Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Recensione della "Storia del Rirorgimento e dell'Unità d'Italia" di C. Spellanzon to appreso che non conoscevo, ed ho visto piu chiaramente molte cose che già sapevo. Felix culpa, dunque. Ma il desiderio di leggere quest'opera fino alla fine supera ogni altra considerazione, e giustifica, credo, la mia crudeltà. Questo quinto volume, piu ancora del volume precedente, trabocca con argomenti, che furono violentemente controversi ai loro tempi, e probabilmente rimarranno sempre soggetti a contestazioni. Basta prendere l'esempio di Carlo Alberto dopo la battaglia di Custoza. Si ritirò verso Milano col proposito deliberato di consegnare la città a Radetzky senza combattere, perché voleva evitare che i milanesi, abbandonati a se stessi, magari in pochi giorni di resistenza militarmente assurda, proclamassero la repubblica? Oppure l'uomo andò traboccando di sproposito in sproposito, insieme coi suoi generaloni, uno piu inetto dell'altro e nessuno piu inetto di lui, cercando sempre una linea su cui resistere, e non trovandola mai, con un esercito che si disfaceva di giorno in giorno, finché dové abbandonare Milano perché non gli rimaneva niente altro da fare? Tradimento o somaraggine? La prima tesi fu sostenuta con magnifico vigore da Carlo Cattaneo nella seconda metà del 1848, e lo Spellanzon la fa sua (pp. 708-724). Piero Pieri, che è il nostro migliore storico militare, e al quale dobbiamo un bellissimo , studio s~ La guerra regi·a nella pi·anura padana (nel volume Il 1848 nella stori'a itaHana ed europea, scritti vari raccolti da Ettore Rota, Vallardi, Milano 1948) è dell'opinione che si tratti di scempiaggine piramidale. Centro della discussione è la interpretazione che si deve dare a un avverbio "costà" usato dal generale Salasco, e sul quale si può discutere se il generale toscaneggiante intendesse vicino a lui che scriveva, oppure vicino a colui che riceveva l'ordine. 2 Cinquanta e piu anni or sono, quando mi si rivelò per la prima volta Carlo Cattaneo, presi parte senz'altro per Cattaneo. Oggi quella buffa discussione sul significato della parola "costà," nel piemontese toscanizzante del generale Salasco, mi lascia piuttosto incerto. Ma la incertezza ha poca importanza. Se fu inetto, Carlo Alberto agi'.come se fosse perfido; e se fu perfido, non poteva agire con maggiore stupidità nella perfidia. Del resto lo stesso Pieri conviene con lo Spellanzon che Carlo Alberto ripiegò su Milano "per impedire innanzi tutto la proclamazione della repubblica" (pagina 458 dello scritto citato). Da quella parola "costà," pertanto, dipende la soluzione di un problema militare piu che di un problema politico. Sul terreno politico, Carlo Alberto, oramai, non ha piu niente da perdere. La tentazione di mettere il dito su molti altri punti, diciamo cosf, nevralgici è grande. Ma non mi è lecito usurpare lo spazio del Ponte per discussioni preistoriche. Prima di concludere, vorrei raccomandare vivamente all'editore un atto di generosità e di comprensione verso il lettore. Metta un indice dei nomi alla fine del sesto volume, col quale mi p~re si concluderà la grande 2 Si veda la discussione di Carlo Pischedda, nella "Rivista storica italiana," a. LXI, fase. IV, 1949. 229 Biblotecà Gino Bianco

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