Neri Corsini - Storia di quattro ore

- 13impedire, un risolvere di proprio arbitrio, e senza averne l'autorità, una questione che il Granduca solamente poteva risolvere, un mancare infine a me medesimo, al Paese, ed al Principe. Io dunque, sebbene colla desolazione nel cuore, accettai di riferire la dura condizione, e vorrei eh e gli uomini politici di tutto il mondo potessero giudicare di questo mio atto, perchè spero che tutti ad una voce direbbero che non pot~va e non doveva farsi diversamente. Se insisto su questo punto cun tanto calore, insisto perchè ho l'anima ancora lacerata dalle aspre parole che su questo soggetto mi ha dirette stamane una persona che speravo non volesse spingere l' esaltazione delle passioni fino al ·· punto di credermi un cospiratore. M:a di ciò non più. Al momento che mi disponeva a partire, si presentava un Ufliciale superiore che mostrava la bandiera tricolore accordata dal Principe alle Truppe ; e quando egli esciva dalla Legazione col vessillo spiegato per portarlo in Fortezza, era salutato per via dagli applausi i più fragorosi. Io frattanto tornai col doloroso incarico ai Pitti, dove ebbi un breve colloquio col Cavalier Baldasseroni al quale resi ostensibi le il foglio che mi era stato dato, e che conteneva in iscritto le condizioni alle quali il partito dominante subordi-

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