Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Allevamento anticlericale1 La Mandragola, permessa a Roma dall'onorevole Bubbio, è stata proibita a Firenze dai suoi successori. Cos{ si legge almeno sui giornali. Non è la prima volta che mi sono dato del beota, perché certe opere d'arte universalmente glorificate non mi fanno né caldo né freddo. Una di queste opere è la Mandragola di Machiavelli. In essa, oltre alla meravigliosa festività della forma toscana (ma non italiana, come ha osservato con finezza Chiaromonte ), e alla figura di un frate briccone, piuttosto grossolanamente delineato, non ci sono che- personaggi e intreccio e snodamento né interessanti né originali. Ma le nostre "autorità" non perdono tempo in condanne estetiche. Anche l'Ossevatore Romano il 20 novembre 1953 non ha perso tempo in condanne estetiche. Ha preso cappello per quel tale frate. E deplora che "una commedia di Machiavelli," per via di quel frate, sia stata rappresentata con offesa, sia pure indiretta, alla morale cattolica in se stessa e a persone religiose portate sulla scena a dar spettacolo di soddisfatta immoralità." Si noti che la Mandragola non è indicata per nome, forse per evitare che qualche uomo di Azione cattolica sia preso dalla tentazione di sapere di che si tratta. La "Mandragola" proibita "Non è ammissibile che si offendano satireggiando il senso morale e la fede dei piu, soprattutto in una città come Roma, il cui carattere sacro - riconosciuto ufficialmente, anzi costituzionalmente - dovrebbe essere preservato dalle ingiurie anche letterarie." Dunque la Mandragola non dovrebbe essere rappresentata in Roma perché il famoso concordato Pio XI-Mussolini, importato in blocco da Togliatti nella Costituzione della repubblica italiana, riconosce il carattere sacro di Roma. Ai giuristi discutere la lunghezza delle gambe femminili che debbono poter essere esibite nei teatri e nei cinematografi di Roma per non offendere il carattere sacro della città. A me la protesta dell'Osservatore Romano ha fatto venire in mente un articolo stampato, se la memoria non m'inganna, fra il 1860 e il 1870, nella Ci.viltà Cattolt"ca sui Pramessi· Sposi di Manzoni. La Ci.viltà Cattolica condannava quel romanzo come scandaloso e anticlericale, perché presentava un curato pauroso e una suora di clausura che era uscita fuori dal seminato. E a questo ricordo si associa la notizia pubblicata recentemente di una antologia per le scuole curata da un prete, nella quale l'arcivescovo Ruggeri è sparito dall'episodio dantesco del conte Ugolino, perché non sta bene che un arcivescovo sia messo all'inferno. t Da "Il Mondo," 9 febbraio 1954, a firma "Gaetano Salvemini." [N.d.C.] 929 Bibloteca Gino Bianco

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