Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Fra storia e politica lb ' 1 ". non era a uona, non oso contrastare a corrente; tacque: noi tacemmo la nostra fede; la tacemmo per non guastare involontariamente un'esperienh f . 1 11 . 1111 " f d · za e e potea orse tornare g10vevoe a a patria ; pro on amente convmti che senza moralità politica non si rigenera un popolo, potevamo forse ingannarci nell'altra nostra credenza che né papa né re potesse oggimai dar 1 ll 'I 1· b h' . 111s sa ute a ta 1a; e tanto astava pere e tacessimo. Dopo avere per venti anni parlato per dimostrare la vanità di un rinno- · vamento monarchico dell'Italia, dopo avere per venti anni parlato per spingere gl'italiani a insorgere contro i loro tiranni, Mazzini, nel momento che gl'italiani si preparavano ad insorgere, taceva e li abbandonava in balia della illusione monarchica. E Gioberti poteva cos1 trionfalmente scrivere da Parigi: "Non vi ha radicalismo in Italia; non vi ha avversione contro i principi e il principato. Li amatori della libertà e dell'indipendenza italiana v0gliono tutti conservare la monarchia, come necessaria al bene del paese. Pio e Carlo Alberto annoverano qui tanti sudditi spontanei e devoti, quanti sono .figli d'Italia. 1119 Intanto il tempo scorreva, e alle parole non seguivano i fatti. Nessun indizio si vedeva della guerra del re e nemmanco d'animo veramente riformatore e liberatore in lui, ché anzi lo si vedeva accosciato sul letamaio del gesuitismo e della polizia.20 Lo stesso Gioberti si lamentava della condotta equivoca di Carlo Alberto.21 Sui primi di gennaio sembra che il Mazzini abbia perduto davvero ogni illusione e che si accinga ad uscire dal suo mutismo. Non so - egli scrive a Filippo de Boni il 3 gennaio - con qual occhio vediate ora l'andamento delle cose nostre; ma due fatti son certi: il retrocedere del papa ed il pessimo maneggio dei moderati. Abbiamo taciuto, ceduto quanto si poteva; ma non giova. Il silenzio è interpretato come congiura; e sapete che vanno ripetendo per ogni dove che io sto maneggiando per un moto repubblicano immediato - i moderati erano molto piu furbi del Mazzini e capivano il pericolo. - Perduto il papa, impazziscono pel primo capitano d'Italia, l'eroe del Trocadero; perduto quello, impazziscono pel granduca; piu tardi, Dio sa per chi. Che sperare per la rigenerazione d'Italia da un partito che grida: viva il re di Napoli I e stende petizioni a quel re imbrattato di sangue? da un partito che predicò nel Risorgimento la unità d'Italia essere assurda, illegale, funesta? da un partito che ne' suoi giornali comincia a transigere ed insinua che anche lo Stato del Lombardo-Veneto migliorerà? da un partito che è una menzogna in faccia a se stesso, che si dichiara in molti dei suoi membri unitario, e nondimeno imprende a educare, teorizzando, il popolo all'eccellenza del federalismo, 2 l salvo, come dicevano in un convegno tenuto in Genova per la Lega, a educarlo piu tardi all'eccellenza dell'unità? - Con tutta l'avversione che io ho a Carlo Alberto, carnefice de' migliori miei amici, con tutto il disprezzo che sento per la sua fiacca e codarda natura, con tutte le tendenze popolari che mi fermentano dentro, s'io stimassi Carlo Alberto da tanto da essere veramente ambizioso e unificar l'Italia a suo pro, direi: amen. Ma ei sarà sempre u~ re della Lega e l'attitudine militare ch'ei prenderà, se la prenderà, non farà che impaurir l'Austria e ritenerla forse nei suoi confini. - 216 11 MAzzrm, Opt:re, VI, p. 177. 18 MAzzINI, O pere, VI, p. 347. 19 CATIANEO, Archivio Triennale, I, pp. 82, 41. 20 CATIANEO, Archivio Triennale, I, p. 541. 21 CATIANEO, Archivio Triennale, I, p. 85. 2 2 Qui Mazzini allude al federalismo monarchico dei moderati giobertiani. Bibloteca Gino Bi'anco

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