Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

Bblt - 218 - .:aziouc o la farà rivolgere a suo profitto. E bisognerà sempre finir col ricorrere all'ultima ratio: la forza. Non pretendiamo certo passar qui in rivista nme le riforme immaginate dai politicanti in mancanza di altri argomenti, nè far la critica di tutte le fantasie elettorali dei sollecitatori di voti; bisognerebbe scrivere centinaia di volumi. Cr~diamo di aver sufficientemente dimostrato come causa della miseria sia la cattiva organizzazione economica della società; lascieremo perciò da parte tutte le questioni che han rapporto con cangiamenti politici. In quanto alle riforme economiche che valgon la pena d'esser discusse, sono molto poco numerose, e facili ad enumerarsi: - l' imposta sulla rendita; - la riduzione delle ore di lavoro e la fissazione di un salario minimo; - la elevazione delle imposte sulle eredità e l'abolizione di queste ultime per i collaterali. Citiamo solo per memoria la formazione di sindacati e la loro trastormazione in società cooperative di produzione; ed abbiamo così passate in rassegna tutte le riforme principali immaginate da coloro che vogliono trasformare la società per mezzo della evoluzione. Come quantità, è cosa magra; vediam0 b qualità. • * • L'imposta sulla rendita. È gran tempo che ci vien presentata questa panacea; ma ora sembra che abbia perso un. po' del suo valore. È una di quelle che i ,..._, Jr dli:11 O

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