Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Una pagina di storia antica rivoluzionari, monarchici o repubblicani, individualisti o socialisti. Il bianco era bianco e il nero era nero. Il bene era bene, e il male era male. O di qua o di là. Quando noi poveri passerotti empirici fummo divorati dalle aquile idealiste, il bianco diventò mezzo nero e il nero mezzo bianco, il bene mezzo male e il male mezzo bene, il briccone non poteva non essere mezzo galantuomo e il galantuomo era condannato ed essere mezzo briccone. Oggi in Italia i clericali sono mezzo comunisti ed i comunisti mezzo clericali. Le stesse lampade che illuminano le celebrazioni comuniste servono alle madonne pellegrine. È la torre di Babele. Per conto mio, sono rimasto sempre ancorato, o se preferite dire cosf, insabbiato, dove i maestri di allora mi condussero: il masso erratico abbandonato nel piano dal ghiacciaio ritiratosi sulle alte montagne. Le mode intellettuali passano. Passò la moda positivista. Passerà anche la moda idealista. Anzi mi pare che stia già passando. Condotti fino alla soglia del tempio mistico da maestri semicredenti o pseudocredenti, i giovani lasciano in asso i maestri, ed entrano nel tempio a cercarvi affermazioni meno equivoche. Passerà anche la moda mistica, dopo la moda idealista. Anche dopo la tempesta della Rivoluzione francese e dell'impero napoleonico, nella prima metà del" secolo XIX, l'Illuminismo del secolo XVill fu soverchiato. Ma ritornò piu vivo di prima nella seconda metà di quel secolo sotto le vesti del positivismo, e cacciò di nido il Romanticismo. Forse noi, pezzi archeologici di oggi, diventeremo l'ultima moda fra mezzo secolo, guariti - speriamo - della esagerata fede nella scienza, e pronti ad ammettere che gli uomini si lasciano guidare, piu spesso che dalla ragione, dalla intuizione, cioè dalla cieca passione. Multa renafcentur quae iam cecidere. IV Sarei ingrato se non ricordassi i compagni. Anche a questi dovetti assai. Venivano prevalentemente dall'Italia centrale; ma erano anche emiliani, lombardi e trentini. Io avevo abitudini tutt'altro che raffinate, dirò francamente sguaiate. Quei compagni colla sobrietà del loro contegno mi costrinsero ben presto a mettermi in riga con loro. Quando, dopo avermi scozzonato, mi cooptarono, uno di essi credé di farmi un gran complimento, dicendomi: "Pare impossibile che tu sia un meridionale." Fra essi la influenza piu felice la ebbe su me una compagna, che veniva da Cremona, e di cui diventai amico alla fine del secondo anno. La chiamavo "Ernestina" allora, e continuo a chiamarla "Ernestina" tuttora. Aveva grandi occhi neri fuori della testa, carnagione bellissima e voce assai dolce. Sgombrate i vostri cervelli latini di ogni idea superflua. Fortunatamente, non ci fu mai fra quella ragazza e me altro che amicizia. Ne è prova il fatto che quando Cesare Battisti, colla sua virile bellezza, venne dal Trentino, e F" Ernestina" e lui si innamorarono, 55 Bibloteca Gino Bianco

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