Giovanni Grave - La società morente e l'anarchia

132 - chici in caso di guerra. Questa condotta dipenderà dalle circostanze, dallo stato degli animi, e da una quantit:I di cose che non ci è possibile prevedere; ma noi trattiamo la questione da un: punto di vista logico, e la logica ci insegna che le guerre essendo sempre intraprese a beneficio d~gÌi sfr~ttatori, noi non dobbiamo prenderci parte. Abbiamo già osservato che, da qualunque parte venga l'autorità, quegli che la subisce è sempre schiavo; e la storia del proletariato ci insegna che i governi nazionali non ristanno dal fucilare i medesimi loro sudditi, quando questi rivendicano un po' p[ù libertà. Che cosa potrebbero fare di più gli sfruttatori stranieri? Il nostro nemico è il nostro padrone, qualunque ne sia la nazionalità! Quale che sia il pretesto con cui si vuol giustificare e nobilitare una dichiarazione di guerra, essa non può avere in fondo per det~rminante che una questione di iµteresse borghese: dis;pute a proposito di prevalenza politica, trattati commerciali o annessioni di paesi coloniali; tutte cose. (he interessano soltanto ai privilegiati, governanti, commercianti e industriali. I repubblicani attuali credono d'aver trovato un buon argomento, quando ci obiettano bellamente che le loro guerre non sono più fatte per interesse dinastico, la repubblica avendo sostituito i re. L' interesse di casta ha sostituito l' interesse dinastico. Ecco tutto! Che importa ciò al lavoratore? (r) (1) Ricordiamo che l'autort: è un francese. rcr i pae'Si retti :i monarchia l'iD .. teresse dinastico si aggiunge a qn•llo di classe, con cui è ! o~i<lale. (1\"<-ta. l:lil (lad1,Uo,r~), Biblioteca <3110 8 c1rco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==