Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Maestri e compagni via via insomma che la tragedia con logica spietata prec1p1ta alla catastrofe, e l'argomento consente alla simpatia morale di darsi libero sfogo senza turbare la ricerca critica, anzi la· simpatia acuisce la penetrazione dello studioso e ne sferza le attitudini artistiche; allora l'opera del Villari non solo riesce magnifica come opera di scienza e come opera d'arte, ma rende partecipe scrittore e lettore della medesima esaltazione morale. In uno stato d'animo assolutamente opposto il Villari si trova, allorché studia Niccolò Machiavelli e i suoi tempi. II segretario fiorentino non è un mistico medioevale: discorre e par la come noi; possiede un potente spirito realista, osservatore ed indagatore; riduce tutti i fatti della storia e della politica a cause naturali; al di sopra della piccola patria fiorentina, sente l'esistenza della universale nazionalità italiana, e vede chiaramente la necessità di riunire l'Italia in un unico Stato per garantirne la indipendenza contro ogni straniero; ha predicato con ardore disinteressato e con fede non mai indebolita la necessità di sostituire il servizio militare obbligatorio alle milizie mercenarie; presenta, insomma, il perfetto tipo intellettuale dello scienziato e del politico moderno. Ma il primo scritto, che ci è pervenuto di lui, è una lettera di scherno sulle "bugie" del Savonarola; ama le allegre compagnie, scrive lettere e commedie oscene; serve il partito repubblicano, quando i Medici sono espulsi da Firenze, e si offre di servire i Medici, non appena è caduto il regime repubblicano; l'arte del governare è, nel suo spirito, del tutto indipendente dai precetti morali; le azioni politiche non sono per lui oneste o disoneste, ma utili o dannose, e perciò lodevoli o biasimevoli, secondo che si propongono e· raggiungono o no il fine della potenza dello Stato; del principe, che deve unificare l'Italia, fa un mostro di perfidia e di crudeltà, a cui insegna quando e come deve mentire, ingannare, tradire; sopra tutti gli uomini del suo tempo ammira proprio Cesare Borgia: esiste fra lui e il suo storico un abisso di repugnanza morale. E per quanto il Villari ·si sforzi di comprenderlo e spiegarlo, e ripeta che un uomo non può essere compreso fuori del suo tempo, che il secolo XVI non deve essere giudicato con i criteri morali dei giorni nostri, che il Machiavelli discute problemi di tecnica politica e non di morale privata, - pure la insoddisfazione morale finisce sempre col prevalere sui canoni astratti della curiosità disinteressata. A che vale allo studioso ripetere con ragione che un secolo non può essere giudicato con le idee morali di altri secoli, se nel contrasto fra la prodigiosa attività intellettuale ed artistica del Rinascimento e i vizi osceni e i delitti freddi e spietati, fra il progresso intellettuale e la disorganizzazione morale, il suo cuore sente maturarsi la prossima catastrofe della patria, se tutta la vita del suo spirito si fonda sulla convinzione assoluta, che le società piu prospere, piu forti, che esercitano una piu grande e generale azione sulla civiltà del mondo, sono le società piu oneste? Quella atroce mescolanza di razionalismo, di estetismo e di putredine morale lo disgusta e lo sgomenta; la rovina politica 62 BiblotecaGino Bianco

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