Fra storia e politica Italia come ambasciatore, a quello in cui fu richiamato a casa. Chi invece ritiene che l'intervento dell'Italia nella Prima guerra mondiale era una "fatalità storica" piu ancora che non sia stata la dichiarazione di guerra alla Turchia nel 1911, vedrà in Barrère precisamente l'uomo che il Serra ha descritto con buon senso e probità. Quando Barrère venne ambasciatore a Roma nel principio del 1898, i documenti della Triplice Alleanza rimanevano ancora segreti. Qualche frammento non ne fu pubblicato che nel 1915, e il resto nel 1919 e 1920. Ma dal modo come i tre Governi alleati di Germania, Austria e Italia si erano comportati dal 1882 al 1898, anche chi non conosceva quei testi, poteva comprendere quelle che erano le due debolezze innate nell'alleanza: 1) I rapporti italo-austriaci. Il Governo di Roma era contrario ad ogni espansione dell'Austria nella penisola balcanica, senza ottenere compensi territoriali sulla frontiera italo-austriaca per quelle espansioni che diventassero inevitabili; invece il Governo di Vienna si comportava come se il Governo di Roma non dovesse accampare mai alcun diritto né nella penisola balcanica né verso la frontiera italo-austriaca. 2) I rapporti italo-tedeschi. Il Governo di Roma cercava di ottenere dal Governo tedesco una garanzia negativa contro ogni ulteriore espansione della Francia nell'Africa, e un appoggio positivo per eventuali espansioni italiane nell'Africa orientale, nella Tripolitania e nella Cirenaica; invece il Governo di Berlino si rifiutava di impegnarsi attivamente per gli interessi - o quelli che erano considerati a Roma come gl'interessi - dell'Italia nelle questioni africane; consentiva solo a garantire negativamente lo statu quo nelle sole coste dell'Africa settentrionale (e non nell'hinterland tripolino). In conseguenza, ad ogni crisi balcanica o mediterranea l'Italia si trovava lontana dall'Austria e dalla Germania; e quanto piu si allontanava dagli Imperi centrali, tanto piu era costretta ad avvicinarsi alla Francia,. all' Inghilterra e alla Russia. La tecnica di Barrère, e quella del Governo di Parigi guidato per venti anni da Barrère nella politica italiana, consisté nell'aspettare pazientemente che la incompatibilità fra il Governo di Vienna e quello di Roma nelle questioni balcaniche, e la indifferenza del Governo di Berlino nelle questioni africane si manifestassero caso per caso. Non era necessario forzare gli eventi. Bastava stare con gli occhi aperti, e tenersi pronti a ricavare, al momento opportuno, tutti i profitti possibili dal rivelarsi di quelle incompatibilità e di quella indifferenza. Barrère "lavorò" la stampa italiana. Chi non la lavorava? E chi non lavorava la stampa francese? Tutti i paesi traboccano di pennivendoli. Il primo gradino dell'educazione politica consiste nell'aver bisogno di leggere almeno un quotidiano ogni giorno; il secondo gradino è quello di confrontare ogni giorno due quotidiani di colore opposto; il gradino supremo dell'educazione politica consiste nel sapere che, salvo le necessarie eccezioni - le quali dovrebbero essere dimostrate -, un giornalista non è che une 234 Bibloteca Gino Bianco
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