicato nello stesso periodo nel "Wall Street Journal" e nel "U •S • News and World Report"". secondo il breve riassunto che ne ti.a Ch. De• Yanç;on nel n. 291 del ''Libertaire" di Parigi. Biblioteca Gino Bianco

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