"' La giustizia non paga1 È stata discussa nella seconda settimana di luglio, innanzi alla Corte di Assise di Arezzo, la causa contro un tal Giuseppe Speziali che nella notte del 25 agosto 1945 massacrò a randellate una donna e ne ridusse un'altra in fine di vita a Tavernelle di Cortona. Nel manicomio giudiziario di Montelupo, lo Speziali confessò, dopo sette anni, al cappellano e ad un frate cappuccino il suo delitto, che disse di aver commesso insieme ad uno jugoslavo, certo Gabiscek Ignazio; mise poi per iscritto la sua confessione in una lettera alla questura di Arezzo e in un'altra al comando dei carabinieri di Cortona. Ma poiché le lettere, pure affrancate, non furono inoltrate per un equivoco del direttore del manicomio, lo Speziali (superato ìl periodo di osservazione conclusosi con l'accertamento della sua piena capacità intellettiva) ripeté l'invocazione nel carcere di Fossombrone (Ancona) ove, nel frattempo, era stato trasferito. È da tener presente che lo Speziali si trovava in espiazione di pena per una rapina, pena che veniva ad esaurirsi nell'anno corrente. La confessione è stata controllata ed è stata convalidata da un ingente numero di circostanze che hanno preceduto, accompagnato e seguito il delitto~ dando, fra l'altro, modo di scoprire fatti prima assolutamente ignoti e di una gravità impressionante. Si è anche potuto finalmente sapere cbe il randello con cui furono massacrate le due donne e che fu trovato sul luogo del delitto, proveniva da un orto presso Assisi; e una perizia istologica ha convalidato quella affermazione, con identificazione della pianta grazie ad una particolarità del legno. Altra conferma che il delitto era stato commesso dallo Speziali era rappresentata dal fatto che nella cucina furono trovati alcuni pani di foggia umbra e lo Speziali veniva da Assisi. La sua è una confessione, senza alcun dubbio, veritiera. Fin qui niente di eccezionale: i delitti piu o meno atroci sono stati sempre commessi e le confessioni tardive non si contano nella pratica penale. C'è un altro fatto, neanch'esso, purtroppo, eccezionale. Il 7 gmgno 1947 la stessa corte di Arezzo aveva condannato, per lo stesso delitto, due giovani, Sante Briganti di 22 anni e Aldo Tacconi di 17, a 24 e 22 anni di galera; e, se non ci fosse stata l'amnistia Togliatti, entrambi sarebbero stati condannati alla pena di morte. Come ho detto neanche questo è un fatto eccezionale: ci sono sempre stàti a questo mondo innocenti condannati. Proprio mentre scrivo, leggo sulla Stampa del 14 luglio che il 22 novembre 1935 le Assise di Avellino condannarono all'ergastolo un innocente per un omicidio commesso in compagnia di due altri veramente colt Da "Il Mondo," 4 agosto 1953, a firma "Gaetano Salvemini." Il giornale fece propria la proposta di Salvemini e iniziò la raccolta di adesioni e di fondi. [N.d.C.] 921 Bibloteca Gino Bianco
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