Appendice consentito di scrivere quello che pensavamo sui giornali, dovevamo pubblicarlo sulla stampa clandestina; se non ci era piu permesso organizzarci alla luce del gi~mo, dovevamo costituire delle società segrete. Ognuno di noi facesse quel che poteva, senza commisurare la sua azione alla possibilità di successo: per conservare il rispetto di se stesso; per non divenire, anche col solo silenzio, complice del fascismo. Salvemini fu, a Firenze, l'anima della rivolta morale contro il "regime": fu lui che diresse il Non mollare; quasi tutti gli articoli di questo foglio clandestino sono suoi; la maggior parte dei quattrini per stamparlo fu raccolta da lui; lui ci procurò il memoriale Filippelli sull'assassinio di Matteotti e gli altri documenti che allora pubblicammo. Per il Non mollare Salvemini fu arrestato e processato nel luglio del 1925. Dopo la prima udienza ottenne la libertà provvisoria, e ne profittò per espatriare clandestinamente in Francia. Fu questo uno dei piu gravi errori di Mussolini: essersi lasciato sfuggire dalle mani il suo piu deciso e intelligente avversario. Se Salvemini fosse rimasto ancora tre mesi a Firenze, lo avrebbero certamente "fatto fu01Ii" nella notte di sangue del 4 ottobre. Durante tutta la resistenza al fascismo, Salvemini fu presente in Italia con i suoi scritti e con l'azione dei "giellisti" che si tenevano in contatto con lui. Anche negli anni piu bui, dovunque si trovava qualcuno disposto ancora a rischiare nella lotta per la libertà, sempre era un "salveminiano," era stato un lettore della Unità, o in altro modo aveva risentito l'influenza del suo pensiero. Nel luglio del '29, Carlo Rosselli, insieme a Lussu e a Fausto Nitti, riusci ad evadere dal confino di Lipari, e a raggiungere Salvemini a Parigi. Piu che un discepolo, Carlo era un figlio spirituale di Salvemini. Attraverso Carlo, Giustizia e Libertà fu in gran parte opera di Salvemini. Salvemini scrisse il primo programma di GL; fece giri di conferenze in America per finanziare GL; sulla rivista e sul settimanale di GL pubblicò alcuni dei suoi saggi politici migliori; di Salvemini sono molti opuscoli che GL distribui clandestinamente in Italia. Nel 1933 fu chiamato a insegnare storia all'università di Harvard e prese stabile dimora negli Stati Uniti; ma neppure per un giorno cessò di spiegare agli stranieri che cosa era il fascismo; di richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica dei Paesi liberi sull'aiuto che i loro governi davano a un governo tirannico; di difendere il popolo italiano dall'accusa di essere immeritevole delle libertà politiche, di cui godevano gli altri popoli civili; di insistere sul pericolo che il "regime" rappresentava per tutte le democrazie e per la pace nel mondo. Un esercito di propagandisti, con gli archivi dei ministeri romani a loro disposizione, non bastava a controbattere questo irriducibile "fuoruscito," che, quasi solo, teneva dietro a tutto quel che veniva pubblicato in Italia per suffragare le sue tesi: libri, giornali, leggi, statistiche, atti parlamentari, bilanci di società, sentenze di tribunali, contratti di lavoro, niente gli sfuggiva. Mentre continuamente Salvemini smascherava le menzogne della propaganda fascista, non credo che neppure una volta i fascisti siano riusciti a dimostrare la inesattezza delle sue affermazioni, documentate sempre con citazioni precise, messe insieme con la pazienza di un certosino e col metodo critico appreso nelle scrupolose ricerche d'archivio. Se - come spero - le sue polemiche politiche in lingua inglese saranno presto da noi tradotte e pubblicate, costituiranno la prova migliore dell'opera svolta da questo "antinazionale," per difendere l'onore e l'avvenire d'Italia. E sarà anche il modo migliore di commemorarlo. 966 BiblotecaGino Bianco
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