Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

proprietà e l' autorità, e la società non essendo p1u basata come oggidì sull'antagonismo degli interessi nia invece sulla più stretta solidarietà, gli individui, sicuri del domani, non essendo più costretti a risparmiare e tesaurizzare per timore dell'avvenire, non si guarderanno più come nemici pronti a divorarsi l'un l'altro nella disputa d' un tozzo di pane, o per contendersi un impiego. Distrutte le cause di lotta e di rancore, l'armonia sociale si stabilirà. Si determinerà anche, certamente, una specie di concorrenza fra i diversi gruppi, una emulazione verso il meglio, verso nno scopo ideale che divem\ sempre più ampio man mant> che gli individui troveranno maggior facilita di sodisfare le loro aspirazioni; ma questa concorrenza ed emulazione saranno del tutto cortesi, poichè l' interesse mercantile, proprietario o governativo, non costituirà più un ostacolo, e i con- - correnti ritardatari avranno sempre facilita di assimilarsi i progressi fatti dai loro concorrenti più fortunati. Oggidì ciò che produce la miseria è l'accumularsi dei prodotti, che, riempiendo i magazzini, cagionano la disoccupazione e la fame per coloro che non troveranno lavoro finchè i prodotti accumulati non si esauriranno. È la dimostrazione più evidente dello stato anormale della società in cui viviamo. Nella societa voluta da noi, invece, più i prodotti saranno abbondanti, più sarà facile l'armonia tra gli individui, poichè questi non avranno bisogno di limitare i propri mezzi di esistenza; più si produrrà presto e si accelereranno i progressi della meccanica applicati al lavoro produttivo che l'individuo dovr.ì fare, e più Bibliotee,J L>1

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