Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Maestri e compagni Se sono proprio disgraziato, e tutti e due i numeri cadono fra i secondi quindici, mi faccio prendere da un improvviso malore, e ritornerò in ottobre. Mentre un altro martire stava sulla graticola, pensai di ridurre da quindici a quattordici le probabilità che mi erano ostili. Pregai un compagno, che di filosofia se ne intendeva, di dirmi il succo de_l sedicesimo capitolo, in poche parole che avrei tenuto a memoria. Aveva quello appena finito, e fui chiamato. Metto la mano nella forza del destino, e ne cavo fuori uno dei primi quindici e proprio il sedicesimo; recito il primo come un campanello elettrico; do un riassunto dell'altro; e prendo trenta e lode. Quel trenta e lode, rubato facendo le viste di capire quello che dicevo, mi sarà rinfacciato giustamente nella valle di Giosafatte. Sottentrò a me il compagno filosofo, e prese un diciotto. Non c'è giustizia a questo mondo. La filosofia teoretica si studiava allora solamente al primo anno. · Dopo aver superato quel golfo delle tempeste, non dovei temerla piu. Debbo aggiungere, ad onor del vero, che al quarto anno, quando seguii il corso di storia della filosofia con Felice Tocco, e questi passò in rassegna i filosofi del secolo XVIII, da Locke a Kant, io capii - o almeno mi illusi di capire - tutto quanto quei filosofi avevano detto, e questa volta il trenta e lode non lo rubai agli esami. Molti cervelli sono filtri alla rovescia: le idee entrano chiare ed escono oscure. Attraverso il filtro di Tocco le idee entravano oscure ed uscivano chiare. Dicono che Kant è oscuro. Il Kant di Felice Tocco era difficile, ma non era oscuro. Consentitemi di aggiungere, sempre a titolo di verità, che Lucrezio e Platone nel Convito, nel Protagora, nell'Apologia di Socrate e nel Critone, e Aristotele nella Politica, e San Tommaso d'Aquino, li ho sempre capiti. Invece quando ho cercato di capire certi filosofi del secolo XIX e XX è ricominciata sempre per me la educazione alla umiltà. Ma piu volte innanzi a costoro mi sono sentito uguale a un contadino pugliese che per le vie di Napoli sospetta che qualcuno lo voglia imbrogliare. Un luminare dell'idealismo, Giovanni Gentile, - quando la politica che io capivo e lui non faceva non ci aveva ancora divisi, e la filosofia che lui faceva e io non capivo, non ci poteva dividere - voleva convincermi che anche io ero filosofo, perché ogni uomo ha una sua filosofia per quanto non ne abbia la coscienza, mentre i filosofi veri e propri ne hanno la coscienza esplicita. Se cosf stanno veramente le cose, io sono rimasto sempre alla fase della incoscienza. Dicono anche che la filosofia è il pensiero che ripensa se stesso. A me il semplice pensare un pensiero costa tanta fatica, che dopo averlo pensato non mi resta piu lena per costringerlo a ripensare se stesso. Galileo dice: "Oscuratamente possono parlare tutti, chiaro pochi." Chiarezza nella espressione è probità nel pensiero e nell'azione. Oscurità nella espressione produce, se già non nasconde, obliquità morale. 52 BiblotecaGino Bianco

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