Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Fra storia e politica bellicose del gennaio e, uscendo anche dal silenzio sfiduciato dell'autunno 1847, ripudiasse completamente la tattica repubblicana e intransigente, per ritornare alla tattica carbonara? Era avvenuto che "i moderati (dopo le insurrezioni di Palermo e di Parigi) sentirono che a salvare la causa del progresso regio in Italia era indispensabile che la monarchia si facesse iniziatrice d'emancipazione nazionale e decretarono Carlo Alberto spada d'Italia · e liberatore magnanimo del Lombardo-Veneto. 1130 E Mazzini al balenar della famosa spada, pur dubitando che potesse esser buona a nulla, non volle guastare involontariamente un'esperienza che potea forse tornar giovevole alla patria; egli ricadeva sotto la condanna di inazione, che colpiva chiunque poneva fede nella indipendenza conquistata da un re: Non farete mai e aspetterete chi faccia per voi.! Ben diversamente si maneggiavano i moderati! essi ben lungi dal tacere le loro idee monarchiche per raccogliere tutti gli sforzi contro l'Austria, gridavano sui tetti la loro fede e si dichiaravano pronti a tutto per salvarla. Il 3 marzo, due giorni prima che Mazzini mettesse fra i ferri vecchi la Giovane Italia e la repubblica, ecco che cosa Gioberti scriveva da Parigi: Nel caso che in qualche parte d'Italia fosse proclamata la repubblica, "tre partiti si potrebbero prendere dai nostri governi: o lasciar fare e stare colle mani alla cintola a vedere; o intervenire colle armi a distruggere il fatto colla forza; o correre alle vie pratiche di una intercessione pacifica e richiamare a buon senno li sviati. "Ora di questi tre espedienti il primo mi pare peggiore e l'ultimo migliore anzi il solo opportuno. "31 "Era dunque convenuto che, se proclama vasi la repubblica, primo pensiero degli uomini dell'indipendenza sarebbe quello di soffocarla pacificamente o militarmente, ché il lasciarla in vita era il peggiore dei partiti. Soffocare la repubblica era il primo dei doveri; il secondo era quello di combatter l'Austria. 1132 Altro che rimandare la questione di forma a guerra finita! Il popolo milanese insorse nelle Cinque giornate e vinse; "Carlo Alberto, per non sbalzare dal trono, varcò il Ticino. 1133 Il Mazzini ebbe la notizia a Parigi. "Ricordo il dolore che io m'ebbi quando lessi il proclama ali' esercito del re Carlo Alberto. E quel dolore non era dolore di repubblicano tenace o d'uomo che non dimentica: io non pensavo in quei giorni che alla questione vitale dell'indipendenza e avrei abbracciato il mio piu mortale nemico purché avesse aiutato l'Italia a ricacciar l'Austriaco oltre l'Alpi; era dolore d'uomo che presentiva la delusione; e quel fiero presentimento non mi lasciò mai." Questo presentimento consigliò forse al Mazzini di romperla una buona volta con gli equivoci? ohibò: "Nondimeno io giurai allora tacermi e mantenermi, finché vivesse speranza di buona fede, neutro fra la parte regia e quella dei miei fratelli repubblicani, per non meritarmi 218 30 MAzzINI, Opere, VI, p . .347. 31 CATIANEO, Archivio Triennale, I, p. 405. 32 F'ERRARI, Federazione repubblicana, p. 56. 33 MAzzINI, Opere, VI, p. 349. BiblotecaGino Bianco

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