Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Giuseppe Mazzini nel 1848 grande fiducia in Pio IX, ma non era piu irremovibilmente incredulo; la illusione cominciava ad impadronirsi anche di lui. Nel settembre del '47 il Mazzini venne a Parigi. I faccendieri di Carlo Alberto intanto lavoravano furiosamente per legare alla loro congrega piu uomini che potevano; "si arrolavano alle congreghe albertine gli scrittori ambiziosi; e i ricchi che avevano titoli e li agognavano; e sopra tutto parecchi capi dei carbonari e di altre sette. E ai repubblicani si predicava non essere maturi ancora i tempi alla libertà - il solito ritornello che ci siam sentito ripetere sull'Educazione Politica anche da qualche ... repubblicano! - Doversi consacrare i pensieri prima all'indipendenza; al che necessitava fare un regno grande, ossia farsi tutti sudditi di Carlo Alberto, il quale aveva pronto un esercito. A quelli, che dubitavano o disperavano dell'animo di Carlo Alberto, si faceva intendere che ove il re non si mettesse all'opera di buona voglia, l'avrebbero costretto. A quelli che ad ogni patto non volevano aver padrone, si diceva che, dopo la vittoria, lo strumento della vittoria ben si poteva spezzare e proclamare l'intera libertà. Cos1 la gesuitica congrega di Torino avviava quella versicolore ed assurda ricucitura della fusione, che pretendeva accozzare le opinioni inconciliabili e li interessi nemici in una concordia infida e caduca, purché durasse quant'era necessario a sventar l'impeto popolare e furar l'occasione alla libertà. Allora dovettero appart~nere ad una stessa causa e abbracciarsi principi e popoli, poliziotti e carbonari, epuloni e martiri, gesuiti e antologisti, ciambellani e repubblicani per uscire poi da quell'orgia regale disingannati e discordi piu che • "11 mai. Gli uomini, ai quali i moderati fecero la maggior corte, furono naturalmente gli uomini piu autorevoli del Partito democratico. Ma Cattaneo resisté risolutamente ad ogni lusinga e si mantenne fieramente ostile ai moderati e a Carlo Albertou; Giuseppe Ferrari scriveva da Parigi nel gennaio del '48 un articolo profetico, col quale cercava di distogliere il Partito rivoluzionario dall'alleanza con Carlo Alberto e spiegare il baratro, in cui quest'alleanza avrebbe trascinata la democrazia.13 Tutti si aspetterebbero che il Mazzini abbia fatto lo stesso, si sia servito della sua incontestata autorità per impedire il rovinoso errore dei democratici. Ma la illusione albertista s'impadroniva lentamente del grande agitatore: i giovani di Milano, caduti quasi tutti nella illusione albertista,14 gli scrivevano pregandolo perché tacesse15 ; a Parigi lo stesso Gioberti entrava in rapporti col Mazzini e gli diceva:· "Io so che differiamo in fatto di religione; ma Dio buono! il mio cattolicismo è tanto elastico che potete inserirvi ciò che volete.1116 Mazzini non ebbe la forza di resistere. Pur dicendo continuamente a se stesso che la strada, in cui si mettevano gl'italiani 11 CA'ITANEO, Archivio Triennale, I, pp. 540 sgg. 12 I partiti politici milanesi, pp. 4.3 sgg. 13 Fmuwn, Opere, Tipografia Elvetica, Capolago 1854, III, pp. 367 sgg. 14 I partiti politici milanesi, p. 57. 15CoRRENTI, Scritti scelti, I, p. 4. 16 MAzzim, Opere, VII, p. 145. Bibloteca Gino Bianco 215

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