Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Giuseppe Mazzini nel, 1848 rimprovero - non degli uomini che non curo - ma dalla mia coscienza, d'aver nociuto per credenze e antiveggenze individuali alla concordia e alla patria. lo attenni il mio giuramento, e mi seguirono - forse fu danno - su quella via i piu fra i repubblicani. "34 E il 31 marzo scriveva in un indirizzo della Associazione nazionale ai Lombardi: "Fedele al programma adottato, l'Associazione non si arroga facoltà di consiglio per ciò che riguarda le forme di ordinamento politico. Il paese solo ha vinto; il paese solo decida legalmente e spontaneamente gli ordinamenti politici, che debbono regolare la sua vita. 1135 E intanto i moderati trescavano già segretamente con Carlo Alberto per preparare la fusione36 e iniziavano in Lombardia una spietata propaganda albertista e antirepubblicana. 37 L'8 aprile '48 Mazzini arrivò a Milano. Qui "fedele al programma" si presentava alla folla in compagnia dei moderati membri del Governo provvisorio e dichiarava "ch'egli sperava che venisse da ciò arguito quanto egli desiderasse di mettere d'accordo le sue idee sull'Italia coi membri del Governo provvisorio, i quali, come avevano sancite le gloriosè gesta dei milanesi col rifiutare l'armistizio offerto da Radetzky nei giorni di battaglia, cosf le sancivano a tutta possa nel sollecitare le disposizioni necessarie, perché la nazione potesse essa stessa pronunziarsi sulla forma di governo e sui proprii destini. "38 Si vede che il Mazzini tutte le sue informazioni sull'opera del Governo provvisorio le aveva avute dai moderati; se avesse pensato almeno a farsi informare dai suoi amici repubblicani, non avrebbe detto che l'armistizio col Radetzky fu rifiutato dal Governo provvisorio! Il Mazzini, scrivendo nel 1864, cercò di giustificare la sua condotta a Milano nel '48, scrivendo: "Quand'io giunsi in Italia, era tardi per ogni rimedio. I moderati gridavano dominatori: gli altri seguivano ciechi; il popolo fidava illimitatamente nel re." Due partiti si potevano seguire: o ritirarsi dalla lotta, o "rassegnarsi all'onnipotenza dei fatti e tentare lentamente di modificarli. Accettai dunque - e i miei amici accettarono con me - i fatti compiuti. Piegammo la testa alla manifestazione della volontà popolare, che diceva monarchia e pensammo a provvedere, per quanto era in noi, al trionfo della guerra. Sospendemmo, come inopportuna e pericolosa all'impresa emancipatrice, la predicazione dei nostri principii. 1139 Se le cose nel '48 fossero state veramente come il Mazzini nel '64 ha raccontato, nessun dubbio che la condotta del Mazzini sarebbe scusabile; ma il male è che il Mazzini nel '64 - a sedici anni di distanza dagli avvenimenti - ricordava poco bene i fatti. Quando egli venne a Milano la opposizione contro i moderati era già cominciata a crescere: fin dal 27 marzo nel caffè Cova era stata scritta dal Cattaneo e firmata da altri democratici una domanda al Governo provvisorio perché fossero convocati presto i collegi elet34 MAzz1NI, Opere, VI, pp. 349 sgg. 35 CAITANEO, Archivio Triennale, III, p. 503. 36 I partiti politici milanesiJ pp. 105-107. 3 7 I partiti politici milanesi, pp. 111 sgg. 38 CATTANEO, Archivio Triennale, III, p. 813. 39 MAzZINI, Opere, VII, pp. 163-167. BiblotecaGino Bianco 219

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