Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Prefazione vedrò quel giorno. Ma se quel giorno verrà spero che chi allora avrà le mie idee si· associerà di tutto cuore al movimento comunista e lo aiuterà a tri'onfare." Al di là di questi gi'udizi sulla situazione italiana, notiamo l' appassionato fervore con cui sono affrontati i problemi della politica interna e internazionale. Sulla neutralità dell'Italia egli' sostiene, dal 1949 _al 1954, punti di vista diametralmente opposti. È vero che, nel frattempo, le cose sono mutate in Europa; ma la contraddizi'one è innegabi'le. È ammirevole, i'n ogni caso, la precisione di alcuni ri'chiami stori'à, a comi'ncia1·e dall' editto di N antes e dal trattato di West/ alia. Insistente, e spesso deliziosamente arguta, al lt'mite del paradosso, è la sua critica della Costituzione repubblt'cana; ma il discorso si fa serio e grave di fronte alla scandalosa sopravvivenza di tanti· resi'dui della legislazione fascista, che vorrebbe eliminati. E poi· l'i'nvadenza clericale, gli arbitri polizi·eschi·, la censura, i miliardi' buttati al vento per le elezi·oni, alcuni provvedi.menti' antt'comu- • nisti annundati dal governo Scelba. Assolutamente nulla della squallt"da cronaca di quel decennio sfugge alla sua intemerata coscienza e alla sua penna corrosi·va. È un uomo libero, se vogliamo un franco tiratore, che a ciascuno, amico o avversario, di'ce quel che pensa. Discute con Calamandrei· e Si'lone, con Garosci ed Ernesto Rossi·, con Salvatorelli e Parri. Non è che sia sempre si·curo di· sé, e delle sue prese di posizione. Confessa di avere anche lui le sue crisi di coscienza e i suoi patemi d'ani·mo. ~, Ma se voglt'amo conservare il rispetto di' noi· stessi·, la sola vi·a che ci si· para davanti è di· non nascondere a noi stessi la situazione reale, e tenerci pronti a fronteggi'are l'avvenire possibile senza svenimenti·. Non c'è altra via: e quando non c'è altra via, quella è la mi'gliore." In aggiunta a questa sezi'one abbiamo raccolto una quarantina drca di commenti, per lo piu pepati, a fatti" e fatterelli' della vita italiana di' quegli anni; e ad essi· abbi'amo dato un titolo caro a Salvemini, e già da lui usato fin dai tempi· della vecchia Critica sociale e dell'Unità: Frammenti di vita italiana. Sotto la veste spesso pungente o scherzosa, affi'ora la sua inesausta capacùà di' i'ndignarsi·; la sua volontà di non tacere mai, davanti a qualsiasi birbonata grande o pi'ccola, e magari di· urlare (" Bisogna di'rle grosse e prender di petto gli avversari"),· la sua irruenza polemi·ca; quel suo continuo dare battaglt'a, ri'prendendosi· dallo sc01·aggiamento anche nei momenti· piu neri· (" Guai a coloro che, disperando, si danno per vi'nti prima di aver combattuto"); infine e prima di tutto, la sua calda umanità. Proprio questo ci pare che venga in luce non solo dall'ultima sezione del presente lt'bro, ma dall'intera raccolta di scritti' vari: l'uomo Salvemini. A ben guardare, è questo il filo z'deale che congiunge l'una all'altra delle varie parti· del volume. Credi'amo che anche Ernesto Rossi, il mi'glt'ore e il pù,. caro dei suoi seguaci ("pazzo malinconico se altri ce ne fu mai," lo defin[ Salvemini, nel dedicargli Italia scombinata), quando si assunse i'l compito di curare quest'ulti'mo volume, si proponesse di seguire quel filo, 36 BiblotecaGino Bianco

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