Joseph de Maistre - La casa di Savoia e l'Austria

29 spctl:Jno che 1' ordine di marciare per porre nel effetto la minaccia lanciata contro il Re Vittorio Emanuelle II nel 1851 : ch' eb li av rebbe a prntirsi di non porre l'andamento del suo governo all'unisono di quello seguito negli alt·ri Stati dell'Italia . Se le grandi potenze alle qua1i è aflìdato il mandato di far ri:o:pettare i trattati, non si uniscono per chieder conto all' Austria di questo stato anormale e pieno di perigli, esse non. dovranno accusare che la propria incuranza se vedranno l'Italia sollevata e valente farsi giustizia con le armi alla mano. arruolarsi sotto il vessillo del Re leale e valoroso, èhe solo fra fra i Principi italiani ha sostenuto il nobile penisero che Giuseppe De Maistre tentò di far preval ere, perocchè quella ment e S'Ihlime ben sapeva che il dominio straniero è il pi~ grande fra i mali che affiigger possano nn popolo. Allorquando il suo genio elevavasi alle più eccelse verità del Cristianesimo scriveva: « La più grande sciagura · per l' uomo politico è obbedicc re ad una Nazione straniera. Nessuna umiliazione, nessun cc tormento del cuore puo essere a questo agguagliato La Nacc zione soggetta, a meno che non sia protetta da qualche legge << straordinaria, non crede obbedire al Sovrano, ma alla Nacc zione di esso; e nesstma :!\azione sa comanrlare ad un ' allra. « Osservate i popoli più saggi e meglio governati, e li vP.- cc drele perdere assolutamente quella saggezza, e non più ras· <( somigliare a se stessi, quando si tratti di governarne altri. cc l.a sete del dominio essendo innata nell'uomo , la sete di cc farlo sentire non è forse meno naturale; lo straniero che « viene a comandare ad ima Nazione · soggetta in nome di « una sovranità lontana, anzichè informarsi delle idee nazio- « nali, onde uniformarvisi, non sembra troppo spesso stu· cc diade che per avversarle ; egli credesi più padrone a mi « sura che aggrava più duramente la mano. » Quindi tutti i popoli concordano nel collocare al primo « grado de' grandi uomini quei fortunati cittadini che ebbero u l ' onore di sottrarre il loro raese al giogo straniero; eroi se « riusciron.o, martiri se fallirono nell' impresa, i loro ~om i « traversano i secoli . >>

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