8 - 266 - anarchici, è quello di considerare la massa come una pasta malleabile, che si può dirigere come si vuole e di cui non c'è da preoccuparsi. Questo pregiudizio proviene dal fatto che, quelli che sono andati un po' più avanti degli altri si credono una specie di profeti e molto più intelligenti della comune dei mortali. « Noi faremo fare questo alla massa, la trascineremo con noi fino al tal punto ecc. ecc. » Veramente quelli che parlano così non parlerebbero diversamente, se fossero tanti dittatori. È un modo di considerare la massa, che dobbiamo al nostro passato autoritario. Non vogliamo con questo negare l'influenza delle minoranze sulla folla; anzi e perché siamo convinti dell'efficacia della loro azione che noi ci agitiamo tanto. Solo siamo convinti che, in tempo di rivoluzione, la sola influenza che gli anarchici potranno esercitare sulla massa, sarà quella dell'azione: mettendo le proprie idee in pratica e predicando con l'esempio, solo a tal prezzo si potrà trascinare la folla. Ma, bisogna essere ben convinti che, malgrado tutto, gli atti di energia non agiranno sulla massa se non in quanto ne sarà stata preparata in essa la comprensione, con una propaganda chiara e · precisa, che riceverà anche lei una spinta maggiore, per l'impulso delle idee precedentemente accettate. Ora, se sapremo fare la propaganda delle nostre idee, la loro influenza non tarderà a farsi sentire ; ciò però a condizione che le abbiamo sapute elucidare e renderle comprensibili. Solo così avremo una maggiore probabilità di prendere qualche parte alla trasformazione sociale. Non avremo .allora a temere d.i non esser segui ti ; dovremo, al con•
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