Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Fra storia e politica lezione di metodo era ed è che non ci si deve mai fidare di quel che dicono anche quelle persone la cui sincerità e serietà è al di sopra di ogni sospetto: bisogna sempre "risalire alle fonti." Guglielmo Ferrero raccontò a me la storia del sussidio che la Tribuna riceveva dall'ambasciata tedesca col solo obbligo di riprodurre in prima pagina tutto ciò che di sgradevole pubblicavano contro l'Italia anche i piu piccoli giornaletti francesi di provincia. Ella ha giustamente affermato chf Ferrero non sapeva nulla di scienza propria, ma aveva attinto quella informazione da Olindo Malagodi; e anche questi non sapeva nulla di scienza propria. "Chiunque possieda la collezione della Tribuna di quel tempo può constatare che tali pubblicazioni non vi furono." Ecco il metodo che avrei dovuto seguire: consultare la Tribuna, prima di accettare la informazione pervenuta a me. Nel fare ammenda per avere cosf violato quella regola fondamentale del metodo storico, domando un'attenuante all'amico Luzzatto e agli alunni a cui ho insegnato quella regola per tanti anni: nessuno di noi può dubitare di tutto quanto gli vien detto e sottoporlo ad esame critico. Dobbiamo essere disposti a sbagliare piu volte, anzi che vivere sempre in sospetto. Ed ecco che messomi sulla via dei sospetti, ho voluto "risalire alle fonti," caro amico Luzzatto, anche su quanto Ella scrisse nella Sua lettera, nella certezza che Ella non si sarebbe offeso di questo mio ricorso, per quanto tardivo, al metodo storico. Ecco quel che ho trovato. L'assassinio del presidente Carnot per opera di Caserio fu seguito in Francia da un'ondata di violenze contro gli operai italiani. La Tribuna ne dà notizia nel luglio 1893, senza che in verità sia lecito vedere francofobia nella cronaca di quelle violenze, che furono reali, e nei commenti, che furono legittimi, del giornale. Ma dopo i fatti di Aigues-Mortes la francofobia diventa sistematica. Prima del 19 ag~sto, il giornale non dava da Parigi che brevi cronache politiche e parlamentari, firmate "Jacopo" (chi fosse quello Jacopo, non so; ma non credo che fosse il vecchio giornalista Capon, come Ella ritiene, perché questi firmava "Folchetto "). Col 29 agosto, dopo un lungo articolo di fondo, sotto il titolo La stampa francese e l'Italia comincia il diluvio delle corrispondenze telegrafiche da Parigi, sempre firmate "Jacopo," nelle quali si dà notizia di articoli e di giudizi ostili all'Italia e ai suoi governanti, pubblicati da giornali e giornaletti francesi di tutti i calibri, grandi e piccoli. Se ne trovano nei numeri del 31 agosto, 1, 2, 5, 7, 13, 15, 16, 17, 20, 23 settembre e via via. Se dal 1893 saltiamo al giugno del 1894 e seguiamo il giornale fino al maggio 1895, troviamo, quasi tutti i giorni, in prima pagina, corrispondenze telegrafiche da Parigi, firmate sempre "Jacopo," nelle quali si dà notizia di tutti gli articoli pubblicati in Francia sull'Italia. Il tono delle corrispondenze non è polemico; è "obiettivo," e si dà anche notizia di giudizi lusinghieri per l'Italia. Chi soffia sul fuoco è la redazione. Questa fa seguire alle corrispondenze lunghi e violenti commenti a grandi caratteri. 236 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==