XXI. E dopo? « E dopo? » - ci chiedono molti contradditori, quando abbiam dimostrato i cattivi effetti della viziosa orgauizzazione sociale che ci regge, quando abbiamo fatto comprendere loro che nessuna riforma proficua è possibile nel regime attuale, e che se ve n'è qualcuna migliore, si traduce fatalmente, per l' inAnenza delle istitnzioni esistenti, contro gli stessi sfruttati e contro lo scopo che i riformisti le han dato, in un aggravio della miseria. Infatti, anche quelle che potrebbero efficacemente cambiare in qualche modo la sorte dei lavoratori, non lo potranno che a patto di essere attuate ostilmente alle istituzioni medesime; ma allora, avversate dalle classi dirigenti, occorrerebbe una rivoluzione per metterle in pratica. Ora, questa rivoluzione spaventa molta gente, che si arretra innanzi al rimedio dopo aver capito il male, appunto pel timore dell'operazione chirurgica che bisognerebbe fare. « Sì, dicon costoro, voi forse avere ragione ; certo la società è. mal costituita ; bisogna che le cose cambino. La rivoluzione!? .. forse .... Non dico di no .... ma dopo?» - Dopo, rispondiamo noi, sarà la libertà più completa per gli individui, la possibilità di sodisfare tutti i loro bisogni fisici, intellettuali e morali. Abolite la
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==