Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

- 233 - mani, o che le subaffitti a privati, ciò sara sempre a beneficio di chi già possiede. Mettiamo anche, - e ciò potrebb' essere, - che possa riuscire a profitto d'una nuova casta! Pure in questo caso, sani sempre a detrimento della generalità. Ma, per ammettere la possibilita dell'applicazione di questa riforma, bisognerà supporre quest'altra ipotesi : la borghesia, che ha eretto a dogma l' inviolabilità della proprietà individuale, la borghesia, il codice penale della quale e t~tto basato sulla legittimità di questa proprietà e fatto proprio a sua difesa, dovrebbe dunque lasciar attaccare per l'appunto questa organizzazione proprietaria che pretende immutabile. Saremmo curiosi di sapere quanto tempo ci vorr:I per persuadere la borghesia ad ammettere ciò che oggi considererebbe come un attentato ai cc suoi diritti », e quanto ci vorrà poi per accorgersi, dopo la sua applicazione, che la suddetta riforma non avrà trasformato nulla. Bisognerebbe vedere infine se il tempo in questo modo perduto non eguaglierebbe, in durata, quello che si crede necessario alla realiznzione delle cc nostre utopie ».... . . f: inutile far qui la critica delle società cooperative di produzione e di consumo; abbiamo già dimostrato che noi ci proponiamo la emancipazione generale e la liberazione completa e integrale dell'individuo, e questa non può avverarsi che con la emancipazione e liberazione integrale di tutti. Poco quindi possono interessarci i mezzucci di emancipazione, parliol il 81 n(

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