Fra storia e politica Il mio articolo sull'opera del Mazzini nel '48 era stato già spedito alla rivista, quando cominciarono ad esser pubblicati nell'Italia Nuova gli articoli di Mormina Penna sullo stesso argomento. Eravamo d'accordo colla direzione che io avrei aggiunto all'articolo delle note in risposta alle affermazioni del M. P.; ma un disguido postale mi vietò di farlo e il mio articolo usd a mia insaputa senza che io abbia potuto neanche rivederne le bozze · di stampa. Spiegherò ora in breve gli errori in cui è caduto il M. P. nello studiare l'opera del Mazzini del '48. Chi ha letto il mio articolo ha visto che il Mazzini fino all'autunno del '47 combattè la illusione monarchica moderata; negli ultimi mesi del '47 cominciò a cadere anche lui nell'illusione, e tacque "per non guastare volontariamente un'esperienza che potea forse tornare giovevole alla patria"; nel gennaio del '48 pare che abbia perduta ogni speranza nei moderati e in Carlo Alberto e che voglia uscire dal suo "lasciar fare, lasciar passare"; ma nel marzo, quando la rivoluzione era imminente, scioglieva la Giovane Italia, la sua grande creazione rivoluzionaria e repubblicana, e fondava l'Associazione nazionale, dal cui programma la parola repubblica era esiliata e della quale era vicepresidente un moderato, il Canuti; scoppiata la Rivoluzione delle Cinque Giornate, viene a Milano, dà il suo appoggio ai moderati, contrasta l'opera dei giovani repubblicani, che non ne volevano sapere del giogo di Gabrio Casati e di Carlo Alberto; finalmente nella seconda decade di maggio - quando non c'era piu rimedio, - si avvede delle insidie dei moderati, si stacca da loro e pubblica il 15 maggio l'Italia del Popolo. Evidentemente se è vero che la cronologia è l'occhio della storia, questo è piu che mai vero per lo studioso dell'opera di Mazzini nel '48. Il Mormina Penna, invece, non si occupa di cronologia, acceca la storia e le fa dire quel che egli vuole. Mazzini farsi ingannare dai moderati e da Carlo Alberto? Oibò! Mazzini fin dal 1830 aveva condannato i moderati e Carlo Alberto; ancora nel gennaio '48 li condannava; e il suo giudizio su Carlo Alberto si può leggere nel VI volume delle sue Opere. Benone! Ma sta appunto in questi giudizi del Mazzini la condanna della sua opera nei mesi settembre-dicembre '47 e marzo-maggio '48. È appunto perché egli in questi mesi contraddisse al suo apostolato, che noi critichiamo la sua condotta e la dichiariamo illogica. Pel Mormina Penna un documento, che taglia la testa al toro, come egli dice, è una lettera del Giannelli (Italia nuova, n. 26), il quale racconta come qualmente nel '48 tutti erano matti per Carlo Alberto e per Pio IX; solo il Mazzini s'oppose all'errore, pubblicando l'Italia del Popolo; e non dice che l'Italia del Popolo cominciò ad uscire solo il 15 maggio '48, quando ormai la causa della democrazia era irreparabilmente perduta! Naturalmente il Mormina Penna sceglie nelle opere del Mazzini tutte le citazioni, che fan comodo al suo panegirico e trascura il resto. Il Mazzini, per esempio (Opere, VI, pp. 349 sgg.), scrive: "Io giurai tacermi e mante222 BiblotecaGino Bianco
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