Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Frammenti di vita italiana pre vivo è il sindaco, che il 20 giugno 1955 convoca il Consiglio e chiede un voto di fiducia, che gli è negato, con voto di dieci contro cingue. A questo punto il prefetto si sveglia dall'alto sonno, e il 2 luglio 1955 - cioè dopo dieci mesi dalla richiesta del 2 settembre - comunica come qualmente il ministro degli Interni "dopo ponderato esame" ha scoperto che fra la riunione del 25 agosto 1954 e quella del 2 settembre 1954 non erano intercorsi otto giorni "pieni e liberi," motivo per cui la terza seduta del Consiglio era stata illegale. Il sindaco trionfa; il 2 agosto 1955 scrive ai consiglieri a lui contrari una lettera oltraggiosa (contro cui questi sporgono querela), e convoca il Consiglio per il 29 ottobre 1955. Il Consiglio nomina una commissione per l'esame del bilancio preventivo, e delibera di riunirsi il 15 novembre. Ma il sindaco non riconvoca il Consiglio per quella data. Le future elezioni amministrative intende di farle lui, rimanendo in ufficio a dispetto di Dio e dei santi. Ma sotto le ali del prefetto. I consiglieri, che hanno raccontato questa storia, domandano a tutte le egregie persone enumerate al principio di questa nota: "Chi può resistere al costante sopruso che viene perpetrato in barba alle leggi?" E rispondono: "Solo pochi, insufficienti a creare una maturità politica. Anche il cittadino animato da sani propositi si arena e diventa scettico: il meno che possa fare. Perciò denunciamo alla giustizia pubblica quanto è accaduto nel Comune di Alezio." La "giustizia pubblica" è formata dal presidente della repubblica, dal capo del Governo, dal ministro degli Interni, dai senatori, dai deputati, dai direttori dei grandi quotidiani e delle riviste e dagli uomini pensosi come sopra. Quasi che fra i componenti di questa opinione pubblica non ci sia precisamente quel ministro degli Interni, senza il cui consenso il prefetto della provincia di Lecce non commetterebbe la bricconata, di cui i consiglieri comunali di Alezio si dolgono; e quasi che fra i deputati e senatori non ci sia precisamente quel deputato democristiano (o senatore), che protegge il sindaco di Alezio e che ottiene dal ministro degli Interni che dia al prefetto della provincia di Lecce l'ordine di commettere la vassallata di Alezio e chissà quante altre migliaia di vassallate anche maggiori. A parte questo sbaglio d'indirizzo, i consiglieri di Alezio hanno fa_tto benissimo a denunziare quella vassallata. Anche se la loro denunzia toglierà alla Democrazia cristiana e ai laici, che le fanno da complici, un solo voto nelle elezioni generali italiane che si avvicinano, la loro denuncia non sarà stata vana. Non bisogna lasciare passare nessuna vassallata democratico-cristiana e laica senza una protesta, per quanto scarso risultato se ne debba aspettare. Gutta cavat lapidem. 954 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==